In Toscana 388mila tonnellate/anno di spreco alimentare, nasce un protocollo per ridurlo

Fratoni: «È un problema che interessa l'intera filiera. Genera impatti ambientali ed economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale»

[22 Giugno 2018]

Lo spreco alimentare è uno dei paradossi più brucianti del nostro tempo, anche se spesso non ce ne rendiamo pienamente conto (anche perché è un fenomeno molto difficile da misurare). Colpisce tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale, economica. E la Toscana non è indenne: secondo elaborazioni di Federdistribuzione, si stima che nel territorio regionale lo spreco alimentare sia pari a circa 388.000 tonnellate/anno, per il 45% attribuite alle famiglie e la restante parte agli operatori economici, con l’agricoltura responsabile per il 34%, il 14% a carico della distribuzione, il 5% da attribuire alla ristorazione e il 2% all’industria. Uno spreco che traslato a livello nazionale comporta – secondo le stime del Politecnico di Milano – sprechi economici per 12,6 miliardi di euro/anno, anche se al contempo il 6,5% delle famiglie italiane (Istat, 2016) dichiara di non avere soldi in alcuni periodi dell’anno per l’acquisto del cibo.

Per questo oggi la Regione e Anci Toscana hanno firmato un protocollo d’intesa con i partecipanti al progetto co-finanziato dall’Ue LIFE-Food.Waste.StandUp, ovvero Federalimentare (capofila), Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare onlus e Unione Nazionale Consumatori: lo scopo è quello di favorire e valorizzare la donazione delle eccedenze alimentari (prodotti non più commercializzabili ma ancora commestibili)  e, dunque, contemporaneamente ridurre la quantità di rifiuti prodotti.

«Quello delle perdite e degli sprechi alimentari – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Federica Fratoni (nella foto, ndr) – è un problema che interessa l’ intera filiera, dalla produzione al consumo, e che genera impatti ambientali ed economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale. Non solo, lo spreco alimentare ha serie ripercussioni anche sui cambiamenti climatici, basti pensare alla dispersione delle risorse idriche ed energetiche. Si tratta di una sfida di responsabilità che ci coinvolge tutti, soggetti pubblici, privati e singoli cittadini, e che inizia dalle buone pratiche quotidiane. Progetti come il LIFE-Food.Waste.StandUp sono importanti per promuovere la conoscenza e sensibilizzare verso la lotta allo spreco e il contrasto alla povertà sociale, anche attraverso interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari».

Il progetto LIFE-Food.Waste.StandUp – che è partito il 7 luglio 2016 e si concluderà il 30 giugno 2019 – è incentrato sul tema della prevenzione e riduzione dello spreco alimentare e del recupero delle eccedenze, con l’obiettivo di sensibilizzare l’intera filiera, con attività di comunicazione e di informazione su tutto il territorio nazionale, e anche in ambito europeo. E con la firma del protocollo d’intesa, i soggetti riuniti oggi in Palazzo Strozzi Sacrati s’impegnano a tradurlo in atti concreti sul territorio regionale, attraverso le seguenti attività sintetizzate dalla Regione:

Favorire la raccolta presso i luoghi indicati dalle aziende dei prodotti alimentari non più commercializzabili ma ancora edibili per la loro redistribuzione a strutture caritative, comprese Organizzazioni ed enti con cui le imprese hanno già un’attività di collaborazione; promuovere presso i Comuni l’adozione di misure premiali, in particolare la riduzione della tariffa comunale sui rifiuti, per le imprese che donano le proprie eccedenze; comunicare e divulgare i risultati e le best practice che ne deriveranno; promuovere l’incremento del numero di aziende e dei punti vendita che donano le proprie eccedenze alimentari; realizzare e diffondere campagne di comunicazione e/o informazione sull’importanza della riduzione dello spreco alimentare.