Su 12 punti 3 inquinati. Risolvere le criticità storiche che ogni anno si ripetono

Goletta Verde in Emilia-Romagna: da foci di fiumi e canali ancora pericoli per il mare

Mare Monstrum, crescono i reati a danno del mare e delle coste, 5 reati per ogni Km di litorale

[9 Agosto 2016]

In Emilia Romagna il monitoraggio del mare realizzato tra< il tra il 30 e il 31 luglio dai tecnici di  Goletta Verde è andato sicuramente meglio che in altre Regioni, ma è fatto di luci e ombre: «Se da un lato la maggior parte dei punti campionati non evidenziano criticità particolari – dicono gli ambientalisti – dall’altro i soliti corsi d’acqua continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati, che rischiano di compromettere la qualità del mare e di quei tratti di costa. È il caso del torrente Marano a Riccione, alla cui foce i tecnici di Legambiente hanno effettuato un prelievo giudicato “fortemente inquinato”. Di certo non è una novità, visto che ormai da cinque anni i valori di inquinanti riscontrati in quel punto sono risultati “fuorilegge”.  Situazione di criticità reiterata anche alla spiaggia in corrispondenza della foce del fosso Pedrera Grande a Rimini, giudicata “inquinata”, su cui serve necessariamente un lavoro puntuale per accertarne le cause. Altro campionamento con valori di inquinanti superiori ai limiti di legge – rispetto ai dodici totali effettuati in Emilia-Romagna – infine è quello alla foce del fiume Uniti a Lido di Dante di Ravenna (per il secondo anno consecutivo) che riceve un giudizio di “inquinato”. Punti di criticità particolarmente rilevanti dato che avvengono nonostante una condizione meteo complessivamente favorevole, dato che la presenza di scarichi inquinanti che giungono fino al mare, in Emilia-Romagna si riscontrano essenzialmente dopo eventi di forte pioggia».

Criticità del sistema depurativo regionale rilevate anche dall’Unione europea, visto che la nuova procedura di infrazione contro l’Italia (2014/2059) coinvolge anche 10 agglomerati urbani dell’Emilia-Romagna, per un totale di 696.896 abitanti equivalenti, nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Problemi che non riguardano solo i comuni costieri ma anche quelli dell’entroterra.

Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna, sottolinea: «“Anche se nel complesso il monitoraggio di Goletta Verde può dirsi positivo la nostra attenzione si rivolge ancora una volta verso quei punti critici denunciati da anni che necessitano con urgenza dei controlli seri e approfonditi volti a trovare e rimuover e le cause di tale inquinamento, che evidentemente non sono stati ancora effettuati. Siamo sicuramente in una regione che ha fatto tanto sul fronte della depurazione e proprio per questo, soprattutto nei periodi di forti piogge, non è più tollerabile che scarichi non adeguatamente depurati finiscano nei fiumi e di conseguenza a mare come purtroppo ancora avviene. Chiediamo alla Regione e alle amministrazioni comunali di non abbassare la guardia non solo sul fronte della depurazione, ma anche sull’avanzare del cemento lungo la costa, sul bassissimo apporto di sabbia dai fiumi ormai troppo antropizzati e all’abbassamento dovuto al fenomeno della subsidenza: sono tutti temi che confermano in modo tangibile la fragilità dell’area costiera della regione».

A preoccupare il Cigno Verde è anche la crescita dei reati ai danni del mare: «Un incremento quasi del doppio rispetto allo scorso anno, in pratica 5 reati per ogni chilometro di litorale»,  dice Legambiente che ripropone i dati del suo dossier Mare Monstrum: «I reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato in Emilia-Romagna nel corso del 2015 sono stati 655 (in netta crescita rispetto ai 341 dell’anno precedente) con 671 persone arrestate e denunciate e 156 sequestri. A fare la parte del leone i reati relativi alla pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 293 infrazioni (con 247 persone denunciate e arrestate e 65 sequestri) e a seguire le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 164 (con 202 persone denunciate e 77 sequestri). Da citare, i reati relativi alla navigazione fuorilegge: 100 i reati contestati, con 101 persone denunciate. Alti anche i reati legate al ciclo del cemento, settore nel quale sono state registrate 98 infrazioni accertate, 121 persone denunciate e 11 sequestri».

Poi c’è  la pressione per l’urbanizzazione di aree libere: il dossier cita il caso del «territorio di Comacchio, all’interno del Parco regionale del Delta del Po, oggetto di speculazioni edilizie e operazioni immobiliari che si concentrano sulla fascia costiera fin dagli anni ‘60. Il risultato è la presenza di circa 30mila seconde case in un Comune che conta solo 23mila abitanti.
I forti interessi delle imprese edilizie non hanno conosciuto crisi e puntano ancora oggi a occupare nuove aree libere dal cemento. Il Piano regolatore del Comune prevede circa un milione di metri quadri di superficie utile ancora da edificare. A ciò si aggiunga che l’ente gestore del Parco, modificando uno dei suoi piani territoriali, con il placet dell’Amministrazione, della Provincia di Ferrara e della Regione Emilia Romagna, nel 2014 ha prefigurato la destinazione di circa 190 ettari di terreno, sui lidi di Comacchio, a nuove strutture ricettive. Decisione contro cui Legambiente si sta battendo anche con ricorsi al Tar».4

La portavoce di Goletta Verde, Katiuscia Eroe, conclude: «“Fermare chi continua a deturpare le nostre coste o inquina il nostro mare non è più soltanto una questione di difesa dell’ambiente. Il problema depurativo, fra tutti, in molte regioni risulta tra le cause del decremento delle presenze turistiche e rischia quindi di compromettere irrimediabilmente una delle maggiori risorse di questo Paese e l’economia ad esso collegata».