[22/11/2010] News

Dall'Ue 20 milioni di euro al Sahel per far fronte all'aggravarsi della crisi umanitaria e ambientale

BRUXELLES. Dopo le siccità nel Sahel e nell'area sub sahariana sono arrivate devastanti alluvioni che hanno sconvolto Mali, Niger, Ciad, scendendo fino alla Nigeria, Al Senegal, al Benin ed al Togo e trasformando l'emergenza in dramma. Per questo oggi l'Unione europea oggi ha modificato la quota di finanziamenti messa a disposizione per i Paesi del Sahel, raddoppiandola da 20 a 40 milioni di euro, una cifra che dovrebbe permettere di portare aiuto umanitario ed alimentare ai settori più vulnerabili della popolazione. L'aiuto Ue a favore del Sahel per il 2010 arriva così a  74 milioni di euro, solo un piccolo risarcimento per una situazione creata anche dallo sfruttamento coloniale e neo-coloniale dei Paesi europei, per i cambiamenti climatici innescati dalla nostra industrializzazione e da un modello di vita che per i poveri del Sahel è un sogno inarrivabile che si sta trasformando in incubo, ma anche una "assicurazione" per aiutare in patria una masse di esseri umani disperati che diventerebbero prima profughi ambientali malgraditi negli altri Paesi africani e poi immigrati clandestini nella ricca Europa.

Nel Sahel, vivono oltre 10 milioni di persone che attualmente sono minacciate dalla fame: 7 solo nel Niger e 3 milioni fra queste sono in una situazione di insicurezza alimentare acuta e possono salvarsi solo con un aiuto urgente. Insieme al Niger gli altri Paesi più colpiti sono il Ciad (sconvolto anche dalla guerra civile e dai contraccolpi del conflitto nel confinante Sudan) e il nord della Nigeria, il Burkina Faso (dove si sta votando per le elezioni presidenziali) e l'est e il nord del Mali e il nord del Camerun. Tutti Paesi che sono in fondo alla classifica dell'indice di sviluppo umano.

«A causa del livello elevato di povertà e della mancanza di infrastrutture e dei servizi di base - spiega una nota della Commissione europea -  una gran parte della popolazione della regione è estremamente vulnerabile agli choc esterni quali il cambiamento climatico la diminuzione della produzione alimentare e l'aumento dei prezzi delle derrate alimentari»

Quindi la crisi alimentare del Sahel non arriva certo inaspettata, era stata prevista già nel settembre 2009, gli eventi meteorologici estremi degli ultimi mesi e settimane l'hanno ulteriormente aggravata, insieme all'instabilità politica di alcuni dei Paesi colpiti. Da allora il dipartimento Humanitarian Aid and Civil Protection della European Commissione europea (Echo) collabora strettamente con agenzie internazionali e Ong e fornisce fondi per fornire cibo ai più deboli e controllare, prevenire e trattare la malnutrizione.

Sembra una goccia nell'acqua, visto che la situazione continua a peggiorare a causa delle precipitazioni irregolari che si trasformano in alluvioni, dei cattivi raccolti del 2009 che hanno ridotto l'offerta dei generi alimentari e fatto aumentare i prezzi del cibo e per l'insorgere delle malattie endemiche come colera, malaria,meningite che si estendono a diversi Paesi e che pongono sfide umanitarie e sanitarie supplementari.

La commissaria Ue alla cooperazione internazionale, all'aiuto umanitario e alla reazione alle crisi, Kristalina Georgieva, ha sottolineato che «Le popolazioni che vivono nella regione del Sahel hanno bisogno del nostro aiuto per sopravvivere. Questo impegno finanziario dimostra che l'Europa si preoccupa della loro sorte. Durante la mia visita in quella regione all'inizio dell'anno, ho constatato di persona la sofferenza di queste persone. Grazie all'aiuto alimentare considerevole apportato in tempi rapidi e finanziato dalla Commissione europea, così come all'eccellente lavoro fornito dai nostri partner in questi ultimi mesi, sono state salvate numerose vite quest'estate. Tuttavia, tenuto conto dell'evoluzione preoccupante della situazione, è indispensabile intensificare i nostri sforzi  per salvare le popolazioni sempre in pericolo».

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