G7 e nucleare iraniano: colloqui costruttivi con il ministro iraniano Zarif

Intanto Israele attacca con droni e aerei in Siria, Iraq, Libano e Gaza

[26 Agosto 2019]

Secondo l’agenzia Iraniana Irib, «Una fonte dell’Eliseo a margine del vertice del G7 ha affermato che i colloqui tra il ministro iraniano, Mohammad Jawad Zarif e l’omologo francese, Jean-Yves Le Drain e Macron sono stati “costruttivi e produttivi”». Già ieri un comunicato del presidente francese Emmanuel Macron diceva che la Francia è  decisa a proseguire i colloqui con Teheran.

L’arrivo a sorpresa a Biarritz, su invito di Le Drain, del ministro degli esteri iraniano non è piaciuto per niente al presidente statunitense Donald Trump che ha liquidato tutto con un glaciale «No comment».

Il  inistro degli esteri della Repubblica islamica e quello francese sono rimasti a colloquio per circa 3 ore, ma Zarif ha brevemente incontrato anche macron. Una visita non annunciata che avviene proprio mentre la tensione tra Usa e Iran è al massimo e i droni isrraeliani sono all’attacco di siti “sensibili” un po’ dappertutto in Medio Oriente.

Al centro dei xcilloqui franc-iraniani in pieno G7 c’è l’accordo sul nucleare tra Iran e G5(Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Usa e Germanisa) che Donald Trump ha fatto saltare nel maggio 2018 imponendo nuove sanzioni a Teheran che tutti sono tenuti a rispettare. Ora Macron, che non è riuscito ad evitare quelle sanzioni, cerca di fare il mediatore in una situazione esplosiva ed ha aperto una linea diretta con il presidente iraniano Hassan Rohani.

Una delle possibilità a cui sta lavorando Parigi è la sospensione temporanea  delle sanzioni petrolifer, per dare tempo di negoziare su tre assi: nucleare post 2025, missili balistici iraniani e politica regionale che non erano coperti dall’accordo Iran -G5+1. Ma Trump l’8 agosto con un Tweet aveva avvertito: «Emmanuel cuol fare del bene, come tutti gli altri, ma nessuno parla a nome degli Usa a parte gli Usa stessi».

Macron è andato avanti lo stesso e le Figaro scrive che ha avvertito Trump dell’arrivo di Zarif a Biarritz solo sabato, durante un tête à tête. Poi, dopo aver discusso della questione con gli altri partner del G/ ha annunciato: «Ci siamo messi d’accordo su quel che diremo sull’Iran. […] Abbiamo lavorato a una comunicazione comune   e a una decisione di azione che permetta di riconciliare un po’ le posizioni», ù

Trump ha immediatamete freddato gli entusiasmi e ha detto a dei giornalisti: «Non ho discusso di questo. Condurremo nostre azioni. Ma lo sapete, non posso impedire alla gente di parlare. Se vogliono parlare, possono parlare».

Zarif è ripartito da Biarritz ieri sera commentando: «Il cammino è difficile, ma vale la pena tentare».

Intanto c’è chi al vertice del G7 si è invitato in un’altra maniere: Israele: Ieri notte la contraerea siriana dice di aver «intercettato bersagli ostili sul cielo di Damasco». I media locali e non hanno sentito, visto, riportato esplosioni sul cielo della capitale siriana. Ma l’esercito israeliano conferma che suoi jet da combattimento hanno colpito una serie di obiettivi a sudest di Damasco.

A quanto pare Israele ha colpito degli obiettivi anche in Iraq, e l’ex premier iracheno Nouri al Maliki, leader della coalizione Stato di diritto, ha detto alla radio Marbad che il governo adotterà «misure difensive e risponderà con forza – con l’aiuto dell’Iran – qualora fosse dimostrata la responsabilità di Israele nelle esplosioni avvenute di recente in basi delle Hashd al-Shaabi», le Unità per la mobilitazione popolare  (Pmu), milizie a maggioranza sciite).

