La “domanda” di ambiente può essere stimolata, attraverso un’efficace comunicazione

Storia di un conto in banca, del capitale naturale e di un po’ di consapevolezza

Vuoi conoscere la tua impronta ecologica? Nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile è stato lanciato in versione italiana (gratis) il Footprint calculator del Global footprint network

In questi giorni di giugno, per vari motivi sconosciuti ai più, è tornato alla ribalta il famigerato spread, che ci pone di fronte a incontrollabili rischi finanziari. Data la gravità del problema, bisognerebbe che ciascuno di noi dedicasse almeno qualche minuto ogni giorno a pensare allo spread! Contemporaneamente, apprendiamo da (pochissime) fonti che se tutti gli abitanti della Terra consumassero quanto consumano gli italiani, le risorse che il pianeta genera ogni anno si esaurirebbero il 24 maggio. È il cosiddetto Overshoot day, il giorno del sovrasfruttamento ecologico che, a livello globale, cade – come è stato comunicato ufficialmente oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente – il 1 agosto 2018 (ogni anno sempre prima, nel 2017 era il 2 agosto ad esempio).

Dal momento che siamo tutti diventati esperti di spread, la seconda delle due notizie nefaste è quella più difficile da capire e quindi necessita di chiarimenti. Ci si potrebbe domandare: ma se queste benedette risorse naturali finiscono, come mai noi continuiamo a prosperare imperterriti, anche se con qualche difficoltà?

Per chiarire un po’ la questione, immaginiamo di avere un conto in banca sul quale abbiamo depositato un milione di euro, cosa un po’ assurda visti i tempi. Immaginiamo anche che la banca ci corrisponda annualmente un interesse, diciamo del 10%, cosa ancora più assurda. In buona sostanza, quel conto ci frutterebbe ogni anno 100.000 euro. Si può vivere con 100.000 euro all’anno? Certo! Una famiglia media può vivere benissimo con quel gruzzolo, e se mantenesse un certo stile di vita, potrebbe continuare a farlo per un tempo indefinito – posto che la banca sia d’accordo, ovviamente.

Altra domanda: sarebbe possibile per quella famiglia consumare più di 100.000 euro in un anno, ovvero incrementare il suo tenore di vita? Certo! Quando l’interesse finisce si va in banca e si fa un piccolo prelievo per soddisfare l’eccesso di consumi. Facile. Ciò, tuttavia ha almeno due conseguenze: si erode il capitale e quindi sul conto non si avrà più il milione ma qualcosa in meno; l’anno successivo l’interesse sarà più basso dei 100.000 euro. A quel punto, la famiglia dovrà decidere se autoregolarsi e reintegrare il capitale (ricordiamo che il risultato del mantenere il capitale intatto è prosperare, entro certi limiti, ma per sempre), oppure alimentare il nuovo livello di vita e, una volta esaurito l’interesse, andare in banca e fare prelievi dal conto. Nel secondo caso, quello di una gestione imprudente dello stock di capitale e del flusso di interesse, la famiglia sarà costretta a ricorrere ai prelievi di capitale in anticipo perché l’interesse si esaurirebbe sempre prima di anno in anno, costringendo il capofamiglia a ricorrere al capitale depositato poniamo il 10 dicembre, poi il 20 novembre, magari l’anno dopo il 12 ottobre, poi ancora il 15 settembre, ecc: questo è l’Overshoot day, ovvero il giorno in cui si superano le possibilità che l’interesse possa soddisfare le necessità (che tendono a mantenersi costanti), e soprattutto i desideri (che invece crescono continuamente) e bisogna intaccare il capitale.

Quando l’unità di misura è l’euro, i ragionamenti appaiono chiari, ed è anche facile accorgersi di ciò che sta succedendo a un conto in banca perché abbiamo accesso immediato alle informazioni. Domanda: come si fa quando le forme di capitale sono diverse da quelle esprimibili in moneta e le informazioni sono difficilmente reperibili?

