I risultati di uno studio sul rumore nei canali di Livorno

Un lavoro preliminare in un contesto più ampio di valutazione dell'impatto acustico del porto di Livorno

[29 Marzo 2019]

Lo studio “Noise Assessment of Small Vessels for Action Planning in Canal Cities” pubblicato su Environments da un team di ricercatori di Ipool, università di Pisa e Arpat (Marco Bernardini, Luca Fredianelli, Francesco Fidecaro, Paolo Gagliardi, Marco Nastasi e Gaetano Licitra), affronta il problema dei rumori delle aree portuali e ha come caso di studio i canali di Livorno.

All’Arpat spiegano: «Dopo che la direttiva europea sul rumore ambientale ha prescritto la realizzazione di mappe acustiche e di azioni, è disponibile un’ampia letteratura scientifica ed un numero consistente di strategie di mitigazione sul rumore stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale. Sfortunatamente, pochissima attenzione è stata prestata al rumore prodotto dai porti e nei loro dintorni, anche se potrebbero esserci molte aree interessate da questo tema. Nell’ambito di un progetto che mira a gettare maggiore luce su un argomento finora sottovalutato, l’articolo pubblicato presenta una caratterizzazione acustica di diverse piccole imbarcazioni che si spostano quotidianamente in ogni tipo di porto. Le informazioni acquisite sono state utilizzate per produrre una mappa del rumore generato dalle imbarcazioni che si muovono nei canali di Livorno, che si diramano in un’area densamente abitata. È stato stimato anche il numero di cittadini esposti e disturbati da questo tipo di movimenti e delineate le possibili azioni di mitigazione del rumore».

Lo studio evidenzia che «Le navi in ​​transito possono essere fonte di disturbo sono varie: dalle città dei canali, alle città costruite intorno ai fiumi, al moderno uso urbano dei docklands. In tutte queste situazioni, una valutazione errata del rumore potrebbe causare problemi ai cittadini con conseguenti reclami. Fino ad ora, la maggior parte degli studi sul rumore ha valutato l’impatto del rumore proveniente da fonti di traffico o fonti industriali, mentre, al meglio delle conoscenze degli autori, il presente studio è il primo sul rumore prodotto dal transito di piccole imbarcazioni in condizioni di transito ordinarie che valuta anche il loro impatto su uno scenario di casi reali, finalizzato a caratterizzare il conseguente disturbo dei cittadini».

Con misurazioni di breve e lungo termine,  sono state caratterizzate le emissioni acustiche di due diverse categorie di piccole imbarcazioni e i ricercatori toscani dicono che «L’analisi ha dimostrato che piccoli motoscafi, barche a vela e gommoni a scafo rigido possono essere inclusi nella stessa categoria acustica, mentre le barche da pesca di piccole e medie dimensioni, i piroscafi e le barche di sicurezza pubblica sono una categoria diversa. Il loro livello di potenza sonora e gli spettri di potenza sonora della banda di 1/3 ottave sono stati segnalati per tre diverse gamme di velocità».

Con la mappa del rumore prodotta dalle piccole imbarcazioni che si muovono nei canali nel centro di Livorno si è così potuto stimare l’esposizione al rumore dei cittadini. «Le simulazioni sono state convalidate confrontando una misurazione di un mese – spiegano ancora i ricercatori – Successivamente, sono state eseguite ulteriori simulazioni, ognuna delle quali ipotizza uno scenario alternativo in cui sono stati modificati la velocità, i flussi e le aree riservate per alcune categorie, oppure è stata simulata la presenza di una nuova area residenziale. La mitigazione o il deterioramento indotti dalle diverse ipotesi rispetto allo scenario attuale sono stati studiati valutando il disturbo dei cittadini in tutti gli scenari studiati secondo la recente curva Guski et al., supponendo che la curva del rumore della strada mantenga la sua forma con il rumore prodotto dalle barche. In questo modo, è stato dimostrato che la situazione attuale non crea preoccupazioni, ma se le condizioni di velocità, flusso o aree residenziali cambiano, è molto probabile che si presentino reclami da parte dei cittadini».

Lo studio appresenta un lavoro preliminare in un contesto più ampio di valutazione dell’impatto acustico del porto di Livorno e i ricercatori concludono: «Sicuramente, misurando i transiti di più imbarcazioni a velocità diverse e con la possibilità di una flotta più grande, oltre a un rapporto dose-effetto adeguato per il disturbo legato al rumore delle imbarcazioni, la presente ricerca sarebbe notevolmente arricchita. Inoltre, eventuali sviluppi futuri comporteranno l’uso di telecamere acustiche con tecniche di beamforming per determinare meglio i punti di emissione delle sorgenti. I risultati ottenuti in questo studio possono essere utilizzati in contesti simili a quelli studiati al fine di valutare l’impatto acustico delle piccole imbarcazioni in movimento, una fonte di rumore finora sottovalutata. Inoltre, gli scenari studiati potrebbero essere presi in considerazione nella pianificazione urbana delle aree residenziali nelle vicinanze di porti o canali, dove una corretta gestione dei territori porterebbe alla prevenzione di un eccessivo impatto acustico e disturbo dei cittadini».