Dopo un’esplosione avvenuta il 20 agosto, l’Iraq ha denunciato il coinvolgimento di droni israeliani in attacchi autorizzati dagli Stati Uniti e al Maliki ha evidenziato «La necessità che il governo federale di Baghdad dichiari i responsabili degli attacchi contro le basi delle Pmu». Anche secondo il New York Times, che cita fonti di intelligence mediorientali e statunitensi, ci sarebbe la mano di Israele dietro il recente raid aereo del 19 luglio contro una base militare adella Pmu  nord di Baghdad.

Ieri mattina Israele ha colpito anche il Liban: due droni si sono schiantati a sud di Beirut. secondo i rapporti libanesi: «I danni sono stati segnalati nella periferia di Dahyeh, a seguito dell’esplosione e della caduta di un secondo drone.

Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, ha condannato fermamente «la recente aggressione del regime sionista contro la sovranità libanese» e ha avvertito che «Si tratta di un atto molto molto pericoloso«, promettendo di «Abbattere qualsiasi drone israeliano che entrerà nuovamente nello spazio aereo libanese. Abbatteremo i droni israeliani con i nostri missili e non permetteremo di volare liberamente nel cielo libanese».

Secondo il leader di Hezbollah, «La comparsa di droni da combattimento nel cielo di Beirut dimostra che gli israeliani hanno intenzione di realizzare in Libano uno scenario di sabotaggio simile a quello che stanno realizzando con il supporto americano in Iraq contro le Hashd al-Shaabi sciite. Metteremo fine alle invasioni di droni, perché le azioni di Israele violano le regole del cessate il fuoco stabilite dalla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu adottata nel 2006. D’ora in poi, intercetteremo e distruggeremo i droni israeliani in Libano …  Non saremo indifferenti a questi attacchi».

Intanto, come se non bastasse. caccia israeliani hanno effettuato ieri notte attacchi multipli sulle postazioni palestinesi nella Striscia di Gaza. Secondo l’Irib, «Le forze israeliane hanno lanciato quattro missili sulla città di Beit Lahia, nel nord di Gaza. Non ci sono ancora notizie di danni e vittime».

Israele dice che l’attacco è una rappresaglia per il lancio di re missili lanciati dal territorio palestinese verso il sud dei Territori Occupati.

Intanto, in un altro punto caldo del confronto tra musulmani scviiti e sunniti, lo Yemen, il movimento di Resistenza yemenita Houthi Ansarullah – al potere nel nord dello Yemen –  ha presentato «Due avanzati sistemi di difesa aerea di fabbricazione nazionale».

Secondo quanto riportato dalla televisione al-Masirah, «Il generale di brigata Saree ha affermato che l’Aeronautica yemenita e la difesa aerea hanno tenuto sabato una conferenza stampa, durante la quale sono stati presentati due nuovi sistemi di difesa aerea. Durante il briefing con la stampa, sono state mostrate per la prima volta le immagini che mostrano l’abbattimento di droni nemici, inclusi quelli relativi alla recente operazione contro un drone americano MQ-9. Martedì scorso, le forze di Houthi hanno intercettato e preso di mira il veicolo aereo senza pilota statunitense mentre volavano nei cieli sopra la provincia sud-occidentale di Dhamar nello Yemen. Le forze di difesa aerea yemenite hanno abbattuto il drone General Atomics MQ-9 Reaper costruito negli Stati Uniti con un missile di precisione».

Mentre lo Yemen muore di fame e colera dopo che l ’Arabia Saudita e la coalizione arabo/sunnita hanno invaso il Paese nel marzo 2015, con l’obiettivo di riportare al potere il governo dell’ex presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi e schiacciare la Resistenza Ansarullah, ma invece che il grano crescono le armi.

Forse la timida mediazione di Macron – con tutti i difetti e le colpe che possono essere attribuite al presidente francese – può essere l’unica speranza per evitare che la polveriera mediorientale si trasformi in un conflitto globale di portata e conseguenze inimmaginabili.