In Italia a maggio rinnovabili elettriche ai massimi storici: coperto il 50% della domanda

ENEA: nel secondo trimestre 2020 drastico calo di consumi, emissioni e prezzi

[17 Settembre 2020]

Dall’”Analisi trimestrale del sistema energetico italiano II trimestre 2020″ pubblicata oggi dall’Unità studi e analisi dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), emerge che «Un drastico calo dei consumi energetici (-22%) si è verificato nel secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il picco negativo è stato raggiunto ad aprile (-30%) in coincidenza con il lockdown, mentre su un semestre base c’è stata una diminuzione del 14% rispetto al primo semestre 2019».

Inoltre, un forte calo dei consumi elettrici (-13%) ha fatto aumentare il peso delle fonti rinnovabili, che a maggio hanno coperto oltre il 50% della domanda di energia elettrica (20% da eolico e solare), raggiungendo un nuovo massimo storico.

L’analisi trimestrale ENEA mostra anche una significativa diminuzione delle emissioni di anidride carbonica (-26% nel secondo trimestre e -17% nel primo semestre).

Il principale autore dell’analisi trimestrale, Francesco Gracceva, ha spiegato che

«Il calo dei consumi e delle emissioni non ha precedenti. E, anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda metà dell’anno, alla fine del 2020 il calo sarà probabilmente superiore al record negativo raggiunto nel 2009 di -6% dei consumi energetici. Le emissioni sono diminuite più del consumo energetico grazie a una significativa riduzione dei combustibili fossili con maggiore intensità di carbonio, come carbone e petrolio».

Infatti, nel secondo trimestre, la domanda di petrolio è diminuita del 30%, quella del gas del 18% e le importazioni di energia elettrica del 70% a fronte di un aumento del 7% delle fonti rinnovabili.  Ma a luglio le stime preliminari mostrano un recupero dei consumi energetici rispetto ai mesi precedenti – anche se ancora molto inferiore ai livelli dello stesso mese del 2019 – trainato dalla traffico stradale e ormai prossimo ai livelli del 2019 per quanto riguarda i mezzi pesanti e il traffico aereo, che a luglio è raddoppiato rispetto al mese precedente.

All’ENEA dicono che le condizioni eccezionali che contraddistinguono la prima parte dell’anno hanno consolidato il miglioramento (+15%) avviato nella seconda metà del 2019, dell’indice sintetico ISPRED, sviluppato da ENEA per monitorare la transizione del sistema energetico in base all’andamento dei prezzi, sicurezza e livelli di emissioni».

Per quanto riguarda i prezzi, l’indice mostra un significativo aumento del 20%, dovuto ai livelli eccezionalmente bassi raggiunti nei mercati all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica, con una flessione degli spread storici dei prezzi al dettaglio italiani rispetto a quelli europei.

L’elettricità ha registrato un calo medio del 20% per le diverse classi di consumo degli utenti non domestici. Ma per il terzo trimestre è prevista una brusca interruzione del trend a causa di un aumento dei costi di dispacciamento in relazione alla necessità di garantire la sicurezza del sistema elettrico.

Per quanto riguarda il gas, i piccoli consumatori industriali hanno beneficiato di una riduzione del prezzo del 27% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una previsione per il terzo trimestre sui livelli più bassi degli ultimi 7anni. I consumatori domestici hanno registrato un calo del 25% rispetto al trimestre precedente.

La forte crisi della domanda energetica ha invece portato ad un peggioramento complessivo dell’indice ISPRED per quanto riguarda la sicurezzadel sistema energetico (-10%).

Per Gracceva, «Il motivo è da ricercare soprattutto nei settori della raffinazione – che hanno subito un forte calo nell’utilizzo di impianti con margini negativi – e in una gestione sicura del sistema elettrico che, pur senza evidenti criticità, ha evidenziato problematiche legate alla crescente penetrazione delle fonti rinnovabili intermittenti».

Per quanto riguarda la decarbonizzazione, il crollo delle emissioni di CO2 ha portato ad un significativo miglioramento del 30% di questa componente dell’indice.  Gracceva  conclude avvertendo che «Tuttavia, è possibile che in uno scenario di attività economica che torni ai livelli pre-crisi, l’andamento delle emissioni si discosterà nuovamente dagli obiettivi 2030 se si confermerà il trend degli ultimi anni di modesto disaccoppiamento tra performance economica e consumi».