Basterebbe circa lo 0,06% del Pil per sostenere la transizione verso un’economia sostenibile

Carraro: «Il gap tra risorse finanziarie necessarie e quelle effettivamente disponibili è ancora rilevante», stimato tra i 500 e i 1000 miliardi di dollari l'anno

[13 Novembre 2019]

Si è aperta ieri l’ottava edizione della Settimana dell’investimento sostenibile e responsabile, con una riflessione quanto mai attuale sull’emergenza climatica, con l’Italia sott’acqua da Venezia a Matera.

Per la keynote lecture è intervenuto Carlo Carraro, economista ambientale proprio all’Università Ca’ Foscari di Venezia e vicepresidente del working group III sulla mitigazione dell’Ipcc – l’organizzazione scientifica della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici –, che si è concentrato sulla necessità di passare dalle parole ai fatti: come noto servono risorse adeguate a finanziarie gli investimenti indispensabili per ridurre le emissioni di gas serra, in modo che la temperatura media globale non aumenti di più di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Di quanto si parla?

«Il gap tra risorse finanziarie necessarie e quelle effettivamente disponibili è ancora rilevante» come spiega Carraro, che stima la differenza tra i 500 e i 1000 miliardi di dollari l’anno. Carraro – riporta l’Ansa – sottolinea che il «costo della transizione verso un’economia sostenibile è limitatissimo», pari a circa lo 0,06% del Pil, ma sono elevati gli investimenti necessari ad avviare il processo. Un recente rapporto di Morgan Stanley stima ad esempio che servono investimenti di 1600 miliardi di dollari l’anno per la transizione ecologica, una cifra che corrisponde più o meno a quanto «già oggi si spende in infrastrutture energetiche». Il problema sta semmai nell’indirizzare le risorse già disponibili verso obiettivi adeguati.

«Ma i mercati, diversamente dai governi – sottolinea Carraro –, stanno prendendo la giusta direzione. Il mondo della finanza ha messo a disposizione delle imprese nuovi strumenti finanziari per sostenere i loro investimenti di riduzione delle emissioni. Soprattutto per investimenti in rinnovabili e nei paesi in via di sviluppo. Con risultati importanti: circa 500 miliardi nel 2018 secondo i dati Ocse».

Il problema è il tempo a disposizione per agire, sempre più scarso: «All’aumento della temperature di due gradi a fine secolo arriveremo sicuramente, qualunque cosa faremo adesso – secondo Carraro – ma se non facciamo niente l’aumento sarà molto di più. È a rischio è il futuro della specie umana, e anche il presente».