Cop15 Cbd, Wwf: i governi del mondo investano in natura per invertire il declino della biodiversità

Portare da 100 a 700 miliardi di dollari gli investimenti per non far estinguere 1 milione di specie

[8 Ottobre 2021]

A pochi giorni dalla prima sessione della 15esima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity  (COP15 CBD) che si terrà a Kunming, in Cina, dall’11 al 15 ottobre, il Wwf chiede a tutti i governi del mondo di investire in natura: «Solo facendolo il nostro capitale naturale potrà difenderci dalle pandemie e dal cambiamento climatico, garantendoci salute e benessere».

Il Wwf  ricorda che «Per invertire la curva della perdita di biodiversità dovremmo far crescere di 6 volte gli investimenti che attualmente vengono stanziati  ogni anno su scala globale (da 100 miliardi a 700 miliardi di dollari, fonte Unep e Undp, le agenzie Onu  sull’ambiente e lo sviluppo) perché non possiamo permetterci di provocare l’estinzione di un milione di specie vegetali e animali che sono già oggi a rischio (come è stato attestato nel 2019  da Ipbes – l’Intergovernamental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services dell’Onu, l’equivalente per la biodiversità al ruolo dell’IPCC per il cambiamento climatico)».

La prima sessione della COP15 CBD dovrebbe concludersi con l’adozione  conclusione di questa prima sessione della COP 15 i governi stanno lavorando alla “Dichiarazione di Kunming” che dovrebbe definire gli obiettivi generali e le indicazioni di percorso che porteranno a definire il Global Biodiversity Framework 2030 (GBF) i cui dettagli verranno ulteriormente definiti nella seconda sessione della COP15 CBD fissata dal 25 aprile all’8 maggio 2022, sempre a Kunming.

A proposito dell’attuale bozza, Lin Li, direttrice global policy e advocacy del Wwf International, ha detto che «Il testo della Dichiarazione di Kunming è molto generico e privo di misure concrete per la sua attuazione, ma segnala la direzione da prendere. Se adottata, la Dichiarazione sarà molto significativa, perché riconosce che l’obiettivo del GBF post-2020 dovrebbe essere quello di invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Il testo afferma inoltre che, per riuscire a garantire un mondo “nature-positive”, occorre, da un lato, migliorare le attuali azioni di conservazione, dall’altro agire sul fronte della produzione e dei consumi non sostenibili. Questi sarebbero progressi importanti».

Lin Li, ricorda che «Stiamo affrontando una crisi della natura che minaccia sia la nostra salute che le nostre economie, ma i governi non sono finora riusciti a dimostrare di voler intraprendere azioni serie per affrontare la perdita di biodiversità.La COP15 rappresenta per i nostri leader un’opportunità irripetibile per garantire un accordo globale sulla biodiversitàche offra un mondo nature-positive per le persone e per il pianeta. L’attuale bozza di accordo sulla biodiversità è debole in diverse aree chiave, tra cui i meccanismi di finanziamento e i fattori che determinano la perdita di biodiversità: è essenziale che i leader utilizzino il vertice di ottobre per inviare un segnale forte e inequivocabile del proprio impegno a garantire un risultato che favorisca la trasformazione. E’ essenziale che i leader che si sono impegnati a sostenere la natura non perdano tempo e traducano questi impegni in un disegno ambizioso durante i negoziati. La Cina, in quanto Paese che detiene la presidenza della COP15, ha un ruolo vitale da svolgere nel guidare i leader a mostrare la propria volontà politica per assicurare un mondo nature-positive entro il 2030».