Ceccarelli: «Abbiamo bisogno dello Stato, su alcune grandi opere non possiamo più aspettare»

Mobilità, in Toscana investimenti programmati (ma fermi) per 7,6 miliardi di euro

Rossi: «Abbiamo scelto di investire in una mobilità sostenibile che punta in primo luogo al trasporto pubblico su ferro, ora creare le condizioni perché la bici diventi davvero il mezzo principale per gli spostamenti in città»

[1 Ottobre 2019]

Negli ultimi cinque anni – dal 2014 al 2019 – la Regione Toscana ha investito 5,4 miliardi di euro di risorse proprie per migliorare le infrastrutture e la mobilità sul territorio, conseguendo in alcuni casi anche importanti vantaggi dal punto di vista ambientale. Ma rimane ancora molto da fare: il punto della situazione è stato fatto oggi all’auditorium di Santa Apollonia, attraverso il focus La Toscana che si muove: territorio, infrastrutture, trasporti dal dire al fare.

Secondo quanto riportato dall’assessore alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, per dotare la Toscana di un sistema infrastrutturale e di trasporti (stradali, ferroviari, portuali, aeroportuali, di mobilità sostenibile ) adeguato sono già programmati 13 miliardi di investimenti infrastrutturali, riferiti quasi esclusivamente ad opere di competenza nazionale. Di questi 13 miliardi solo 5,5 sono stati effettivamente utilizzati, ma devono essere ancora realizzati interventi per un valore di 7,6 miliardi (capaci di generare circa 10.000 unità di lavoro all’anno). «La Toscana sta pagando il prezzo di colpe non sue – commenta l’assessore – È il momento che queste opere si sblocchino. La Regione ha fatto ben più di quanto fosse chiamata a fare. Ha investito sul futuro scegliendo la via della mobilità sostenibile, puntando sul ferro, sulla qualificazione del trasporto pubblico e sulle vie ciclabili, anticipando le scelte fatte a livello nazionale. Ma adesso abbiamo bisogno dello Stato, perché su alcune grandi opere non possiamo più aspettare».

Più nel dettaglio, le opere in sospeso spaziano dalla mobilità su ferro alla portualità fino alle ciclovie, toccando però anche infrastrutture magari utili allo sviluppo economico del territorio ma con scarsi quando non peggiorativi impatti dal punto di vista emissivo, come nel caso delle opere autostradali o aeroportuali (per quanto riguarda nello specifico Peretola la Valutazione d’impatto ambientale è partita da subito ipotizzando che 2.400 metri di pista consentano un miglioramento della qualità dell’aria tra il 10 e il 20% rispetto a una pista da 2.000 metri per via delle migliori condizioni di operatività degli aerei, ma in riferimento agli effetti climalteranti più voli significano più emissioni di CO2).

Il miglior guadagno dal punto di vista ambientale è arrivato dalla cura del ferro messa in piedi dalla Regione, con 70 nuovi treni (e altri 4 in arrivo) entrati in servizio dal 2013, l’avviato raddoppio – grazie a 250 milioni di euro – della linea ferroviaria Pistoia-Lucca e la realizzazione del sistema tramviario a Firenze, grazie al quale è possibile tagliare di oltre 12 mila tonnellate annue le emissioni di CO2 nell’area oltre alle emissioni inquinanti. Non a caso anche l’ultimo report Mal’aria elaborato da Legambiente – nonostante le criticità rimaste – sottolinea che in Toscana l’inquinamento atmosferico (legato in primis alla mobilità oltre che all’inefficiente climatizzazione degli edifici) è «in deciso miglioramento».

Altra scommessa importante è quella fatta sul sistema portuale: con circa 30 milioni di investimenti regionali sono stati realizzati i cosiddetti ‘raccordi ferroviari’, cui si aggiungerà lo ‘scavalco’ (altri 20 milioni), per collegare il porto di Livorno con l’interporto di Guasticce, creando un vero e proprio retro-porto, fondamentale per lo sviluppo della piattaforma logistica toscana. Ed accennando ai porti, l’assessore ha ricordato «gli oltre 300 milioni investiti dalla Regione, dei 600 complessivi necessari per dare un futuro di sviluppo e di competitività ai porti di Livorno, Piombino, Carrara, Viareggio ed anche a quelli più piccoli».

Per quanto riguarda invece le ciclovie tra il 2014 e il 2019 sono stati attivati investimenti per quasi 90 milioni, di cui 64 dal bilancio regionale, mentre sul trasporto su gomma si concentrano sia investimenti programmati da quasi 170 milioni di euro per la manutenzione dei 746 km di strade regionali esclusa la Fi-Pi-Li – ai quali se ne aggiungono altri 26 dedicati proprio alla Fi-Pi-Li – al trasporto pubblico locale: pur nello stallo dovuto alle vicende giudiziarie che hanno frenato il percorso per l’assegnazione della gara per il lotto unico regionale dei servizi di tpl sono stati varati 363 nuovi bus, mentre altri 83 sono attesi entro i primi mesi del 2020.

Cosa manca? «Opere di interesse e competenza nazionale, come il completamento del Corridoio Tirrenico, la Due Mari, il nodo Av di Firenze e altro ancora», dichiara l’assessore Ceccarelli, mentre il governatore Enrico Rossi pone l’accento anzitutto sul «sottoattraversamento per l’alta velocità, senza il quale non è possibile risolvere il problema del sovraccarico della stazione di Firenze, una pista adeguata per l’aeroporto di Firenze, il completamento del corridoio tirrenico lungo la costa».

«Da anni – aggiunge Rossi – abbiamo scelto di investire in una mobilità sostenibile che punta in primo luogo al trasporto pubblico su ferro, integrato con quello su gomma dove necessario e con la bicicletta all’interno delle città. Credo che su questo fronte sarebbe possibile fare un passo ulteriore, e creare le condizioni perché la bici diventi davvero il mezzo principale per gli spostamenti in città. Scegliere la bicicletta significa contribuire a città meno inquinate e più democratiche, perché meno oppresse dal traffico privato e meglio servite dal trasporto pubblico. In questo contesto ci impegneremo a promuovere la bicicletta, anche attraverso forme di bike-sharing che non siano solo in mano a multinazionali straniere ma promuovano l’indotto locale, mentre per quanto riguarda le auto, proseguendo la nostra battaglia contro le polveri sottili, contrasteremo l’uso del diesel, incentivando metano e ibrido».

L. A.