Più potere alle donne per mettere fine alla fame in Africa

Senza le donne impossibile trasformare in meglio l’agricoltura africana

[30 Ottobre 2020]

«I sistemi agroalimentari non possono essere trasformati se non c’è parità di genere». E’ questo  il semplice che ha portato alla pubblicazione  del nuovo rapporto, “Leaving no one behind: A Regional Outlook on Gender and Agrifood Systems” che è stato presentato del direttore generale della Fao Qu Dongyu e dalla commissaria per l’economia rurale e l’agricoltura dell’Unione Africana, Josefa Sacko, alla 31st Session of the FAO Regional Conference for Africa.

In Africa, , in quanto produttrici di cibo, trasformatrici e commercianti, le donne sono la spina dorsale delle loro famiglie, comunità ed economie rurali. Di solito prendono le decisioni nutrizionali per la famiglia. Il rapporto Fao evidenzia che «Gli effetti drammatici del cambiamento climatico insieme agli impatti della pandemia di Covid-19 significano che le donne devono affrontare molteplici sfide. Il numero di persone che soffrono la fame è in aumento e le donne hanno maggiori probabilità degli uomini di soffrire di insicurezza alimentare. Migliorare la condizione delle donne e sfruttare il loro potenziale di “eroine del cibo” sarà fondamentale per porre fine alla fame in Africa».

La presidente della Panafrican Farmers Organization, Elizabeth Nsimadala è d’accordo e ha chiesto «Maggiore partnership per affrontare la disuguaglianza. In Africa, le disuguaglianze tra donne e uomini sono tra le più grandi al mondo. Insieme, possiamo migliorare la condizione delle donne rurali».

Spesso le donne hanno un accesso limitato alla terra e all’agricoltura a causa di ccordi a breve termine con le autorità familiari o tradizionali. Diritti fragili che possono scomparire dall’oggi al domani, impedendo alle donne di pianificare in anticipo o di impegnarsi in un’agricoltura di conservazione a lungo termine.

Le donne beneficiano meno di processi e di strumenti agricoli avanzati, servizi e formazione degli agricoli e hanno meno accesso ai finanziamenti rurali. Tendono a utilizzare attrezzature manuali e acquistano meno spesso i fertilizzanti. Le donne africane incontrano ostacoli a partecipare a catene del valore più ampie e remunerative. Spesso manca loro la conoscenza degli standard commerciali necessari per espandere la loro attività, in particolare gli standard fitosanitari che implicano conoscenze specialistiche. Con tassi di istruzione inferiori e ambienti legali discriminatori, le donne non hanno accesso alle opportunità, con ripercussioni sulla loro sicurezza alimentare e su quella dei loro figli.

Commentando il rapporto in videoconferenza, la vice segretaria generale dell’Onu, Amina Mohammed, ha sottolineato che «Le donne rurali sono i pilastri dei nostri sistemi alimentari e agenti di cambiamento per la sicurezza alimentare e la giustizia climatica. Ma sono anche colpite in modo sproporzionato dalla povertà, dalla disuguaglianza, dall’esclusione e dagli effetti del cambiamento climatico. Questo eccellente rapporto darà un contributo importante al Food Systems Summit (che si terrà all’Onu nel 2021, ndr)  e alle politiche e strategie che danno potere alle donne e alle ragazze rurali in Africa».

Qu ha evidenziato che «Secondo i risultati del rapporto, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per creare un ambiente favorevole all’emancipazione e all’imprenditorialità delle donne rurali nel settore agroalimentare. Sono fiducioso che i nostri sforzi congiunti apriranno la strada a un futuro più responsabile per le donne e le ragazze rurali in Africa».

La Sacko ha sottolineato che «Quando parliamo di empowerment, dobbiamo avere una base di prove scientifiche per consigliare i responsabili politici, e questo rapporto contribuisce a questo sforzo. Le donne svolgono un ruolo sostanziale nell’agricoltura africana, ma non è sufficientemente apprezzato o documentato».

Basandosi su un’analisi di 40 valutazioni di genere dell’agricoltura e dei mezzi di sussistenza rurali di 40 Paesi, il rapporto fornisce un’analisi approfondita delle sfide e delle migliori pratiche per responsabilizzare le donne nelle aree prioritarie del Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (CAADP) e della Malabo Declaration e formula raccomandazioni «per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 e l’Agenda 2063 dell’Unione africana», tra le quali: Sviluppo di attività sensibili al genere e mirate al genere in materia di sicurezza alimentare, nutrizione e resilienza. Ad esempio, i programmi che forniscono denaro ai beneficiari attraverso i telefoni cellulari aiutano a colmare i divari di genere superando i vincoli di mobilità e diminuendo la dipendenza dalla documentazione ufficiale che le donne potrebbero avere difficoltà a ottenere; Aumentare l’imprenditorialità femminile e l’emancipazione delle donne nell’agrobusiness. Diversi Paesi hanno istituito fondi specifici per le aziende agricole di proprietà delle donne. Ad esempio, l’Imbita Eswatini Women’s Finance Trust fornisce microprestiti per le donne rurali senza requisiti collaterali e senza obbligo di approvazione del marito. Ad oggi, il fondo ha distribuito 15 milioni di euro; Garantire che il partenariato pubblico-privato sia inclusivo per le donne per migliorare la loro partecipazione alle catene del valore.