Legambiente alla Camera: «Nessun passo indietro sulla geotermia»

[16 Gennaio 2015]

Si è tenuta in Parlamento l’Audizione delle Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati nell’ambito delle risoluzioni sulle questioni connesse alla produzione di energia da impianti geotermici, alla quale Legambiente ha partecipato fornendo il proprio contributo e depositando una memoria scritta (consultabile qui)

L’associazione ambientalista, plaudendo per l’interesse dimostrato dai nostri legislatori sulle tematiche della geotermia, ha ricordato innanzitutto che lo sfruttamento di questa fonte rappresenta per l’Italia un’opportunità che dura ormai da 110 anni e di come il nostro Paese non debba rimanere indietro nella ricerca e sviluppo tecnologico. Per questo la questione fondamentale oggi da porre al centro dell’attenzione riguarda anche le regole per la sua corretta diffusione nel territorio italiano, considerando che negli ultimi anni molti nuovi impianti sono stati realizzati, come annualmente raccontato dall’associazione con il rapporto Comuni rinnovabili

In particolare Legambiente ha rinnovato la richiesta di emanazione quanto prima di linee guida per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, e in particolare per quelli geotermici, fondamentale per un corretto sviluppo di queste tecnologie. Le Linee Guida dovranno in particolare chiarire due questioni. La prima è di stabilire i criteri per l’individuazione, da parte delle Regioni, delle aree che per ragioni ambientali, paesaggistiche, sismiche, idrogeologiche risultano “non idonee” allo sviluppo di queste tecnologie, tenendo conto delle rilevanti differenze oggi presenti tra impianti ad alta e a bassa entalpia. La seconda questione riguarda i criteri per valutare l’impatto sulla risorsa idrica, sui suoli e in atmosfera.

La rappresentante ambientalista durante l’audizione ha espresso netta contrarietà rispetto alla richiesta di riclassificazione delle fonti rinnovabili, e nello specifico di non considerare più tra le FER l’acqua sotterranea riscaldata da gradienti termici ma solo lo sfruttamento diretto del calore. Legambiente ritiene fondamentale l’attenzione alla tutela della risorsa idrica, ma sostiene altresì che la questione centrale sia la corretta progettazione degli impianti e di gestione delle risorse, in modo da valutare l’impatto che avverrebbe. Per raggiungere tale obiettivo sarebbe quindi fondamentale che le linee guida dettino parametri precisi di tutela, di bilancio idrico, sulle regole di reinmmissione, su shock termici, ecc. Rinunciare all’uso dell’acqua sotterranea riscaldata da gradienti termici vorrebbe dire rinunciare ad un terzo del potenziale geotermico italiano, senza considerare che questo problema si pone anche su altre tecnologie (non da fonti rinnovabili) che utilizzano risorse idriche a vario livello. La soluzione non può essere fermare tutti gli impianti, ma sviluppare e promuovere sistemi ed impianti sempre più efficienti dal punto di vista energetico e che rispondano sempre più alle esigenze di tutela ambientale.

Sul fronte degli aiuti economici, Legambiente sottolinea che da una parte non concorda con la richiesta di rimodulazione degli incentivi per gli impianti geotermici pilota (DM 6 luglio 2012) e dall’altra esprime preoccupazione sulla possibilità di accedere ad incentivi maggiorati, come avviene all’articolo 27, comma 1 lettera b, (Dlgs 69/2013).  Infine, sempre nel merito delle risoluzioni presentate dagli Onorevoli, l’associazione ritiene che non abbia senso una moratoria dei progetti pilota, quanto invece sia importante e urgente individuare regole certe e chiare per la valutazione degli impatti e delle ricadute ambientali, sociali ed economiche, ponendo la giusta attenzione alle criticità e alle soluzioni.