Portoferraio: una discarica abusiva tira l’altra. Cresce la spazzatura a Monte Fabbrello

Tra i nuovi arrivi anche un motorino. Legambiente: il Comune intervenga

[13 Marzo 2019]

Legambiente  Arcipelago Toscano torna sul luogo del delitto (irrisolto) e reiterato. Il 4 luglio 2018 denunciammo la presenza di una discarica abusiva a Monte Fabbrello, nel Comune di Portoferraio e nel 2019  ci ritroviamo a ripetere storie già raccontate, anzi, ampliate. Si, perché della discarica abusiva della strada del Fabbrello possiamo ragionevolmente parlare in termini di ampliamento, in senso fisico e contenutistico. Infatti, se nel luglio dello scorso anno, oltre agli inerti abbandonati da qualche farabutto era presente soltanto una palma tagliata e sezionata per il trasporto e probabilmente così ridotta perché infestata dal punteruolo rosso, ora, marzo 2019, troviamo nello stesso punto ai lati della strada non solo quanto non è mai stato rimosso, ma un sostanzioso rinforzo sia di materiali edili di scarto (travi in calcestruzzo e inerti da disfacimenti) ma soprattutto, udite udite, un motorino intero, purtroppo privo della ruota anteriore.

Viene da domandarsi come mai qualche testa che possiamo immaginare di funzionamento quasi normale si accolli la fatica di portare fino a quel luogo piuttosto scomodo un motorino, privo della ruota anteriore, che comodamente avrebbe potuto essere rottamato con modica spesa da un autodemolitore (o addirittura guadagnandoci qualcosa se i pezzi di ricambio si fossero rivenduti attivando così una forma domestica di economia circolare). Ma così è, come dice il saggio, l’essere umano più pericoloso è il cretino (e all’Elba nel campo dello smaltimento illegale dei rifiuti ne abbiamo dimostrazioni giornaliere).

Detto questo sembra sia giunta l’ora che il Comune di Portoferraio, avvalendosi del suo braccio armato di ramazza Esa, si decida a ripulire il sito del quale diamo le coordinate precise (42°47’2.68″N Latitudine;  10°21’4.22″E Longitudine). Ci permettiamo anche di suggerire alle forze dell’ordine di provare, attraverso una piccola indagine, a risalire al proprietario del ciclomotore abbandonato per il tramite del codice del telaio e di fargli così calcolare quanto avrebbe risparmiato rottamando il motorino da persona civile.

Sperando questa volta in un intervento di bonifica e repressivo/educativo confidiamo in una pronta rimozione dei rifiuti, accollandone la spesa ai vandali che insensatamente cercano di scaricare il costo della loro ignoranza su tutti i cittadini e sull’ambiente.