[20/02/2009] Parchi

Mediterraneo inquinato: i molluschi cambiano sesso e arrivano nuove specie di pesci

LIVORNO. I molluschi del Mediterraneo starebbero cambiando sesso a causa dell´inquinamento. E´ quanto emerge dalle analisi effettuate dall´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (l´Ispra, ex Icram), nell´ambito del progetto europeo MonItaMal, in collaborazione con l´università di Malta e il parco scientifico e tecnologico della Sicilia, sull´ambiente marino Mediterraneo, indagini che hanno interessato soprattutto Malta e Lampedusa. Questo sarebbe solo uno degli effetti del degrado ambientale che sta mutando ecosistemi ed habitat del nostro mare.

La causa della mascolinizzazione dei murici sarebbe il tributilstagno (Tbt) presente nelle vernici usate per le chiglie delle barche e il cui utilizzo è vietato in Italia da qualche anno, che secondo i ricercatori «causa la comparsa di veri e propri organi sessuali maschili nelle femmine sottoposte alle concentrazioni più elevate».

Le indagini sui molluschi sono state svolte anche attraverso una tecnica ormai utilizzata da decenni negli Usa e in Europa, il "mussel watch", che consiste nel trapianto di mitili in particolari gabbie per 12 settimane da aree indenni a siti d´indagine. Su questi vengono successivamente effettuate analisi biologiche e chimiche. Nell´ambito del progetto MonItaMal sono state posizionate nell´arco dei due anni di attività 20 gabbie di mitili per l´isola di Malta e 20 per Lampedusa.

I dati sono stati forniti durante la presentazione del video MonItaMal - Malta & Lampedusa for marine environment, prodotto dall´Ispra, «un film documentario, scritto e diretto da ricercatori Ispra (ex Icram ) che intende richiamare l´attenzione sulle tematiche dell´inquinamento chimico, le alterazioni della biodiversità e le sfide poste dai cambiamenti climatici. Le immagini commentate descrivono il Mediterraneo illustrandone gli aspetti di mare ricco di vita e di bellezze naturali, ma vulnerabile sotto il profilo ambientale e fortemente antropizzato. Il video mostra come le attività umane stanno drasticamente modificando i sistemi naturali, offrendo un quadro preciso e realistico di come sta cambiando la nostra vita sul pianeta, insinuando una riflessione sulla nostra capacità di convivenza all´interno del Pianeta stesso».

I ricercatori del progetto MonItaMa sottolineano che «l´inquinamento chimico e le alterazioni della biodiversità vengono oggi universalmente riconosciute tra le principali cause di alterazione della qualità dell´ambiente marino e della sua biodiversità, rappresentando quindi i principali indici da valutare nell´ambito del monitoraggio dell´ambiente marino. Inoltre il Mediterraneo sta andando sempre più incontro ad un cambiamento rapido della biodiversità sia a causa della penetrazione e della espansione di specie non indigene sia a causa delle modificazione climatiche che a causa della ridotta competizione delle specie autoctone indigene stressate dalle alterazioni ambientali e dall´overfishing. Attraverso la valutazione dei livelli di queste due diverse forme di alterazione ambientale, il progetto accoglie le esigenze di tutela delle aree naturali protette».

Le ricerche hanno interessato la fascia costiera di Lampedusa e le aree costiere delle isole di Malta, Gozo e Comino, ed in modo particolare: l´area costiera Nord-ovest di Malta dalle scogliere di Majiesa a Ras ir-Raheb con lo scopo di: valutare i livelli di contaminazione chimica su acque e sedimenti e di inquinamento biologico, i rischi ambientali derivanti da impatti antropici, definire linee guida per la gestione sostenibile delle risorse marine dei siti maltesi di particolare interesse ambientale e paesaggistico, al fine di incoraggiare l´eco-turismo, sviluppare n sistema informativo comune di facile consultazione finalizzato alla condivisione e diffusione dei risultati online attraverso Gis, messa a punto di un sistema unico di monitoraggio, attraverso interventi congiunti, scambi di esperienze e personale.

Dalla ricerca è emerso che, anche in seguito all´apertura del canale di Suez ed all´aumento del traffico navale, il riscaldamento globale in corso sta portando un visibile cambiamento nella biodiversità del Mediterraneo dove ormai sono presenti 110 specie esotiche, più o meno il 15% delle specie ittiche, mentre 50 specie stanno espandendo il loro areale verso nord grazie al mare più caldo e nel Canale di Sicilia sono state censite 10 nuove specie provenienti dal mar Rosso e 12 dall´oceano Atlantico.

Il Canale di Sicilia mantiene una buona qualità delle acque, mentre pesticidi come il Ddt si concentrano nelle acque davanti alle aree costiere urbanizzate che scaricano le fogne in acqua, come a Malta..

I ricercatori sottolineano che a Malta «lo studio ha messo in luce gli effetti di alcuni scarichi urbani sulla diversità, abbondanza e struttura delle comunità ittiche costiere. A livelli moderati, l´apporto di materia organica dovuto agli scarichi. può influenzare il "fish assemblage" attraendo specie gregarie e planctivore, come riscontrato dall´aumento nelle abbondanze di specie quali le castagnole e le occhiate in prossimità dei siti inquinati. Le differenze più eclatanti riguardano invece il declino nella ricchezza specifica, una caratteristica che solitamente evidenzia un impatto severo sulla comunità ittica. Specie come labridi Simphodus spp, Thalassoma pavo e il pesce pappagallo, Sparisoma cretense, risultano influenzati negativamente dagli scarichi. Alcuni requisiti ecologici di queste pesci, come la disponibilità di cibo e di substrati adatti per la riproduzioni non vengono, probabilmente, soddisfatti. Al contrario, l´abbondanza di alcune specie bentoniche quali il Gobius bucchichi e Parablennius rouxi risultano particolarmente elevate in prossimità degli scarichi, rivelandosi come dei validi indicatori di questo tipo di impatto. I risultati delle indagini rivelano profonde alterazioni ambientali dovute agli scarichi urbani. Considerata la incompatibilità di queste fonti di inquinamento con le necessità di protezione ambientale e con le stesse attività turistiche, misure appropriate dovrebbero essere prese, in linea con la normativa vigente».

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