Animali clonati, l’Europarlamento dice no. La nuova Direttiva spiegata

Divieto anche per l’importazione di cibo e alimenti provenienti da cloni

[18 Giugno 2015]

Le Commissioni ambiente ed agricoltura del Parlamento europeo hanno approvato, con 82 voti a favore, 8 contrari ed 8 astenuti, un progetto legislativo che punta a vietare la clonazione di animali da allevamento, i loro discendenti ed i prodotti derivati, comprese le importazioni nell’Unione europea.

Il testo approvato dalle Commissioni trasforma uno strumento giuridico in una Direttiva che i Paesi membri dell’Ue dovrebbero trasporre nella loro legislazione nazionale, in un regolamento che sarà direttamente applicabile in ciascun paese. Gli eurodeputati hanno anche esteso la portata del divieto fino a coprire tutte le specie allevate e riprodotte a fini agricoli, invece che alle sole specie bovine, ovine, caprine ed equine, come proponeva la commissione europea. Il rapporto approvato sarà sottoposto al voto del Palamento europeo nella sessione plenaria del 7 – 10 settembre.

La co-relatrice per la Commissione agricoltura e sviluppo rurale, l’eurodeputata italiana Giulia Moi, del Movimento 5 Stelle, ha spiegato che «Ci sono due punti chiave sui quali ci siamo subito concentrati: proteggere la salute dei cittadini e dei consumatori dell’Ue ed estendere il divieto per coprire i discendenti degli animali clonati. Il divieto di mettere degli animali clonati o la loro progenie sul mercato europeo per noi è una linea rossa. Siamo ben coscienti che la clonazione è autorizzata in alcuni Paesi terzi con i quali l’Ue commercia, ma non possiamo permettere la messa sul mercato dell’Ue di questi prodotti. Vogliamo anche assicurarci che la clonazione degli animali non diventi una pratica corrente all’interno dell’Ue».

Gli eurodeputati hanno rafforzato la proposta iniziale della Commissione europea, sottolineando gli alti livelli di mortalità a tutti gli stati di sviluppo della clonazione e le preoccupazioni dei cittadini europei riguardo all’etica ed al benessere animale. In effetti, già in un rapporto del 2008 l’Autorità europea per la sicurezza alimentate (Efsa) che la salute ed il benessere di un’alta percentuale di cloni era spesso e gravemente compromessa, con risultati fatali e che questi effetti «Contribuiscono al basso tasso di successo della clonazione, dal 6 al 15% per i bovini e al 6% per i suini e rendono necessario l’impianto di cloni in diversi portatori per ottenere un animale clonato. Inoltre, le anomalie dei coni ed una progenie eccezionalmente grande e portano a nascite difficili ed a decessi neonatali».

La relatrice per la Commissione ambiente, la democristiana tedesca Renate Sommer, ha detto che «A causa degli effetti negativi sul benessere degli animali, la clonazione è stata respinta da una grande maggioranza dei consumatori. Inoltre, non abbiamo bisogno della clonazione per assicurare l’approvvigionamento di carne dell’UE. Vietare la clonazione è quindi una questione di valori e di principi europei Conseguentemente, il divieto non dovrà limitarsi ai soli cloni, ma anche al loro materiale riproduttivo seme ed embrioni), ai loro discendenti ed ai prodotti derivati, comprese le importazioni. E’ necessario se non vogliamo fare la promozione della clonazione nei Paesi terzi».

Infatti, la nuova Direttiva renderà illegale l’importazione di animali provenienti dai Paesi extra-Ue, a meno che il certificato di importazione provi che non sono cloni animali o loro discendenti. Dovranno anche essere certificate come non provenienti da animali clonati o dai loro discendenti anche le importazioni di prodotti germinali di origine animale, il cibo e gli alimenti di origine animale.