Danni alla Duna Feniglia: è solo colpa del vento?

«Se si fossero osservate le misure pianificate per aumentare la resistenza al vento della pineta, il danno sarebbe stato probabilmente più limitato»

[22 Novembre 2019]

Lo scorso 18 novembre, durante l’ondata di maltempo che ha colpito la Toscana, una fenomeno temporalesco si è abbattuto sulla riserva naturale della Duna Feniglia, la striscia di terreno che unisce il promontorio dell’Argentario alla costa, causando lo schianto di circa mille pini domestici – compresi fortunatamente in un perimetro di soli otto ettari sui 420 ettari totali della pineta.

L’instabilità della pineta della Duna Feniglia è il risultato non solo di pessime condizioni meteorologiche,  aggravate dal cambiamento climatico, ma anche dell’assenza di gestione della pineta negli anni passati.

La pineta della Feniglia non è una foresta naturale, ma è un rimboschimento effettuato a partire dal 1911. Gli alberi erano stati piantati molto vicini gli uni agli altri, prevedendo che la pineta dovesse essere successivamente sfoltita per aumentare la sua stabilità e la sua resistenza ai venti.

Tuttavia, per anni le prescrizioni dei piani di gestione elaborati dai dottori forestali vennero disattese o effettuate in maniera incompleta. L’ultimo piano (2004-2015), messo a punto dai prof. Orazio Lamarca e Pasquale Marziliano, sottolineava la urgente necessità dei diradamenti. Anche in questo caso, però, gli interventi non furono eseguiti.

Quel piano aveva anche evidenziato che le condizioni climatiche erano diventate molto difficili per la pineta, sia per l’aumento della siccità, sia per l’azione del vento. Veniva insomma sottolineato con forza che la pineta si trovava in una situazione critica, una sofferenza che si è manifestata nel modo più evidente proprio con gli schianti del 18 novembre.

Nella Duna di Feniglia non è mancata la pianificazione: quella che è mancata è stata l’attuazione della gran parte delle operazioni di gestione previste dai piani.

Non sono disponibili dati sulla velocità del vento ed è difficile dire se si sia superata la velocità-soglia oltre la quale qualsiasi tipo di alberi viene danneggiato (pari a circa 140 km/h). Ma se si fossero osservate le misure pianificate per aumentare la resistenza al vento della pineta, il danno sarebbe stato probabilmente più limitato.

di Sisef, Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale