Life Side è stato appena revisionato dalla project advisor Laura Giappichelli

Clima, a che punto è davvero il mercato che regola il 45% delle emissioni Ue?

A Firenze un gruppo di ricercatori fa il punto della situazione su oltre un decennio di letteratura scientifica, grazie al supporto del programma Life: l’unico strumento europeo di finanziamento completamente dedicato all’ambiente

[31 Luglio 2018]

Dal 2005 l’Europa si è dotata di un mercato per le emissioni di gas climalteranti (Eu Ets), realizzato per combattere il riscaldamento globale: impone un tetto massimo (cap) alle emissioni prodotte da oltre 11.000 impianti ad alto consumo di energia, e permette ai vari soggetti coinvolti di scambiarsi (trade) una certa quantità di “permessi di emissione”, in modo che le imprese siano incentivate ad adottare le tecnologie più pulite, e che al contempo siano quelle più inquinanti a pagare il prezzo delle proprie emissioni. A 13 anni dalla sua introduzione l’Eu Ets copre ormai il 45% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea – il che lo rende il più grande mercato di questo tipo al mondo, superato in teoria solo da quello cinese, che in pratica sta però attraversando una vera e propria fase di rodaggio –, ma finora nessuno si era mai occupato di esaminarne a fondo pregi e difetti.

Una lacuna che sta colmando il progetto Life Side, gestito dall’Unità Clima (Fsr Climate) dell’Istituto universitario europeo di Firenze, diretto da una storica firma del think tank di greenreport, l’economista Simone Borghesi. Life Side sta infatti concludendo per la prima volta uno studio di valutazione economica ex-post dell’Eu Ets, ovvero vagliando e mettendo a sistema i risultati di oltre dieci anni di ricerche sul tema, in modo da offrire sostegno ai policy makers europei nel continuo miglioramento del mercato nei suoi vari aspetti: l’allocazione dei permessi di emissione, gli effetti sulla competitività delle imprese europee e quelli su eventuali delocalizzazioni all’estero, il prezzo della CO2, etc.

I risultati finali di Life Side saranno pronti a dicembre, ma alcune importanti indicazioni sono già emerse. Ad esempio, perché nel recente passato il prezzo della CO2 era troppo basso, rendendo inefficace l’intero mercato delle emissioni? «La crisi economica – ci spiega Borghesi – ha ridotto la domanda dei permessi di emissione, il che a sua volta ne ha fatto diminuire il prezzo; inoltre l’Eu Ets rappresenta ancora uno strumento relativamente nuovo, e per questo soggetto a continui processi di miglioramento e revisione. L’ultima direttiva europea volta a regolare il mercato è stata approvata questa primavera, ma sta già avendo un effetto rilevante nonostante debba essere ancora pienamente attuata: una tonnellata di CO2 equivalente è arrivata a costare circa 16€, da un minimo di circa 4€». Valori dunque assai più in linea con quelli necessari a uno strumento nato come primario strumento di lotta contro i cambiamenti climatici, in un’Europa che non è mai riuscita a trovare l’unanimità necessaria per introdurre una carbon tax continentale (strumento che invece continuerebbe ad essere auspicabile quantomeno a livello nazionale).

È la stessa Unione europea a mostrare in primis grande interesse verso il progetto gestito dal gruppo di ricerca fiorentino, non a caso co-finanziato all’interno del programma Life: l’unico strumento di finanziamento Ue completamente dedicato all’ambiente. Nato nel 1992, il programma Life ha finanziato 133 progetti dal 2014 a oggi selezionati sul bando Clima – dunque senza tener conto di quelli relativi al bando Ambiente – e la proposta recentemente avanzata dalla Commissione Ue è di incrementarne del 60% il budget di tutto lo stanziamento previsto per il programma Life nel prossimo settennato. Con la garanzia che saranno soldi ben spesi.

La nostra redazione ha potuto assistere in esclusiva all’attenta revisione del progetto Life Side condotta nei giorni scorsi a Firenze da Laura Giappichelli, project advisor dell’Easme – l’Agenzia della Commissione Ue che si occupa di seguire i progetti che si sviluppano nell’ambito del programma Life. «Life Side è molto importante perché nessuno finora ha analizzato l’Eu Ets come sta facendo il progetto», argomenta Giappichelli, che sottolinea però come l’attenzione e il monitoraggio dedicati a Side non siano l’anomalia ma la regola all’interno del programma Life: «Una sua peculiarità sta proprio nel fatto che si ha un’idea molto precisa di come vengono spesi tutti i soldi pubblici investiti. È molto importante che tutti gli euro provenienti dalle tasse dei cittadini europei vengano monitorati: se un progetto Life va fuori strada, ad esempio, siamo in grado di bloccarlo per tempo in modo da evitare sprechi. Ogni singolo progetto viene inoltre monitorato costantemente non solo durante il suo svolgimento ma anche ex post, in modo da valutarne il concreto impatto».

La Toscana da questo punto di vista si presenta come una realtà particolarmente fertile. «Abbiamo un riscontro molto positivo per i progetti Life attivi in Toscana – aggiunge Giappichelli – Un esempio è Re Mida, che vede impegnata direttamente anche la Regione con un ruolo molto attivo». Anche altri territori come Emilia Romagna o Trentino spiccano tra i virtuosi, ma un punto di forza del programma Life è la sua apertura: parteciparvi – e dunque avere la possibilità di un co-finanziamento europeo – è sempre più facile grazie alla semplificazione burocratica adottata quest’anno per il bando Ambiente e ancora oggi in fase di sviluppo, e il crescente numero di progetti accettati e monitorati è lì a testimoniarlo. Per chi volesse fare un tentativo già quest’anno le porte sono spalancate: «Entro il 12 settembre è ancora possibile inviare le proprie proposte di progetto per il bando Clima – invita Giappichelli – Life rimane aperto a tutti gli stakeholder».