Nubifragi, inondazioni, vittime e centinaia di migliaia di sfollati in gran parte dell’Asia

Duramente colpiti India e Paesi vicini, Cina e Giappone

[14 Luglio 2020]

Il monsone dell’Asia meridionale è la spina dorsale dell’economia regionale, ma ogni anno provoca anche perdita di vite umane e danni. E il caso di quanto sta succedendo quest’anno: piogge monsoniche insolitamente intense e inondazioni hanno colpito e stanno colpendo l’India, gli altri Paesi del sud asiatico, la Cina e il Giappone, causando gravi danni, vittime e esodi di migliaia di persone alla ricerca di un rifugio. La World meterological organization (Wmo) dice che tutto questo «Ha  nuovamente sottolineato l’importanza dei servizi meteorologici e idrologici nazionali nella protezione della sicurezza pubblica.

Secondo il South East Asia Flash Flood Forecast System, la situazione sembra essersi ulteriormente aggravata nelle montuose tra Bhutan, Bangladesh, India nord-orientale, Myanmar e Nepal e in Cina diverse regioni e province sono ancora in allarme per possibili inondazioni.

Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha evidenziato che «Le sfide poste dalle devastanti piogge e inondazioni in Asia sono state complicate dal Covid-19. Anche se l’attenzione globale è comprensibilmente focalizzata sulla pandemia, ciò non dovrebbe distrarci dalla continua necessità di investimenti nei sistemi di allerta precoce multi-pericolo per aumentare la resilienza. Questo è particolarmente vero dato che i cambiamenti climatici stanno aumentando il rischio di eventi estremi di pioggia, inondazioni e inondazioni costiere. La Wmo e i servizi meteorologici e idrologici nazionali continueranno a lavorare per proteggere vite e mezzi di sussistenza».

Nell ultime settimane l’India Meteorological Department ha emesso continui allarmi rossi   per forti piogge  per molti distretti nord e nord-orientali, soprattutto negli Stati di Assam, Mehghalaya, Arunachal Pradesh, Bihar e East e West Uttar Pradesh.

Il Flood Forecast Center del Bangladesh, dove molte parti settentrionali del Paese erano già state sommerse a fine giugno, ha emesso nuovi allarmi alluvioni. Anche il Bhutan National Centre for Hydrology e il Meteorology and the Hydrology and Meteorology department del Nepal  hanno lanciato preoccuarti allarmi per forti piogge, pericolo di inondazioni e frane improvvise e il rischio che i fiumi rompano gli argini.

Al 10 luglio, molte aree nell’India centrale e nord-nord-orientale avevano già visto piogge monsoniche con oltre 150 mm sopra la media e decine di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case nell’Assam, e ci sono state inondazioni costiere nello Stato del Gujarat.

In Cina, gravi inondazioni hanno colpito milioni di persone, con decine di vittime. Da giugno, continui nubifragi hanno sferzato gran parte della Cina meridionale e le acque di molti fiumi – compreso il gigantesco Yangtze – hanno superato i livelli di guardia. I danni sono elevatissimi.

Il 7 luglio, il dipartimento per il controllo delle inondazioni e della siccità della Repubblica popolare cinese ha elevato a III il livello di pericolosità per inondazioni. Il 12 luglio è stato emesso un allarme di livello II e III per alcune aree di Shanghai e di provonce come Jiangsu,  Zhejiang, Anhui, Jiangxi, Hubei e Hunan. La Cina ha un sistema di risposta alle emergenze per il controllo delle inondazioni a 4 livelli, con il livello I che rappresenta il più grave. Domenica

L’Amministrazione meteorologica cinese ha detto che fino all’11 luglio, i temporali avrebbero interessato la Cina sudoccidentale, a sud della regione del fiume Yangtze, della regione di Jianghan e della regione di Jianghuai, per poi spostarsi verso nord, in particolare nel nord dello Jiangxi, nel nord-est dell’Hunan e nel  bacino centrale e settentrionale del Sichuan.

Oggi l’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha annunciato che «Il livello dell’acqua nella stazione idrologica di Hanku, nel centro della Cina, un punto cruciale del fiume Yangtze, è diminuito lunedi,  mentre il picco dell’inondazione passava per la sezione».

L’ufficio per le risorse idriche di Changjiang dice che «La stazione di Hanku nella provincia dell’Hubei aveva registrato un picco del livello dell’acqua di 28,74 metri alle 17,00 di lunedi, inferiore al picco di 28,77 misurato alle 23,00 di domenica».

Si tratta del quarto livello più alto del 1865, dopo quelli del 1954, 1998 e 1999, ma il picco lo Yangtze lo dovrebbe toccare oggi con circa 29 metri per lo svuotamento di parte delle dighe lungo il corso superiore dello Yangtze per metterle in sicurezza.

Il Giappone ha subito per più di una settimana inondazioni hanno colpito le parti meridionali del Paese, facendo decine di vittime e dispersi.  In 4 prefetture dell’isola di Kyushu è stata ordinata l’evacuazione di almeno 270.000 persone.