[03/02/2011] News

Alle presidenti sudamericane (purtroppo) piace il nucleare

LIVORNO. La recente visita ufficiale in Argentina del nuovo presidente del Brasile, Dilma Rouseff, è servita anche a firmare insieme alla sua collega  Cristina Fernández de Kirchner  un accordo sul nucleare tra i due colossi sudamericani che sono anche le due economie più importanti del subcontinente.

Durante gli incontri tra le due donne presidente del Sudamerica, il ministro argentino alla pianificazione, Julio De Vido, e il suo collega brasiliano Fernando Pimental hanno firmato un accordo secondo il quale la Comisión nacional de energía atómica dell'Argentina (Cnea) e la Comissão nacional de energía nuclear del Brasile (Cnen) costruiranno insieme due reattori nucleari per la ricerca.

Secondo la Cnea «L'accordo è la conseguenza della spinta all'integrazione bilaterale in materia nucleare che il governo nazionale promuove con intensità dall'inizio del 2008». L'accordo prevede che «Questi due reattori per la ricerca saranno del tipo "multipropósito" (multifunzionale, ndr) e saranno destinati agli stessi obiettivi generali di produzione di radioisotopi, di prove di irradiazione di combustibile e materiale e di ricerca sui fasci di neutroni». Non sono stati invece forniti dettagli sul tipo di percorso che verrà seguito e sui tempi per la costruzione dei reattori di ricerca.

Dopo la Declaración Conjunta, firmata dai presidenti di Brasile ed Argentina il 22 febbraio 2008, Cnea e Cnen hanno istituito la Comisión binacional de energía nuclear (Coben) che come primo atto, nel maggio 2008, ha organizzato il "Seminario binacional Argentina - Brasil de Cooperación Nuclear" che ha dato il via ad un lavoro incessante che ha portato all'accordo nucleare tra Dilma Rouseff e Cristina Fernández de Kirchner. Un accordo fortemente voluto dall'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula Da Silva che nell'agosto 2010 era volato in Argentina per incontrare la  Fernández de Kirchner anche per dare mandato alla Coben di «Intensificare gli sforzi per l'implementazione dei progetti di cooperazione ed integrazione da noi identificati come prioritari per l'avanzamento della cooperazione bilaterale nel campo degli usi pacifici dell'energia nucleare, particolarmente i progetti emblematici della relazione strategica bilaterale e ad alta visibilità, come lo sviluppo congiunto  di un reattore di ricerca multifunzionale».

Argentina e Brasile sono già due Paesi nucleari, anche se a portata ridotta, visto che entrambi dispongono attualmente di due reattori nucleari operativi.

I reattori nucleari dell'Argentina sono quelli di Atucha 1, a Buenos Aires (1974, Phwr-Siemens da 335 MWe) e di Embalse, Cordoba,  (1983, Phwr-Candu 6 da 600MWe). Un terzo reattore, quello di Atucha 2 (Phwr-Siemens da 692 MWe), dovrebbe entrare in funzione nel settembre 2011. Sono previsti anche due altri reattiori: uno del tipo Carem da soli 27 MWe a Formosa (forse in funzione nel 2014) e un altro Phwr Candu 6 da oltre 740 Mwe per il quale non si conosce né la località di costruzione, né il tempo di realizzazione.  Nel 2008 l'energia nucleare ha fornito in Argentina il 6,2% dell'elettricità: più di 6,8 miliardi di KWh.

I due reattori nucleari del Brasile, Angra 1 e Angra 2, producono il 3% dell'elettricità del Paese, 2009, 13 miliardi di kWh nel 2009. Recentemente il Brasile ha ripreso i lavori ad Angra 3, un reattore pre-Chernobyl, sollevando le proteste degli ambientalisti di tutto il mondo.

Angra 1,  (PWR  da 626 MWe) è entrato in funzione nel 192, Angra 2 (Pwr da 1270 MWe) nel 2000.  La costruzione di Angra 3, un Pwr da 1405 MWe (1270 MWe netti), è ripartita nel 1010 e dovrebbe terminare nel 2015. Il Brasile prevede anche la realizzazione di due reattori Pwr nel Nord-est tra il 2019 e il 2021  e di due reattori Pwr nel Sudest tra il 2023 e il 2025

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