Fiume Brenta: un nuovo modo per prendersi cura dell’acqua

Un modello pioneristico in Italia: i cittadini si prendono cura dell'acqua potabile e “fanno del bene” al territorio in cui vivono

[26 Febbraio 2021]

Il fiume Brenta, in Veneto, è diventato «Una fonte di acqua potabile gestita e preservata non solo dalle amministrazioni e dagli enti preposti, ma anche e soprattutto dai cittadini che ne traggono beneficio, compensando gli impatti ambientali generati dal prelievo e adottando alberi per favorire l’infiltrazione nella falda». Si tratta di un bacino che serve circa 1,5 milioni di persone, dove 15 comuni hanno avviato un percorso virtuoso di salvaguardia delle fonti, di potenziamento della raccolta di rifiuti lungo il Brenta e di valorizzazione della ciclovia, aderendo e dando così vita a un nuovo modello, attualmente unico in Italia, di cura del patrimonio naturale: il Parco Fiume Brenta.

L’area fluviale del medio Brenta, che si estende da Bassano del Grappa a Padova, è riconosciuta a livello europeo e inserita all’interno della Rete Natura 2000: è una delle principali fonti di acqua potabile della regione e un sito ambientale di grande importanza naturalistica e turistico-ricreativa. La mancanza in passato di un piano di gestione integrato ha comportato l’aggravarsi di problematiche ambientali e gestionali.

Inoltre, nel 2020, per l’effetto della pandemia di Covid-19, le aree ricreative del fiume sono state prese d’assalto da turisti e visitatori in cerca di uno spazio all’aria aperta, spesso creando problemi di rifiuti, parcheggio e ordine pubblico. Il progetto LIFE Brenta 2030 è promosso da Etifor, Etra, Veneto Acque, il Consiglio di Bacino Brenta, il Comune di Carmignano di Brenta, Veneto Agricoltura e l’Università di Padova.

Al Parco Fiume Brenta spiegano che «Questa iniziativa di partecipazione “dal basso”, co-finanziata con fondi europei del progetto LIFE Brenta 2030, propone una modalità economico-sociale pionieristica tutta italiana: a occuparsi dello sviluppo, degli aspetti normativi e della promozione di un cambio culturale all’interno degli enti è Etifor, spin-off dell’Università di Padova impegnato su scala internazionale nella gestione e valorizzazione del patrimonio naturale».

Nel secolo scorso, nelle falde di tutta la pianura padana l’acqua potabile abbondava ed p è stata prelevata e trasportata nelle case dalla rete acquedottistica. Ma lo sviluppo industriale e agricolo hanno provocato un forte inquinamento acuito dalla crisi climatica e l’aumento della popolazione, comportando il danneggiamento delle fonti di acqua potabile all’origine.

Sono emerse così nuovi problemi legati alla necessità di prendersi cura dell’ambiente e delle aree che filtrano, proteggono e producono l’acqua potabile: falde acquifere, aree umide, sorgenti, fiumi, e foreste.

L’amministratore delegato di Etifor, Alessandro Leonardi, sottolinea che «In Italia solo una piccolissima percentuale del fatturato del settore idrico viene reinvestita sull’ambiente e per la protezione delle fonti, con un forte ritardo rispetto alla Direttiva Acque dell’Ue, che ci chiede di farlo dal 2006. Parco Fiume Brenta nasce in risposta a queste esigenze ed entra nel vivo nel 2021 con il coinvolgimento dei cittadini e con un network di amministrazioni locali, aziende e agricoltori che rappresenta un esempio di cooperazione territoriale piuttosto raro».

Oggi, la Direttiva Acque e in Italia il rDecreto Ministeriale 39/2015 permettono di destinare una piccola parte della tariffa idrica come contributo diretto alla salvaguardia delle fonti, consentendo ai cittadini di mitigare e compensare gli impatti. «Bere dal rubinetto – dice lo staff di LIFE Brenta 2030 –  diventa così un atto doppiamente responsabile: non si producono rifiuti di plastica e ci si prende cura del territorio. Non solo, i cittadini possono partecipare anche in maniera più attiva al miglioramento dell’intero ecosistema adottando uno o più alberi dal portale per le riforestazioni in crowdfunding wownature.eu, che consente di scegliere tra 19 specie autoctone, selezionate dal team di Etifor, in grado di ripristinare la biodiversità e di filtrare al meglio l’acqua nelle falde. Per chi avrà adottato un albero, sarà possibile partecipare (emergenza sanitaria permettendo) alla giornata di messa a dimora prevista tra l’autunno 2021 e la primavera 2022. Inoltre, i cittadini dei comuni co-finanziatori potranno usufruire gratuitamente di: percorsi di educazione ambientale per le scuole elementari e medie, attività per migliorare la sostenibilità delle aziende agricole all’interno dell’area, giornate ecologiche di raccolta rifiuti e soprattutto di un presidio ambientale integrato lungo l’asta del fiume che permetterà di rendere le aree più pulite e sicure per tutti».

Leonardi conclude: «Questo modello, in un Paese come il nostro caratterizzato dall’enorme quantità di bacini idrici naturali, è replicabile in qualsiasi territorio purché si inneschi un cambiamento culturale nelle istituzioni e negli enti che fanno parte di questa filiera. L’impegno di Etifor, oltre a concretizzarsi sul campo, si muove anche in questa direzione».

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