Aria di Bologna: come fare l’abitudine a una camera a gas (quando non piove, non nevica e non tira vento)

A che cosa servono i piani di risanamento dell’aria, limitati agli annunci roboanti scritti e gridati?

[1 Febbraio 2017]

Dopo 35 anni di  lavoro a Bologna (dal 1979 al 2013) in varie situazioni, ma sempre nel centro storico della città di Bologna, sono tornato nel capoluogo regionale un paio di volte negli ultimi tempi. L’ultima volta è stata la scorsa settimana. La situazione era la solita: con una qualità dell’aria caratteristica dei periodi in cui non nevica, non piove, non tira vento.

Sceso dal treno mi sono incamminato per Piazza XX Settembre, Via Indipendenza, Via Irnerio. Già in Piazza Medaglie d’Oro mi ero trovato a disagio con la respirazione. Ho pensato: «sto andando troppo veloce e quindi meglio rallentare; sono sotto i portici e quindi meglio stare sulla strada». Nulla da fare: la situazione non migliora: senti l’aria inquinata che ti entra dentro. Non avendo una mascherina ho pensato di aiutarmi con un fazzoletto di carta come filtro…. e, per i successivi 250/300 metri l’ho tenuto ben stretto appoggiato alla bocca. Arrivato a destinazione – sempre all’aperto – ho provato a toglierlo e poi tornando non ho più avuto problemi.

Mi chiedo: la qualità dell’aria della Città di Bologna è peggiorata notevolmente oppure le mie difficoltà di respirazione derivavano dallo scarso allenamento a camminare nello smog bolognese e poche centinaia di metri del percorso sono servite ad adeguare i miei polmoni a non percepire più il disagio. Mi sono adeguato… a respirare smog? Mi chiedo anche come fa chi non è in grado di percepire la differenza della qualità dell’aria perché è quasi sempre immerso nello stesso smog?

Le due risposte possibili innescano però un’altra domanda: a che cosa servono i piani di risanamento dell’aria (limitati agli annunci roboanti scritti e gridati)? Quale utilità hanno le domeniche e i giovedì a piedi se non si mette mano “davvero” all’intero sistema della mobilità nell’area metropolitana bolognese? Se non si privilegiano concretamente il trasporto su ferro; l’uso delle bici e le pedonalizzazioni (invece che insistere prevalentemente sul potenziamento del traffico su gomma – con 2 e 4 ruote – dentro e fuori la città?)

di Luigi Rambelli, Europaviva21