L’Italia terzo produttore mondiale di energia elettrica da biogas agricolo

Biometano, Fiper: «Cibo – energia: insieme facciamo sinergia!»

Righini: «Con il biometano, 97% in meno di gas serra in confronto agli altri carburanti»

[1 Aprile 2016]

Si è svolto oggi all’università delle scienze gastronomiche Pollenzo (Cuneo) il convegno “Cibo- Energia: facciamo sinergia”, organizzato dalla Federazione italiana dei produttori di energia da fonti Rinnovabili (Fiper), al quale hanno partecipato rappresentanti della filiera food  e no- food,  e Fiper è convinta che «rappresenta un punto di svolta, un momento importante di apertura, conoscenza reciproca e volontà di favorire e migliorare le produzioni di eccellenza agricola attraverso la diversificazione e la filiera energetica, riducendo contemporaneamente l’impatto ambientale in termini agricoli».

Secondo i dati del GSE, l’Italia, con 1500 impianti, distribuiti soprattutto nel centro-nord Italia, è il terzo produttore mondiale  di energia elettrica derivante da impianti di biogas agricolo e il secondo in Europa, dopo la Germania. «Per alcuni – dicono alla Fiper – il primato della filiera biogas-energia rappresenta un fiore all’occhiello del made in Italy in termini di tecnologia, innovazione e sviluppo delle aziende agricole. Per altri, un problema legato alla sostituzione delle colture food con quelle  no –food e all’impatto che questi impianti creano sul territorio».

Il presidente Fiper, Walter Righini, ha sottolineato che «Il dibattito odierno  ha fatto emergere la certezza che è possibile produrre energia da biogas agricolo e abbattere emissioni di carbonio senza ridurre la produzione di alimenti. Lo testimoniano, ad esempio, i dati piemontesi   in cui i 130 impianti a biogas agricolo (80MWe installati) impiegano superficie agricola corrispondente al  40% di quella definita per il set aside obbligatorio. In termini ambientali si risparmiano 27.000 t/anno di concimi azotati di sintesi e circa 234.000 t/anno di CO2 e si incentiva l’incremento dell’efficienza delle rotazioni agricole per una valida coesistenza food /non food».

Il tema molto controverso: l’impiego del digestato in agricoltura e il suo impatto in termini ambientali è diventato ormai oggetto di discussione a livello europeo e Fiper, dopo risultati del progetto di ricerca realizzato dall’università agraria di Milano e co-finanziato da Regione Lombardia, ha inviato al ministero delle politiche agricole la richiesta per il  riconoscimento di Concime organico NP,  derivante dall’impiego del separato solido del digestato essiccato, miscelato a ceneri pesanti di combustione di biomasse legnose vergini da inserire quale fertilizzante organico. Secondo Fiper, «Le imprese agricole potranno in questo modo, abbattere i costi di produzione, riducendo l’impiego di fertilizzanti chimici aumentando la loro competitività nelle produzioni agricole tradizionali. Dato l’alto valore di nutrienti rinnovabili presenti nel fertilizzante, il suo impiego è particolarmente indicato per colture di pregio di tipo orticolo e frutticolo».

Ma Biogas significa anche produzione di Biometano e Righini  evidenzia che «In termini ambientali, il Biometano rappresenta l’evoluzione naturale degli impianti a biogas a fine periodo di incentivazione (15 anni) soprattutto nel settore dei trasporti dove l’Italia risulta ancora carente rispetto agli obiettivi 20-20-20.  Il biometano   concorre alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti per il 97% se confrontato con altri carburanti: produce infatti 5 grammi di CO2 equivalenti per km, rispetto ai 95 g del biodiesel, ai 164 della benzina,  ai 156 del diesel e  ai 141 del gas di petrolio liquefatto. E’ quindi auspicabile prevedere il suo primo impiego nei trasporti, anche alla luce degli impegni assunti dall’Italia nel recepimento della Direttiva europea 20-20-20. Per favorire concretamente l’upgrading degli impianti, Fiper sarà impegnata ad avviare confronto con il ministero dello cviluppo economico per la revisione del DM 5 dicembre 2013 in tempi brevi».

Fiper conclude: «Per ogni impianto con potenza elettrica installata di 999 kW elettrici, la produzione di Biometano stimata è di circa 2 milioni di Smc (standard metro cubo) e il valore dell’investimento richiesto per il processo di purificazione del Biometano è nell’ordine di 800 mila – 1,1 milione di Euro per impianto.  I 53 impianti a biogas entrati in esercizio in Italia tra il 2002-2003,alla fine del loro periodo di incentivazione, potrebbero già dal 2017 attivare investimenti per un ordine di 50-55 milioni di Euro per la conversione  a produzione di Biometano».