Oggi è la Giornata delle zone umide, ma sono diminuite del 71% dal 1990

Nonostante tutto, arrivano però a 100 milioni di ettari le aree protette nel mondo

[2 Febbraio 2016]

Cento milioni di ettari: a tanto ammontano le aree designate dalla Convenzione Ramsar, che in tutti gli angoli del globo (è stata firmata da 169 paesi) ha il compito di salvaguardare le zone umide. Si sono appena aggiunti, infatti, sette nuovi siti in Zimbabwe, una designazione fortemente voluta e sostenuta dal Wwf: tra le aree ‘new-entry”  figurano le Cascate Vittoria, la più grande cascata del mondo, e il sito di Monavale Vlei un’importantissima zona umida che si estende in ambiente urbano. Una buona notizia, dopo tante batoste per queste aree fondamentali, che arriva proprio in concomitanza con la Giornata delle Zone Umide.

«Quando celebriamo la Giornata mondiale delle zone umide, ricordiamo alla gente che l’acqua non proviene da un rubinetto; viene da ecosistemi sani e funzionanti – ha detto Isabella Pratesi, direttore conservazione Wwf Italia – Con miliardi di persone che dipendono delle zone umide per l’approvvigionamento di acqua, cibo e benessere, questa giornata è una vera e propria pietra miliare. Mentre i leader mondiali pensano a come attuare gli impegni presi nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, la protezione delle zone umide fornisce un contributo significativo al  benessere dell’umanità».

Le zone umide sono gli ecosistemi con la più alta biodiversità sulla Terra – in Italia, ad esempio, quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate alle zone umide – e agiscono come giganti spugne giganti in grado di assorbire l’acqua delle precipitazioni, immagazzinandola e restituendola nel tempo. Svolgono anche un ruolo cruciale nel depurare le acque in quanto assorbono sostanze chimiche, filtrano gli inquinanti e i sedimenti, abbattono le sospensioni e neutralizzano i batteri pericolosi: nonostante tutto, drammaticamente, si stima che la superficie delle zone umide nel mondo sia diminuita del 71% a partire dal 1900.