[28/01/2010] News toscana

Legge toscana sulla caccia: per molti aspetti non piace nemmeno a Legambiente

FIRENZE. Sul tema della caccia c'è fermento  a livello nazionale per quanto sta succedendo in Parlamento e anche in Toscana dopo l'approvazione avvenuta ieri della legge di riforma regionale in cui una parte della maggioranza che sostiene il governo della Toscana ha preso le distanze (i consiglieri di Sel hanno votato contro).

Tra le associazioni ambientaliste il Wwf ha espresso un parere nettamente contrario mentre per Legambiente, greenreport ha sentito il presidente regionale Piero Baronti, tra l'altro particolarmente esperto in materia.

Uno dei punti salienti della riforma riguarda la cosiddetta "densità venatoria sostenibile" secondo la quale vengono stabilite le sovrabbondanze sul territorio di alcuni animali (vedi Ungulati, ma anche piccioni o tortore) che possono creare danno all'agricoltura e la possibilità quindi di abbattimenti fuori stagione venatoria. Come viene stabilità questa densità? Non è un provvedimento rischioso specialmente accorpato a quello del commercio della fauna abbattuta?

«Per quanto riguarda la densità ci sono dei censimenti che sono attendibili almeno per gli Ungulati con validazione fatta dall'Ispra. Per l'avifauna i dati direi sono più incerti. L'abbattimento fuori stagione di alcune specie è previsto anche dalla normativa nazionale la Legge 157/92. Quello che riteniamo illegittimo è che in base alla nuova norma gli abbattimenti possono essere fatti senza la presenza delle guardie della polizia provinciale. Questo è un aspetto che presenta qualche rischio».

E sul commercio della fauna selvatica abbattuta, cosa pensa Legambiente?

«E' inconcepibile. E' un incentivo al bracconaggio».

Un altro punto che ha fatto discutere è quello sul finanziamento pubblico alle associazioni venatorie. Qual è la vostra opinione in merito?

«Il finanziamento pubblico è previsto anche dalla legge nazionale ma il punto è un altro. La norma regola il prelievo venatorio e parla di tutela della fauna selvatica. O il finanziamento pubblico nono viene attribuito a nessuno, oppure si distribuisce a tutti i soggetti che fanno parte degli Atc (Ambiti territoriali di caccia ndr) come le associazioni degli agricoltori e ambientaliste. Non vedo perché chi persegue il miglioramento ambientale attraverso la gestione di oasi o zone di protezione così come prevede la legge,  debba essere escluso dal finanziamento».

Ci sono altri aspetti che non vi piacciono della legge approvata ieri?

«Si. Ancora in contrasto con la normativa nazionale vengono escluse dalla possibilità di fare vigilanza le guardie zoofile mentre a nostro avviso andavano inserite anche le guardie ambientali volontarie. Gli appostamenti fissi di caccia sono esclusi dall'avere licenza edilizia in netto contrasto con la normativa urbanistica e ancora le cosiddette trappole "selettive" ora i cacciatori le possono mettere in autonomia mentre prima questa pratica era gestita dalle guardie della provincia».

Quindi questa legge non vi piace?

«E' meglio di quella che il Senato ha approvato oggi, ma stiamo valutando se fare un esposto al governo su quegli aspetti che riteniamo in contrasto con la normativa nazionale».

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