[17/05/2010] News toscana

Processo Pm10: tutti assolti in Regione Toscana e nei comuni di Firenze e dintorni

FIRENZE. E' già avvenuto in altri contesti ed era quindi nell'aria (come le polveri sottili) l'assoluzione di Claudio Martini e Leonardo Domenici da parte del tribunale di Firenze, in merito al processo per l'inquinamento atmosferico. Il fatto non sussiste, il tribunale non ha accolto la tesi della Procura che aveva chiesto la condanna ad otto mesi per l'ex presidente della Toscana e l'ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici e a cinque mesi per gli altri imputati (assessori e sindaci, in carica e non, dell'hinterland fiorentino e l'ex assessore regionale all'ambiente Marino Artusa).

La Procura di Firenze contestava agli imputati di aver disatteso la normativa europea che pone un limite ai giorni di superamento di sostanze inquinanti e di non aver adottato provvedimenti e misure per la tutela della salute dei cittadini, nonostante il flusso di dati di rilevamento della qualità dell'aria, imponesse, secondo l'accusa, provvedimenti urgenti e per questo aveva chiesto la condanna.

Il tribunale, entrando nel merito delle motivazioni di assoluzione, ha evidenziato l'esistenza di polveri sottili di varia natura. Ci sono quelle che nascono per l'azione dell'uomo (quelle dovute ai fumi di scarico delle auto o delle caldaie) e quelle che nascono in modo naturale, provocate dalle onde che si abbattono su una scogliera, generate dall'azione di erosione provocata dal vento e dall'acqua oppure per gli esiti di un'eruzione  vulcanica e trasportate lontano dal vento.

Pare che sia difficile distinguere le prime dalle seconde che tra l'altro riguardano almeno il 23% del totale secondo il progetto P.a.tos., promosso dalla Regione e dall'Università di Pisa e Firenze. Quindi, e questo pare il punto di forza della difesa che poi è valso l'assoluzione, il contributo da fonte naturale non deve essere considerato e togliendo il contributo naturale non c'è prova che i limiti siano stati superati.

Soddisfazione è stata espressa dall'attuale presidente della Regione Enrico Rossi «La sentenza dimostra che la Regione Toscana e gli altri comuni coinvolti hanno sempre agito nel rispetto della legge e delle normative comunitarie. Ma evidenzia anche un altro aspetto: che l'inquinamento non deriva solo da fonti locali ma anche transfrontaliere e che lo smog si aggredisce con misure coordinate tra enti locali, Regioni, governi nazionali ed Europa. Sicuramente la Regione Toscana la sua parte l'ha fatta in questi anni e siamo disposti ad impegnarci per fare in futuro anche di più».

Quanto possano incidere le fonti naturali indicate dovrà essere ben ponderato situazione per situazione. Ma una cosa è certa: gli inquinanti viaggiano nell'aria e un amministratore locale, al di la dell'impegno che mette nel territorio di sua competenza per limitare il traffico privato o altre fonti inquinanti, non è responsabile totalmente delle politiche di mobilità (ad esempio) su un'area più vasta.

Ma un'altra cosa è certa: l'attuale modello di mobilità non è sostenibile (non solo quello nei centri urbani), e non è ancora ben chiara una strategia alternativa e un'azione coordinata per ridurre tutte le fonti di inquinamento. La via giudiziaria sicuramente non è la più idonea per risolvere problemi di questo tipo ma le responsabilità politiche per una situazione di stallo devono essere individuate. Qualche mese fa la giunta regionale ha approvato un nuovo piano contro gli sforamenti da Pm10. La delibera consente ai comuni di intervenire in modo  tempestivo per abbattere le polveri sottili e migliorare la qualità dell'aria (provvedimenti di emergenza e strutturali).

Alle province spetta il compito di coordinare l'azione dei comuni che compongono il loro territorio. Per quanto riguarda gli interventi strutturali deve ancora essere trovato il bandolo della matassa, i provvedimenti di emergenza (almeno nell'area fiorentina) sono stati interpretati dai vari comuni in modo disomogeneo e in alcuni casi (vedi Firenze) anche piuttosto blando. E il Pm10 nel frattempo non è diminuito come riconosciuto dal presidente della provincia di Firenze: «esiste in tutta la sua evidenza il problema delle Pm10 che è serio e di difficile soluzione con gli strumenti ordinari. Resta però intatta la volontà e lo sforzo da parte degli enti locali di aggredirlo nel modo più efficace». Pare di capire che ci vogliono strumenti straordinari che sarebbe bene individuare prima di un nuovo intervento della magistratura che nessuno auspica.

Torna all'archivio