[06/11/2007] Comunicati

Il turismo è concorrenziale se é sostenibile

LIVORNO. Nei giorni scorsi si è svolto a Portiamo, in Portogallo, il sesto Forum europeo del turismo, promosso dalla Commissione Europea e presieduto dal vicepresidente Günther Verheugen (Nella foto), commissario per l’industria e l’impresa, a cui hanno partecipato oltre 500 delegati di tutta l’Ue e degli Stati vicini, tra i quali c’erano anche Luigi Rambelli e Sandra Sazzini, in rappresentanza della presidenza di Visit, l’associazione europea delle ecolabel del turismo, e di Legambiente turismo.

Sulla base dei tre obiettivi chiave della strategia Ue dello sviluppo sostenibile (prosperità economica, equità e coesione sociale e tutela dell’ambiente), il forum era indirizzato su tre temi specifici svolti in sessione plenaria: gestione e conservazione del patrimonio naturale e culturale; gestione delle risorse e dei rifiuti; responsabilità delle imprese per la competitività e la creazione di posti di lavoro.

«Il valore del patrimonio culturale e naturale europeo – dice Rambelli - è stato indicato dai relatori come indiscutibile elemento distintivo e competitivo e sono stati individuati tre orientamenti fondamentali per una maggiore sostenibilità del turismo: maggiore tutela legale delle aree protette ed effettiva applicazione; piani di gestione altamente qualificati attuati da personale con specializzazioni multi-disciplinari; e risorse finanziarie finalizzate».

Diversi relatori e delegati intervenuti nel dibattito hanno sottolineato a più riprese la necessità di evitare la standardizzazione delle normative e delle politiche per la gestione sostenibile del patrimonio, soprattutto laddove rigidità e uniformità di regole possono ostacolare l’efficacia delle azioni intraprese. «A tal proposito – spiega Sandra Sazzini - Legambiente turismo ha presentato al Forum i risultati di una ricerca condotta sui criteri per la tutela e la promozione del patrimonio locale adottati dalle maggiori ecolabel Europee per la ricettività turistica: i due terzi delle ecolabel europee hanno criteri chiari e consolidati sul patrimonio (culturale e/o naturalistico) con contenuti promozionali/educativi verso il turista. Altre, compreso l’Ecolabel Europeo ufficiale, ne sono invece prive. Il forum ha concluso che può essere utile «inserire il sostegno al patrimonio nei criteri di tutte le iniziative di ecolabel».

L’azione a livello di destinazione per rendere realmente sostenibile e concorrenziale la “destinazione Europa” è stata riconosciuta come sempre più importante dal commissario Verheugen che ha presentato l’Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo (Comunicazione della Commissione COM (2007/621), basata sul rapporto conclusivo del Gruppo del Turismo Sostenibile. «Sebbene la sostenibilità totale in termini di uso delle risorse e di inquinamento possa essere un’utopia – ha detto Verheugen - si può e si deve fare molto. Certamente le destinazioni e le imprese turistiche possono beneficiare economicamente da una migliore gestione delle risorse, ad esempio attraverso l’efficienza e il risparmio dei costi. In alcuni casi ciò può portare a prezzi più alti per i consumatori che vanno accettati e spiegati, ma non accade sempre. Molti strumenti possono essere usati per stimolare una migliore gestione delle risorse. Possono essere necessari interventi legislativi, spesso in campi estranei al turismo, come ad esempio la nuova Direttiva quadro per l’acqua emanata dalla Ue. I governi possono dare un contributo anche applicando strumenti economici adeguati, come gli incentivi fiscali. Tuttavia, molto può essere fatto con strumenti volontari che stimolano anche una risposta avanzata oltre i requisiti di base della legislazione».

Intervenendo nel dibattito Rambelli ha ribadito «l’importanza che la Commissione europea si muova in modo davvero efficace verso la sostenibilità, dato che già da tempo le associazioni ambientaliste, la società civile e l’imprenditoria turistica più avanzata concordano sul fatto che la qualità ambientale e la partecipazione reale delle comunità locali siano l’unica strada da battere per conservare il nostro ambiente e le nostre identità e per rimanere sul mercato».

La risposta del Commissario Verheugen è stata molto esplicita affermando che «è necessario non solo per il turismo ma tutta l´imprenditoria europea affrontare decisamente, e non solo a parole, l´esigenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica; che bisogna puntare decisamente su processi di innovazione che realizzino una vera e propria rivoluzione industriale rispettosa degli equilibri ambientali e territoriali; che solo in questo modo si potrà dare un esempio efficace e positivo anche ai paesi emergenti; ed ha concluso invitando i delegati a investire con queste posizioni i governi nazionali, regionali e locali».

Sull’uso delle risorse (in particolare l’acqua) sono stati presentati diversi studi, da cui emerge l’esigenza di costante monitoraggio e misurazione degli impatti per consentire a destinazioni ed imprese di valutare l’efficacia dei propri sforzi. Particolare attenzione è stata prestata anche alla consapevolezza e alla risposta dei consumatori–turisti come strumento per influenzare l’industria. «Un ruolo prezioso – dice Rambelli - è stato svolto dagli strumenti volontari per l’assegnazione di ecolabel, rispetto alle quali emerge l’esigenza di uno standard minimo di riconoscibilità ed efficacia per garantire sia le imprese che il pubblico».

In riferimento all’attività di Visit, imperniata sul rispetto dei 21 Common Basic Standards, il forum ha riconosciuto che «molto lavoro è stato fatto finora e che dovrebbe essere supportato». Le nuove prospettive del turismo, mediante la gestione accorta delle risorse naturali e la valorizzazione delle culture e delle identità locali, possono infine creare nuovi posti di lavoro ad esempio nel settore della ristorazione e nell’utilizzo dei prodotti agricoli locali, ma oltre ad una buona istruzione di base è necessaria una formazione puntuale e concreta - soprattutto all’interno delle piccole imprese - sia per i titolari che per i dipendenti.

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