La ricetta dei Verdi europei contro la crisi economica da coronavirus

Cinque punti per una risposta europea coordinata e ambiziosa, che sappia mettere in campo investimenti pubblici in attività economiche sostenibili

[18 Marzo 2020]

La pandemia del coronavirus ha creato uno stato di emergenza in Europa che richiede una risposta coordinata e ambiziosa. Secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, l’economia europea dovrebbe cadere rapidamente in una recessione che potrebbe essere estremamente grave se la risposta politica non sarà adeguata. Non c’è tempo da perdere se vogliamo evitare di ripetere gli errori commessi nel contesto della crisi finanziaria globale e delle successive crisi dell’area dell’euro. L’economia dell’UE non si è mai ripresa completamente dal precedente tracollo e si trovava già in una posizione di debolezza per affrontare le sfide attuali.

Un certo numero di misure mirate necessarie sono già state annunciate dalla Banca centrale europea, dalla Commissione e da diversi Stati membri per mitigare l’impatto economico dell’epidemia. La BCE ha deciso di incrementare i sostanziali stimoli di politica monetaria già in atto. La Commissione attuerà le flessibilità previste dal Patto di stabilità e crescita e riorienterà i fondi UE non spesi. La maggior parte degli Stati membri sta adottando politiche di sostegno finanziario e di differimento delle imposte alle imprese. Inoltre, il Meccanismo di vigilanza unico con il sostegno dell’Autorità bancaria europea fornirà alle banche un capitale temporaneo e uno sgravio operativo.

Tenendo presenti tutte queste considerazioni e riconoscendo che le misure già annunciate rappresentano dei passi nella buona direzione, la risposta non può basarsi semplicemente sulle politiche adottate dagli Stati membri con misure di sostegno a livello UE, anche se significative. Vi è infatti l’urgente necessità di attuare una politica UE realmente coordinata e comune per rispondere alla nuova crisi. Una risposta comune non solo rafforzerebbe gli effetti delle misure, ma, in ultima analisi, allenterebbe la pressione che i mercati comincerebbero a esercitare sui singoli Stati membri se questi dovessero sostenere da soli l’onere finanziario. Se gli Stati membri con un maggiore spazio fiscale attuassero misure su larga scala per sostenere le rispettive imprese, ciò avrebbe un impatto negativo sugli Stati membri più vincolati e metterebbe a rischio la coesione dell’UE. Inoltre, il rischio di speculazioni per ottenere rendimenti obbligazionari più elevati non può che aumentare le disparità economiche tra i paesi dell’Eurozona.

L’area dell’euro non è sufficientemente a prova di crisi. Il fatto che non sia stata intrapresa una vera e propria riforma significativa dell’Eurozona ne sta risentendo. Mancano strumenti di debito comuni e un processo decisionale comune dell’Eurozona. Nel medio termine, l’Eurozona ha bisogno di un fondo comune per il rimborso del debito combinato con riforme orientate al riorientamento dell’economia dell’UE verso la sostenibilità in tutta Europa.

In definitiva, la sfida economica che rappresenta l’epidemia di coronavirus deve essere vista anche come un’opportunità per intraprendere, nel contesto del Green deal dell’UE, un urgente riorientamento dell’economia dell’UE, poiché l’attuale crisi rivela la fragilità di un sistema ad alta consumo di carbonio costruito su catene di fornitura globali altamente interconnesse e specializzate.

Per questo motivo, noi, membri verdi del Parlamento europeo, chiediamo ai Ministri delle Finanze dell’Eurozona di adottare rapidamente le seguenti urgenti iniziative:

  1. Fornire un sostegno esplicito all’intenzione della Commissione di attuare rapidamente le flessibilità previste nel quadro delle regole fiscali.
  2. L’attivazione immediata delle linee di credito precauzionali del MES per i Paesi che potrebbero potenzialmente entrare in difficoltà finanziarie, non soggette a condizioni di austerità. Questo programma non dovrebbe essere soggetto a condizioni macroeconomiche e tanto meno a misure di austerità. Il suo unico obiettivo dovrebbe essere la mobilitazione delle risorse economiche per contrastare la crisi. Dovrebbe essere coerente con le politiche generali dell’UE e con le sfide principali per le nostre società, in particolare il sostegno alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, è necessario istituire un sistema di prestiti senza interessi per i programmi di sicurezza nazionale per sostenere la riduzione dell’orario di lavoro e i lavoratori colpiti da licenziamenti temporanei.
  3. La creazione di una nuova linea di credito della BEI per garantire liquidità permanente alle piccole e medie imprese, sull’esempio del programma tedesco alimentato dalla KfW. Tutte le aziende del mercato comune dovrebbero avere accesso ad una effettiva stabilizzazione anche negli Stati membri più indebitati. Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione l’ampliamento del capitale della BEI, come già previsto per l’European Green Deal.
  4. Utilizzare la capacità rimanente del MES per finanziare un pacchetto di stimolo verde a livello europeo e, in ultima analisi, aumentare le capacità del MES per portare l’istituzione all’interno dell’acquis dell’UE.  Lo stimolo fiscale di almeno 3 punti del PIL dovrebbe mirare in particolare a finanziare gli investimenti pubblici in attività economiche sostenibili.
  5. Annunciare una tabella di marcia concreta per il completamento dell’Unione bancaria nonché una nuova tabella di marcia per un’Unione fiscale che comprenda l’emissione di strumenti di debito comuni, l’integrazione del MES nell’acquis comunitario e nuovi meccanismi decisionali comuni al fine di promuovere l’Unione economica e monetaria.

di Damien Carême, Karima Delli, Sven Giegold, Claude Gruffat, Henrike Hahn, Philippe Lamberts, Ville Niinistö, Kira Peter-Hansen and Ernest Urtasun

Membri Greens/EFA della Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo