La Francia interviene nella disputa tra Grecia e Turchia per i giacimenti offshore di gas e petrolio

Dissuasione nucleare francese per avvertire Erdogan che i giacimenti di Grecia e Cipro (e Total) non si toccano

[13 Agosto 2020]

La Grecia ha duramente reagito all’invio in quello che considera il suo mare, tra Creta e Cipro, di una nave da esplorazione sismica, la Oruç Reis, pesantemente scortata da navi da guerra della Marina turca e oggi il ministero della difesa francese ha annunciato l’invio nel Mediterraneo Occidentale  di due arei da combattimento Rafale e della fregata Lafayette. Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva reso noto l’invio nell’area di altre navi militari e chiesto alla Turchia di desistere dalla su «esplorazione petrolifera unilaterale» nelle acque rivendicate da altri Paesi europei.

La Grecia sostiene che le eventuali trivellazioni turche avverrebbero sulla sua piattaforma continentale  e che la decisione turca rappresenta un pericolo per la pace e la sicurezza nell’intera regione. Ankara t respingere le accuse e continua a rivendicare la sovranità su acque che secondo il diritto internazionale appartengono anche a Libano, Cipro, Israele ed Egitto.

Dopo aver spedito le cannoniere di fronte alla Grecia, oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che Ankara non cerca «avventure non necessarie né tensioni nella regione del Mediterraneo orientale», aggiungendo che «Il dialogo e la negoziazione sono l’unica strada per risolvere la situazione». Dichiarazioni poco credibili, visto che vengono da chi ha le sue truppe in Siria e in Libia – con la quale ha stretto un accordo petrolifero/territoriale a scapito degli altri Paesi e che è fresco di un nuovo bombardamento del nord dell’Iraq.

Da decenni Grecia e Turchia litigano sui confini marittimi, ma la tensione e nuovamente salita con la recente scoperta di enormi giacimenti di gas nel Mediterraneo Orientale e con la corsa di tutti a costruire piattaforme offshore e a trivellare. Ora la Grecia ha allertato il suo esercito e la sua marina militare contro il suo eterno nemico che però è anche suo alleato nella NATO.

Al centro del disaccordo c’è l’isola greca di  Kastellorizo. A 3 km dalle coste turche ma a oltre 550 km dalla la Grecia continentale. Per Atene le acque che circondano l’isola fanno parte della sua ZONA economica esclusiva, per Ankara, che contesta i trattati di Losanna (1923) e Parigi (1947) le frontiere fissate tra i due Paesi sono frutto di un’interpretazione abusiva.

Lo scontro è tutto tra due destre: quella greca di Nea Democratia (ND) e quella islamista di Erdogan e  Angelos Syrigos  deputato di ND e professore di diritto internazionale all’università Panteion di Atene, ha detto che «Erdogan mostra ormai chiaramente le sue mire espansionistiche. Erdogan, che deve affrontare una crisi economica e sociale nel suo Paese, ha messo in campo una strategia di conquista per stimolare il nazionalismo turco». Nazionalismo che si è però rinfiamma anche in Grecia con l’arrivo al potere di ND nel luglio 2019 e che ha una politica sempre più sovranista.

Ma perché Macron si è mosso in aiuto della Grecia? La risposta sta nel fatto che nelle acque rivendicate da  Grecia, Turchia, Cipro ed Egitto ci sono grossi interessi della francese Total e che Egitto e Grecia il 6 agosto hanno firmato un accordo di delimitazione delle loro Zee che nega quello sottoscritto dal Turchia e Libia, cosa che ha fatto andare su tutte le furie Erdogan».

L’invio della Oruç Reis con la sua scorta armata è un avvertimento della Turchia alla Grecia: la dimostrazione che Erdogan non lascerà che Atene faccia accordi con Il Cairo o con chiunque altro.

Quel che è certo è che la Turchia ha ignorato l’appello de l ministro degli esteri greco Níkos Dendias ad abbandonare la piattaforma continentale greca. Dendias l’11 agosto aveva detto che «La grecia rifiuterà  la politica del fatto compiuto ed Erdogan lo ha messo subito di fronte al fatto compiuto.

La tensione è così alta che il premier greco Kyriakos Mitsotakis si è rivolto alla nazione per annunciare che «Non ci sarà dialogo con la Turchia fino a quando non finiranno le provocazioni», avvertendo che «Il pericolo di un incidente non è escluso fintanto che delle forze armate si concentrano in uno spazio così ridotto».

Intanto la Grecia ha chiesto la convocazione del Consiglio dei ministri degli esteri dell’Ue e si è rivolta anche alla Nato e domani il ministro degli esteri greco dovrebbe incontrare il segretario di stato Usa Michael Richard Pompeo. Atene può già contare sull’aperto sostegno della Francia che a luglio, durante il primo dispiegamento di una nave da ricerca sismica, aveva già minacciato la Turchia di sanzioni-

Ieri sera Macron ha duramente criticato «Le decisioni unilaterali della Turchia in materia di esplorazione petrolifera che provocano delle tensioni» e poi ha annunciato il rafforzamento temporaneo della presenza militare francese nel Mediterraneo orientale».

Il 10 agosto due Rafale francesi sono decollati dalla base di Saint-Dizier per raggiungere Cipro, Paese con il quale la Francia ha un accordo di difesa. Secondo lo Stato maggiore dell’esercito francese. »I Rafale partecipano a un’esercitazione con i loro omologhi ciprioti», che però si erano scordati di annunciarla, e dovrebbero ripartire oggi, mentre la ministro delle forze armate francesi, Florence Parly, si è rifiutata  di fare qualsiasi commento sulla vicenda. Quello che si sa è che però i due aerei da combattimento appartengono alla 4e escadre de chasse e che fanno parte del dispositivo di dissuasione nucleare francese.

Insomma, la Francia, altro Stato Nato, fa vedere alla sua “alleata” Turchia, con la quale a ha anche da regolare il conto che Erdogan ha fatto a Macron in Libia, i missili nucleari per far capire che ora sui giacimenti di idrocarburi nel mediterraneo non si scherza più.