Muroni: «I fondi che l’Ue mette a disposizione della ripresa dovranno andare alla transizione climatica» (VIDEO)

«Garantire una ripresa verde in Italia, in Europa e per le future generazioni»

L’appello delle associazioni ambientaliste al presidente del Consiglio Conte.

[16 Luglio 2020]

In vista della riunione straordinaria del Consiglio Europeo di domani 17 luglio, nella quale si discuterà il Piano per la ripresa in risposta alla crisi Covid-19, Legambiente, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria, T&E, Greenpeace Italia hanno inviato un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere «un intervento immediato per allineare la proposta della Commissione agli obiettivi climatici europei».

Le 5 associazioni ricordano al premier che «Il piano per la ripresa di €1,85 trilioni proposto dalla Commissione e in particolare il nuovo strumento Next Generation EU introdotto al fine di garantire che nessun paese venga lasciato indietro nel post-Covid, rappresenta un pacchetto di stimolo senza precedenti a favore dell’Unione, che potrebbe innescare una ripresa verde prospera e giusta dell’Italia e dell’Europa, dichiarano le associazioni. Tuttavia, malgrado le buone intenzioni, la Commissione non definisce in maniera esaustiva le condizionalità green associate al fondo che, ad una attenta lettura, risultano largamente facoltative. In particolare, il pacchetto Resilience and Recovery Facility (RRF), il più corposo del Next Generation EU, e per il quale l’Italia potrebbe risultare la maggiore beneficiaria, non è associato ad alcuna lista di esclusione che garantisca che i fondi non siano utilizzati a scapito del clima e dell’ambiente».
In questo contesto, la coalizione europea dei Green 10 – che riunisce i 10 più importanti network ambientali europei, con oltre 54 milioni di membri –  ha già lanciato un appello ai decisori politici chiedendo che «i piani di spesa per lo strumento RRF siano vincolati all’impegno dell’Europa a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050».
Le associazioni italiane rivolgono oggi lo stesso appello a Conteo, sottolineando «la duplice importanza che tale tema riveste per il nostro Paese, sia in termini di opportunità, essendo l’Italia la maggiore potenziale beneficiaria del fondo RRF, sia in termini di responsabilità, considerando il ruolo del nostro paese nell’ambito della COP26, il Green New Deal italiano caposaldo del contratto di governo e dunque il dovere di tenere alta l’ambizione ambientale e climatica dell’Italia e dell’Europa in questa trattativa».

Nella nota, le Associazioni avanzano tre richieste a Conte: »Supportare una chiara distinzione delle transizioni “verde” e “digitale”; supportare l’introduzione di una lista di esclusione su cosa non è finanziabile per assicurare che i piani di spesa non contengano alcuna voce che possa arrecare danno al clima o all’ambiente; assicurare che almeno il 50% del Resilience and  Recovery Facility sia destinato a progetti legati al clima e si basi sullo strumento della Tassonomia».
Legambiente, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria, T&E e Greenpeace concludono: «Il ruolo che il Governo Italiano può e deve giocare in sede europea è estremamente importante, essendo uno dei maggiori beneficiari del Recovery Fund. Si tratta di un’occasione storica per il nostro Paese, per reagire alla crisi economica derivante dalla pandemia al contempo realizzando quella rivoluzione verde tanto necessaria quanto urgente, con una giusta transizione che sappia coniugare lavoro, ripresa economica e tutela dell’ambiente. Il cambiamento climatico- se ignorato- avrà conseguenze ben più devastanti di quelle che oggi osserviamo in relazione alla recessione da Covid-19 e utilizzare questi fondi in un’economia business as usual sarebbe un errore imperdonabile».

Concetti che sono riecheggiati alla Camera, dopo le comunicazioni del premier Conte, nell’intervento della deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni: «Di fronte alla crisi del covid l’Europa si è dimostrata pronta a misure inedite, dalla sospensione del Patto di Stabilità ai fondi di Next Generation Eu. E’ una straordinaria occasione da cogliere per rilanciare economia e lavoro in chiave green. Dobbiamo quindi gettare le basi per una ripresa basata su ricerca e innovazione, sulla neutralità climatica e sugli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Accordo sul Clima di Parigi. Come ci chiede l’Europa dobbiamo investire anche sulla parità di genere e sulle giovani generazioni. I fondi che l’Ue mette a disposizione della ripresa dovranno andare alla transizione climatica, quindi la trasformazione della nostra economia deve essere al centro del piano che porteremo in Europa. E servono il coraggio e la coerenza per investire le risorse che avremo su decarbonizzazione, rinnovabili, efficienza, recupero dei materiali, mobilità e agricoltura sostenibili, ossia su nuove filiere e nuova occupazione pulite».

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