Onu, in Sud Sudan si stringe la morsa della fame

«Livelli d’insicurezza alimentare senza precedenti». Più di un terzo della popolazione ha bisogno urgente di cibo

[29 Giugno 2016]

Saranno circa 4,8 milioni le persone in Sud Sudan – ben più di un terzo della popolazione – che nei prossimi mesi dovranno fare i conti con una grave scarsità di cibo, mentre il rischio di una catastrofe per i livelli di fame, continua a minacciare parti del paese, hanno avvertito oggi tre agenzie delle Nazioni Unite. L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni unite (Fao), il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia (Unicef) e il Programma alimentare mondiale (Wfp) hanno sottolineato che, mentre il deterioramento della situazione coincide con una stagione magra insolitamente lunga e dura – durante la quale le famiglie hanno impoverito le loro scorte di cibo e non si aspettano nuovi raccolti fino ad agosto – il livello di insicurezza alimentare quest’anno è senza precedenti.
Secondo l’ultimo aggiornamento del rapporto Integrated Food Security Phase Classification (Ipc, Classificazione integrata dell’insicurezza alimentare), pubblicato oggi dal governo, dalle tre agenzie e da altri partner umanitari, si prevede che 4,8 milioni di persone avranno bisogno urgente di assistenza alimentare, agricola e nutrizionale sino a luglio, rispetto ai 4,3 milioni previsti in Aprile. Questo è il più alto livello di fame da quando è iniziata la guerra in Sud Sudan, due anni e mezzo fa, e il numero non comprende i 350.000 residenti nelle aree di protezione dei vivili dell’Onu o di altri campi per gli sfollati, al momento del tutto dipendenti dagli aiuti umanitari.

«Siamo molto preoccupati nel vedere che l’insicurezza alimentare si sta diffondendo oltre le aree coinvolte nel conflitto, a causa dell’aumento dei prezzi, delle strade impraticabili e dell’interruzione dei mercati, fattori che impediscono a molte famiglie, anche quelle che vivono nelle città, di avere accesso al cibo», ha affermato il Rappresentante della Fao nel paese, Serge Tissot.
L’insicurezza alimentare e il conflitto stanno anche costringendo molte famiglie a lasciare il Sud Sudan per i paesi limitrofi. Solo negli ultimi mesi, circa 100.000 sudanesi del Sud hanno attraversato le frontiere verso il Sudan, il Kenya, la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda, e questo numero è destinato ad aumentare a più di 150.000 persone per la fine di giugno. «I livelli di malnutrizione tra i bambini sono davvero allarmanti – ha affermato Mahimbo Mdoe, rappresentante dell’Unicef in Sud Sudan – Dall’inizio dell’anno, più di 100.000 bambini sono stati curati per malnutrizione grave. Questo rappresenta un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e un aumento del 150% dal 2014».
Insieme alle molte organizzazioni non governative internazionali e locali, la Fao, l’Unicef e il Wfp continueranno a fornire sostegno per salvare vite – e mezzi di sussistenza – in circostanze così difficili.  «Assistiamo adesso a bruschi picchi dei bisogni in nuove aree, come l’Equatoria Orientale o il Western Bahr el-Ghazal, dove i tassi di malnutrizione in alcuni luoghi stanno raggiungendo livelli davvero pericolosi – ha detto il responsabile del Wfp nel paese, Joyce Luma – Stiamo incrementando l’assistenza alimentare e nutrizionale, ma serve molto di più affinché la situazione non si deteriori ulteriormente durante la stagione magra».
In Sud Sudan la Fao per il 2016 fornirà assistenza d’emergenza e sostegno ai mezzi di sussistenza, a 3,1 milioni di persone. Attualmente sta distribuendo più di mezzo milione di kit per l’agricoltura e per la pesca e sta aiutando la produzione animale attraverso la vaccinazione di circa 11 milioni di animali. Il drammatico aumento dei tassi di malnutrizione, ha significato che nei primi quattro mesi dell’anno l’Unicef ha già curato il 45% del suo impegno di lavoro previsto per il 2016 stimato intorno a 166.000 bambini. Il Wfp ha programmato di assistere quest’anno in Sud Sudan più di 3 milioni di persone, attraverso un intervento combinato di assistenza alimentare d’emergenza, supporto nutrizionale salvavita per le madri e i bambini, laddove possibile progetti basati sulle comunità per la creazione di attività, e reti di sicurezza sociale come ad esempio i pasti scolastici.

di Fao, Unicef, Wfp