Le ragazze salveranno il mondo? Lo stanno già facendo

Le donne sono in prima linea in tutti i settori della transizione ecologica. Perché spesso non ce ne accorgiamo? «È in parte un problema culturale italiano», spiega Annalisa Corrado

[12 Maggio 2020]

Oggi le due maggiori leader mondiali dell’ambientalismo sono una giovane donna ispanica eletta al congresso Usa e una caparbia ragazzina svedese che deve ancora finire la scuola: nulla di più lontano l’una dall’altra sulla carta, ma come scrive Annalisa Corrado – autrice per People de Le ragazze salveranno il mondo – Alexandria Ocasio Cortez e Greta Thunberg dopo aver vinto mille pregiudizi «hanno trovato un modo per dire le cose che è nuovo, dirompente, forte e chiaro: hanno trovato la maniera di rendere popolari e accessibili argomenti che, fino a poco tempo prima, erano considerati (comprensibilmente, vista la loro complessità) di nicchia e per specialisti».

Oggi come mai prima d’ora la rivoluzione verde sembra tingersi di rosa, ma la sorpresa è solo di chi guarda con superficialità alla transizione ecologica: da Rachel Carson, la donna che sconfisse le multinazionali del Ddt e inaugurò una nuova coscienza ambientalista con il suo libro Primavera silenziosa, passando per la premio Nobel Wangari Maathai e alla sua lotta per la democrazia nel Kenya post-colonialismo, donne di valore sono sempre state in prima fila per creare un modello di sviluppo più sostenibile. Solo che in troppi non se ne sono accorti.

Partendo da questa consapevolezza Annalisa Corrado – portavoce di Green Italia, ingegnera meccanica, responsabile di progetti innovativi per AzzeroCO2 e per l’associazione Kyoto Club – accende una nuova luce sulle loro storie. E spiega che una società in cui giustizia ambientale e giustizia sociale vanno di pari passo può passare solo per l’affermazione di diritti fondamentali: una lotta entro la quale le donne hanno ancora da dire molto.

Anche in Italia? «Due italiane ci sono nel libro, e sono Rossella Muroni e Daniela Ducato  che firmano prefazione e postfazione – spiega Corrado – e che stanno facendo tantissimo, nell’imprenditoria così come in politica e nell’associazionismo. Le donne sono in prima linea in tutti i settori». Perché allora spesso non ce ne accorgiamo? Per Corrado «è in parte un problema culturale italiano: penso alle donne impegnate nelle battaglie sul Pfas, nella Terre dei fuochi, sull’amianto, alle ricercatrici che hanno isolato il virus, a Ilaria Capua che è stata maltrattata, alla professoressa Dominici che ora è sulla bocca di tutti perché è ad Harvard, ma che è andata via perché in Italia non si poteva lavorare nel mondo della ricerca così machista e chiuso».