In realtà, esiste un certo numero di strumenti che ci permette di avere l’idea di ciò che accade attorno a noi, indipendentemente dai valori di mercato. Alcuni esempi possono essere i sistemi di contabilità ambientale su base fisica – cioè misure espresse in unità diverse dalla moneta – che si sono rivelati nel tempo utili complementi alla contabilità economica per prendere decisioni. A questo proposito, si può citare l’inventario o bilancio dei gas serra che ha, ad esempio, permesso alla Provincia di Siena di conquistare e mantenere nel tempo lo status di carbon neutrality certificato ISO 14064, come è stato già testimoniato da Greenreport.

Un altro esempio può essere il calcolo dell’impronta ecologica, cioè della quantità di territorio (l’impronta, appunto) ecologicamente produttivo che servirebbe a sostenere i nostri consumi; in tutti i Paesi sviluppati, il calcolo riconosce un grave deficit tra ciò che pretendiamo dalla natura e ciò che la natura può darci ogni anno. A questo deficit è strettamente collegato il concetto di overshoot che abbiamo descritto precedentemente e l’impronta ecologica ci consente di riformulare il gioco del capitale in banca e dell’interesse che abbiamo proposto.

Quanto e a quante persone sono accessibili questi strumenti, vista l’importanza delle informazioni che da essi si possono trarre? Più di quanto si pensi. In rete sono disponibili vari strumenti che consentono di valutare azioni, abitudini, processi da diversi punti di vista. Uno tra i più noti è il Footprint calculator, progettato e messo a disposizione dal Global footprint network di Mathis Wackernagel, ideatore e promotore dell’impronta ecologica.

La Fondazione Monte dei Paschi di Siena lo scorso 23 maggio ha inaugurato – durante uno degli eventi inclusi nel Festival dello sviluppo sostenibile promosso da ASviS – la nuova versione italiana del Footprint calculator, rendendolo gratuitamente disponibile online a chiunque, in Italia, voglia sperimentarlo (www.footprintcalculator.org/it).

Il calcolatore è uno strumento di ingaggio della popolazione al fine di aumentare la consapevolezza dell’impatto – in termini di impronta ecologica e di calcolo dell’overshoot day – dei propri stili di vita. È uno strumento molto accessibile e facile da usare e fornisce informazioni, talvolta non troppo scontate, circa la virtuosità dei nostri comportamenti. Più nello specifico, la Fondazione Monte di Paschi di Siena ha individuato nel calcolatore un utile strumento per promuovere, nell’ambito del progetto di cittadinanza globale denominato sCOOL FOOD, di cui è promotrice, una riflessione tra gli alunni, i docenti e le famiglie sull’importanza di adottare stili di vita sostenibili.

Al di là dei numeri che il calcolatore genera, che sono comunque frutto di stime e approssimazioni, uno degli obiettivi principali dell’iniziativa è quello di diffondere consapevolezza su quali siano le componenti della nostra vita che causano gli impatti e, ancora più importante, quali le possibili soluzioni che ognuno può trovare per ridurli.

Uno studio condotto dalle Università di Siena e di Cardiff e del Global Footprint Network, pubblicato nel 2018 sul Journal of Cleaner Production ha descritto i risultati del calculator ottenuti da alcune decine di studenti di scuola superiore e università in Italia e in Galles. Seppure non statisticamente significativo, visto il numero non sufficiente di casi raccolti, il lavoro ha dimostrato come il calculator possa essere un valido strumento di educazione allo sviluppo sostenibile e di conoscenza in generale dal momento che contribuisce a divulgare nozioni e concetti utili in campo ambientale che è bene che tutti conoscano, soprattutto i più giovani. Tra questi, ad esempio, possiamo includere efficienza abitativa, produzione e gestione dei rifiuti, mobilità attraverso car pooling e veicoli elettrici e importanza delle scelte alimentari per limitare la pressione sull’ambiente delle nostre abitudini quotidiane.

Insomma, la “domanda” di ambiente può essere stimolata, e questo passa per l’acquisizione di consapevolezza, divulgazione di conoscenza, sviluppo e degli strumenti educativi e uso appropriato ed efficace della comunicazione in campo ambientale.

di Federico M. Pulselli e Nicoletta Patrizi per greenreport.it