L’Ue deve chiudere la pesca a strascico in acque profonde al di sotto dei 600 metri

Uno studio innovativo conferma l’utilità di una regolamentazione europea

[1 Settembre 2015]

Questa settimana i funzionari europei si incontrano per valutare una nuova normativa europea per la gestione della pesca d’altura e sul loro tavolo farebbero bene anche a mettere il nuovo studio “A Scientific Basis for Regulating Deep-Sea Fishing by Depth”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori britannici che propone una soluzione pragmatica per proteggere uno degli ambienti più vulnerabili della terra.

Nel luglio 2012 la Commissione europea ha presentato una proposta per sostituire il regolamento sulla pesca d’altura nel nord-est dell’Atlantico. I 28 Ministri della pesca dell’Ue devono ancora decidere, anche se il Parlamento europeo ha votato sul nuovo regolamento nel dicembre 2013. Il Lussemburgo, presidete di turn dell’Ue ha indicato come prioritaria la negoziazione di una posizione del Consiglio sulla normativa e questo mese è in programma il riavvio del dibattito sulla base di un bozza di testo, che include un limite di profondità al di sotto del quale sarebbero vietate le attività di pesca in alto mare con lo strascico e con reti da posta ancorate.

Deep Sea Conservation Coalition, una coalizione di oltre 70 associazioni ambientaliste, organizzazioni di pescatori, e istituti che si occupano di politica e di diritto, tutti impegnati a proteggere il mare profondo, sottolinea che «La pesca a strascico d’altura, la pratica di trascinare reti enormi, fissate a piastre in acciaio, e cavi lungo il fondale, è ampiamente riconosciuta come la minaccia distruttiva più seria per gli ecosistemi di acque profonde nel nord-est dell’Atlantico. Inoltre è stato dimostrato che la pesca l’alto mare con reti a strascico delle flotte francesi al largo dell’Irlanda e della Scozia catturi 100 specie o più, la maggior parte delle quali non ha valore commerciale e pertanto viene scartata. Inoltre, l’innovativa ricerca scientifica portata avanti nell’ultimo anno ha dimostrato che i pesci e gli ecosistemi sedimentari delle acque profonde fungono da grandi pozzi di assorbimento di CO2, ma che la loro capacità è diminuita a causa della pesca a strascico d’alto mare».

Basandosi su un’analisi delle catture nel corso delle campagne sperimentali di pesca al traino nel nord-est dell’Atlantico, lo studio arriva alla conclusione che nella pesca a strascico d’alto mare al di sotto dei 600 metri di profondità nel nord-est Atlantico: il numero di specie colpite aumenta notevolmente a causa della crescente diversità delle specie ittiche con la profondità; Il tasso di catture accessorie e dei rigetti è destinato conseguentemente ad aumentare in modo drammatico; Anche la cattura di specie particolarmente vulnerabili come squali e razze aumenta drammaticamente sotto i 600mt di profondità; Il valore commerciale complessivo delle catture diminuisce.

Gli autori concludono che «Limitare la pesca a strascico a una profondità massima di 600 metri potrebbe rivelarsi un’efficace strategia di gestione che soddisferebbe le esigenze legislative europee».

La principale autrice dello studio, Joanna Clarke, dell’Institute of Biodiversity, Animal Health, and Comparative Medicine dell’Università di Glasgow, ha spiegato che «La cosa più importante da considerare riguardo ai nostri risultati è che la tendenza nella composizione delle catture nell’intervallo di profondità che va da 600 a 800 metri dimostra che gli impatti ecologici collaterali aumentano significativamente, mentre il ricavo commerciale per unità di sforzo diminuisce. Scendere più in profondità provoca sempre maggiori danni contro un beneficio ridotto per i pescatori e sembra che ad un limite di profondità di circa 600 metri si avrebbero benefici specifici per la conservazione».

Per Matthew Gianni, co-fondatore e consulente politico per la Deep Sea Conservation Coalition, «Questa ricerca dimostra chiaramente il valore che ha porre limiti alla pesca a strascico d’alto mare per la conservazione degli stock ittici e della biodiversità e per prevenire l’esaurimento di specie di acque profonde altamente vulnerabili, nonché per proteggerne gli habitat. I decisori politici devono dare ascolto alla scienza e concordare sul divieto di  pesca a strascico d’altura in profondità che vanno al di sotto dei 600 metri. I benefici ambientali superano di gran lunga i costi economici. Quando i funzionari degli Stati membri si incontrano questa settimana a Bruxelles, devono sostenere misure che andrebbero a proteggere una vasta zona degli oceani in tutta Europa, lo devono ai cittadini dell’Unione europea».”

Oltre a porre fine alla pesca a strascico e con reti da posta ancorate sotto i 600 metri, la Deep Sea Conservation Coalition chiede agli Stati membri dell’Ue di «Proteggere gli ecosistemi delle profondità marine associati ai fondali e garantire una pesca sostenibile: Richiedendo valutazioni di impatto ambientale per tutti i tipi di pesca in acque profonde; Assicurandosi che sia prioritario l’utilizzo di attrezzi da pesca eco-sostenibili e a basso impatto; Individuando aree di chiusura alla pesca di fondo in cui è nota o probabile la presenza di ecosistemi marini vulnerabili come i coralli e le spugne; Migliorando la gestione sia delle catture che del by-catch per le specie di acque profonde».