Terminata la prima fase del monitoraggio nazionale del lupo (VIDEO)

Dalle Alpi alla Calabria, coordinata dall’Ispra, la raccolta dei segni di presenza del lupo ha coinvolto migliaia di persone

[6 Maggio 2021]

Il 30 aprile si è conclusa la prima fase del monitoraggio nazionale del lupo e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), per la prima volta da quando il lupo è stato protetto, le istituzioni nazionali hanno unito le forze per fotografare la distribuzione e consistenza di questa specie, contemporaneamente dalle Alpi alla Calabria, utilizzando disegni di campionamento e protocolli standardizzati avanzati, messi a punto dall’Ispra e l’allora ministero dell’ambiente aveva dato mandato a Ispra di produrre una stima aggiornata della distribuzione e consistenza del lupo a livello nazionale. Ora Ispra sottolinea che « Sono stati mesi di lavoro complessi e difficili anche per le condizioni dettate dalla pandemia ma, nonostante questo, gli sforzi operati dalla rete di 3.000 persone sui 23.000 km di transetti hanno permesso di raccogliere i dati necessari alle analisi. Un’unione di intenti tra entità eterogenee cresciuta nella consapevolezza di partecipare ad un progetto scientifico unico per il nostro paese: il primo monitoraggio di un mammifero su scala nazionale basato su un protocollo standardizzato e un modello statistico scientifico elaborato da esperti del settore. I dati raccolti serviranno a fornire, nei prossimi mesi, le stime di distribuzione e abbondanza della popolazione del lupo su scala nazionale, un dato robusto e attendibile che costituirà la fotografia iniziale del monitoraggio e la base decisionale delle future politiche di conservazione e gestione della specie».

Piero Genovesi, responsabile del servizio coordinamento fauna selvatica dell’Ispra, sottolinea che «Il lupo è una delle specie più conosciute in Italia, ma anche una delle più elusive e difficili da studiare. Tutti i progetti finora attivati su questo carnivoro hanno avuto carattere locale e circoscritto nel tempo, limitando la possibilità di produrre una stima accurata a livello nazionale; per poter produrre una stima aggiornata e accurata abbiamo creato il Network lupo coinvolgendo tutti gli enti territoriali, partendo da Regioni e Parchi Nazionali, quaranta associazioni tra cui Wwf, Cai, Legambiente, Lipu, Aigae ed abbiamo attivato una collaborazione con i Carabinieri Forestali».

Gli esperti di Ispra, con il supporto di un pool di ricercatori universitari, hanno combinato in modo estremamente innovativo un disegno di campionamento probabilistico con le più avanzate tecniche di indagine sperimentate sulla specie, per ottenere una stima della popolazione del lupo e della sua distribuzione. Nello stesso periodo il progetto LIFE WolfAlps-EU ha coordinato e realizzato un analogo campionamento nelle regioni alpine, dalla Liguria al Friuli-Venezia Giulia.

I dati sul campo sono stati raccolti basandosi su protocolli operativi omogenei, perlustrando percorsi prestabiliti in circa 1.000 celle di 10 Km2 distribuite sull’intero territorio nazionale. Finita la fase di raccolta, sono già partite le analisi genetiche dei campioni raccolti, realizzate dal laboratorio Ispra di Ozzano dell’Emilia, e che proseguiranno nei prossimi mesi, poi e i risultati del monitoraggio nazionale della stima di distribuzione e abbondanza della popolazione del lupo in Italia saranno saranno elaborati e resi pubblici e illustrati in modo dettagliato alla fine del 2021, all’interno di un evento finale per illustrare le attività di progetto e forniranno una base di conoscenza scientifica credibile e trasparente.

Ispra  ha accettato la sfida impegnativa di coordinare tutte le attività del monitoraggio del lupo su scala nazionale su mandato del Ministero della Transizione Ecologica e ringrazia  chi ha creduto in questa impresa, aiutandola e  supportandola  con mezzi, idee e volontari: Lifewolfalps Eu per il coordinamento nell’area alpina, Federparchi con i 20 tecnici che hanno coordinato il monitoraggio nelle zone peninsulari, il Corpo dei Carabinieri Forestali che con 504 reparti ha svolto un lavoro insostituibile, gli enti locali, i parchi, le regioni e le province autonome, le associazioni nazionali Aigae, Cai, Legambiente, Lipu e Wwf e le associazioni A.P.S. SOS Natura, Ardea, ASNU – Associazione Scienze Naturali Unite, Canislupus Italia Onlus, Centro de Romita, Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini, EcoLato-Sportello di agroecologia, Fare Ambiente, I Camminanti, IntraMontes, Io non ho paura del lupo, K’Nature, Piacenza Wildlife Rescue Center (CRAS), Salviamo l’Orso, Selvatica APS, Serapia, STERNA Soc coop arl , ARiF Associazione Rilevatori Faunisti, Terre del Mediterraneo, Thalassia, WildUmbria, Associazione Guide Ufficiali ed esclusive del Parco del Pollino, Associazione guide ufficiali ed esclusive del parco nazionale dell’appennino lucano Val D’agri – Lagonegrese -ONLUS , Centro Studi Appennino Lucano, GEV Bo, GEV Faenza, NaturOffice APS.

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