C’è abbastanza biomassa per una bioeconomia europea sostenibile? (INFOGRAFICA)

Le 4 F: Food, feed, fibres, fuels che possono mettere in crisi l’economia circolare

[30 Settembre 2019]

Ai recenti European Research and Innovation Days tenutisi a Bruxelles il Joint research centre (Jrc) dell’Uninone europea ha presentato i suoi ultimi dati sull’offerta e la domanda di biomassa in Europa durante un dibattito ad alto livello che ha visto come relatori Janez Potočnik (ex commissario ue all’ambiente oggi all’Unep), Joachim Von Braun (università di Bonn) e Joachim Kreysa (Jrc) e che ha affrontato «le sfide, le opportunità e le esigenze per realizzare una bioeconomia sostenibile in Europa».

I relatori si sono concentrati sulle tensioni tra l’aumento della domanda di biomassa e le questioni economiche, sociali e ambientali collegate e il ruolo della ricerca e dell’innovazione nell’affrontare questi problemi, per «garantire che la bioeconomia operi entro limiti ecologici sicuri».

Dai dati del Jrc emerge nell’Unione europea una crescente domanda di biomassa, legata soprattutto all’aumento della bioenergia, anche se, riflettendo i modelli di consumo, il principale utilizzo di biomassa resta quello per l’allevamento di bestiame.

Ma al Jrc fanno notare che «Una tendenza crescente è particolarmente evidente nel settore delle bioenergie, dove l’uso di biomassa è cresciuto del 32% dal 2010 al 2015. Oggi la bioenergia è la più grande fonte di energia rinnovabile dell’Ue e dovrebbe rimanere una componente chiave del mix energetico nel 2030 e oltre.

La crescente domanda di biomassa proposta dai settori a base biologica può potenzialmente mettere in discussione la sostenibilità della fornitura di biomassa, con un impatto negativo sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici». Ma è lo stesso Jrc ad aggiungere che «Esistono compromessi per quanto riguarda i molti possibili usi della biomassa ed è necessario capire meglio quanta biomassa può essere mobilitata in modo sostenibile entro limiti ecologici sicuri».

La strategia europea sulla bioeconomia promuove l’utilizzo sostenibile delle risorse biologiche, con un approccio circolare che riguarda tutti i settori e punta anche a preservare e ripristinare l’ambiente, gli ecosistemi e i servizi vitali che forniscono, come la regolamentazione del clima.

Secondo le stime del Jrc, nel 2015 nell’Ue sono state fornite e utilizzate circa 1,2 miliardi di tonnellate di biomassa: «La biomassa proviene principalmente da fonti primarie (1 miliardo di tonnellate) come colture agricole (51,5%) e loro residui (9,9%), biomassa al pascolo (11,7%), silvicoltura (26,6%), nonché pesca e acquacoltura (0,3%). Ulteriori 0,2 miliardi di tonnellate sono fornite da fonti secondarie come carta riciclata, riutilizzo dei sottoprodotti della lavorazione del legno e recupero del legno e altri rifiuti organici».

E’ in aumento anche la biomassa utilizzata proveniente dal recupero dei rifiuti: «Nel periodo 2010-2015, la quantità di rifiuti biologici non recuperati (attraverso il riciclaggio o il recupero di energia) è stata ridotta del 45% – dicono al Jrc – Ciò dimostra la crescente importanza degli approcci all’economia circolare».

Tutta questa biomassa nell’Ue viene utilizzata per soddisfare le diverse esigenze, che vanno dai «mangimi e alle lettiere per animali (43,3%), alimenti a base vegetale (9,3%) e frutti di mare (0,3%) all’energia (23,3%), compresi calore, energia e biocarburanti, vari materiali utilizzati (23,8%) come prodotti in legno e mobili, tessuti e diversi tipi di sostanze chimiche innovative a base biologica».

Nel periodo 2010-2015, complessivamente nell’Ue l’utilizzo di biomasse è cresciuto di circa l’8,5%. La maggior parte di questo aumento è dovuto alla «crescente domanda di bioenergia (+67 Mt), seguita da una maggiore domanda di materiali a base biologica (+15 Mt) e di alimenti per animali e lettiere (+10 Mt) – si legge nei dati forniti dal Jrc – Anche in termini relativi, durante questo periodo l’uso della biomassa per la bioenergia ha mostrato una crescita notevole di circa il 32%. Dal 2010 al 2015, l’uso della biomassa per la produzione di materiali è aumentato complessivamente del 5,6%. All’interno di questa categoria, i settori chimici a base biologica hanno mostrato il più alto aumento relativo (+ 48,4%), ma in termini assoluti questa rimane una frazione molto piccola del consumo totale interno di biomassa (0,1%)».

Il Knowledge Centre for Bioeconomy della Commissione Ue, gestito dal Jrc, raccoglie tutte le conoscenze e le competenze necessarie per costruire una solida base di conoscenze che consenta decisioni politiche basate su prove e i suoi ricercatori sono convinti che «La bioeconomia può contribuire a un futuro sostenibile: può aiutare a garantire un approvvigionamento sufficiente di alimenti nutrienti per tutti e una gestione sostenibile delle risorse naturali e ridurre la dipendenza da risorse non rinnovabili. Può anche aiutarci a mitigare e adattarci ai cambiamenti climatici, rafforzare la competitività e creare nuovi posti di lavoro. Tuttavia, affinché la bioeconomia garantisca la sostenibilità, dobbiamo assicurarci di comprendere e misurare pienamente i suoi effetti e impatti sul nostro pianeta, tenendo conto del fatto che la biomassa terrestre svolge ruoli cruciali per l’ambiente. Ad esempio, la crescente domanda di biomassa generata dalla bioeconomia può potenzialmente mettere in discussione la sostenibilità dell’offerta di biomassa; devono essere fatti dei compromessi per quanto riguarda i molti possibili usi che possono essere fatti della biomassa all’interno di confini ecologici sicuri».

Per fornire una migliore comprensione dell’offerta e della domanda di biomassa, nonché della concorrenza, delle sinergie e dei compromessi tra i vari usi della biomassa, la ricerca e l’innovazione possono svolgere un ruolo cruciale: «Ad esempio – concludono al Jrc – può migliorare, ad esempio, l’efficienza della lavorazione della biomassa, inclusa la trasformazione di rifiuti e flussi laterali in prodotti a più alto valore aggiunto e, infine, bioenergia/biocarburanti».