Ghepardi dall’Africa all’India per ripopolare il Nauradehi Wildlife Sanctuary

Via libera all’introduzione nel Madhya Pradesh di ghepardi provenienti da Sudafrica e Namibia

[12 Marzo 2019]

Fino al XX secolo il ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus venaticus) era diffuso in gran parte dell’Asia meridionale, dalla penisola araba fino all’India, attualmente è uno dei carnivori più rari del pianeta, con meno di 50 individui che sopravvivono solo negli altopiani dell’Iran centrale. In India l’ultimo avvistamento di un ghepardo vivo risale al 1951, ora un ambizioso progetto di cui si parla da anni sembra destinato a diventare presto realtà nel Nauradehi Wildlife Sanctuary, nel distretto di Sagar,  che, con i suoi 1.197 km2 di superficie è l’area naturale protetta più grande del Madhya Pradesh, uno Stato dell’India centrale, che è considerato il luogo più adatto a reintrodurre il ghepardo nel subcontinente.

Dopo i recenti interventi di ripristino ambientale, l’area sarebbe in grado di sostenere senza problemi una popolazione di circa 50 di questi velocissimi felini. Il progetto prevede di introdurre 30 ghepardi che verranno importati dalla Namibia e dal Sudafrica in data ancora da stabilire. Le autorità del Madhya Pradesh sottolineano che «La scelta di introdurre ghepardi africani è dovuta all’impossibilità di ottenere esemplari dall’Iran», ma diversi ricercatori fanno notare che la sottospecie di ghepardo che vive in Namibia e Sudafrica non è la più simile a quelli asiatici rispetto ad altre sottospecie africane.

Ma il via libera all’operazione è arrivato sia dall’Iucn che dal National Board of Wildlife e dalla Corte Suprema dell’India e manca solo il completamento di alcune formalità in Sudafrica e Namibia e poi i ghepardi saranno catturati e trasferiti in India.

Da 4 mesi un comitato di 15 ricercatori del Nauradehi Wildlife Sanctuary  – di cui fanno parte lo State Forest Research Institute del Madhya Pradesh, il Jabalpur Veterinary Medical College e scienziati che si occupano di fauna selvatica –  sta lavorando proprio a questo, valutando anche l’impatto dei cambiamenti climatici e della biodiversità nel Santuario. Il team conferma che «Il santuario Niradehi è ottimo  per i ghepardi».

L’area destinata a ospitare i felini si estende su 500 km2 e di questi 400 km2 sono praterie in buona parte ripristinate. Inoltre, sono state identificate diverse aree ricche di fauna selvatica, in modo che i ghepardi abbiano abbastanza prede da cacciare. Nell’area sono presenti anche le risorse idriche necessarie a sostenere prede e predatore. Il team di scienziati, appoggiato da ex soldati, terrà sotto controllo i ghepardi con telecamere, droni e foto-trappole.