Il ForumDD si rivolge alla Commissione Ue per chiedere di migliorare il Pnrr

Significativa carenza di dialogo sociale e molto debole la considerazione degli aspetti sociali della transizione ecologica: «Promuovere riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni nazionali e comunitarie»

[18 Maggio 2021]

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) spedito il 30 aprile alla Commissione europea per le valutazioni del caso – ancora in corso – è stato elaborato e approvato dal Governo Draghi con una «significativa carenza di dialogo sociale» che adesso il Forum Disuguaglianze Diversità tenta di correggere in extremis rivolgendosi direttamente alla Recovery and resilience task force del Segretariato generale della Commissione europea.

Il ForumDD ha infatti inviato alla task force il proprio documento di valutazione del Pnrr confidando in un miglioramento complessivo del piano, e chiedendo che la versione finale garantisca almeno gli strumenti per una piena e adeguata consultazione nella fase di attuazione dei progetti finanziati.

«Indispensabile a questo scopo – spiega la missiva – è che il sistema di monitoraggio previsto nel Piano e relativo sia alle milestone and targets di spesa, realizzazione e processo, sia agli step procedurali propedeutici agli esiti suddetti, sia accessibile in modo tempestivo, aperto e utilizzabile da tutti i cittadini, e dalle organizzazioni di cittadinanza, del lavoro e delle imprese. Il modello di monitoraggio aperto di Open coesione, utilizzato per la politica di coesione, può essere di riferimento. La piena e trasparente conoscenza di tutti gli stadi di attuazione del Piano potrà consentire di avviare un diffuso monitoraggio civico, essenziale non solo per assicurare tempestiva ed efficace attuazione del Piano, ma anche per promuovere quel riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni nazionali e comunitarie, che del successo delle politiche europee è un tassello fondamentale».

Significativa, sotto questo profilo, la valutazione della transizione ecologica prevista nel Pnrr e valutata dal ForumDD nel documento inviato a Bruxelles.

«Emerge un ulteriore scivolamento tecnologico, già riscontrato nella precedente versione del Piano, senza attenzione – sottolinea il ForumaDD – alle trasformazioni sociali e culturali necessarie a supportare il cambiamento. A fronte delle assai chiare indicazioni europee sulla natura trasversale della transizione ecologica, non è presente al momento alcuna indicazione su come si raggiunge il 37% di green né quale sia il tasso di green presente nei vari progetti (l’UE richiede di esplicitare tre valori: 100% – 40% o 0 di contributo al green). Modeste le ambizioni: perfino gli obiettivi per il clima sono inferiori a quelli europei: 51% di riduzione di CO2 al 2030 (contro il 55%)».

Per il ForumDD è inoltre «molto debole la considerazione degli aspetti sociali della giusta transizione, fa eccezione la rapida citazione della povertà energetica tra le motivazioni dell’efficientamento energetico in edilizia, a cui però non fa seguito alcuna proposta di contrasto, mentre si registra un drastico taglio dei finanziamenti rispetto al precedente Piano (da 29,23 a 15,22 miliardi), particolarmente accentuato nell’edilizia pubblica, senza alcuna considerazione delle misure proposte (anche dal ForumDD) per evitare che il super-bonus vada solo ai ceti più abbienti. Preoccupa infine la sproporzione tra investimenti per il trasporto locale e ferroviario regionale e quelli per l’alta velocità».

Vi è, infine, una «nutrita previsione di riforme strettamente legate all’attuazione della Missione, su cui occorrerà vigilare affinché le pur necessarie semplificazioni non si trasformino nella generalizzazione del così detto modello Genova».