[30/01/2008] Consumo

Corruzione e “pesce nero”, sempre peggio

LIVORNO. Secondo la World conservation union (Iucn) «la corruzione nel mondo della pesca sta aggravando gli effetti devastanti del sovra sfruttamento ed il problema potrebbe peggiorare». La corruzione in crescita, associata ad un contesto di diminuzione degli stock ittici ed all’aumento della domanda di pesce da parte dei consumatori, sta facendo sbarellare ogni tipo di controllo, sia quelli scientifici, sia quelli “politici” basati sulla determinazione di quote di cattura che sono ormai completamente aleatorie.

Una serie di incontri preparatori di un meeting sulla corruzione nel settore della pesca hanno dimostrato che i consumatori sono inconsapevolmente coinvolti in un grande raggiro, non capiscono più quali specie di pesci stiano davvero comprando. Non solo la maggior parte del pescato non ha marchi di provenienza e qualità, ma addirittura alcuni prodotti sono falsamente etichettati come “ecofish”, una pratica che mina alla base la sostenibilità dei prodotti ittici.

«L’avvento su larga scala della corruzione aggiunge l’insulto all’ingiuria – ha detto il responsabile del Global marine programme dell’lucn, Carl Gustaf Lundin - Globalmente gli stock ittici sono già gravemente depauperati da uno sfruttamento eccessivo, e questo può rendere solo la situazione peggiore». Si calcola che il 70% del pesce consumato nel mondo sia “pesce nero”, cioè pescato illegalmente, ma che circola comunque nel mercato legale, fino ad arrivare sui tavoli dei ristoranti, nei frigo delle pescherie e nel banco dei congelati dell’ipermercato.

Questo rende impossibile sapere davvero quanto pesce viene prelevato dagli oceani e tutte le valutazione degli stock ittici sarebbero superiori alla reale gravità della situazione. Eppure è sui dati “puliti” ed i relativi pareri scientifici che si fissano le quote di pesca che dovrebbero servire a tutelare le risorse alieutiche. «L’evidenza scientifica non è presa in considerazione quando si tratta di prendere decisioni relative alla gestione della pesca e delle quote – dice Deputy Head, del Global marine programme Iucn - I manager della devono essere responsabili, invece di ignorare gli avvertimenti degli scienziati».

Oggi e domani l’Iucn organizza a Washington, nella sede della Banca mondiale, il Fisheries and Corruption meeting, per identificare tutta la filiera della corruzione, dal peschereccio al piatto, e trovare soluzioni per bloccare il “pesce nero” e il bracconaggio ittico, attraverso una migliore applicazione e rafforzamento delle attuali norme e leggi, una migliore tracciabilità dei prodotti ittici, l’introduzione della localizzazione satellitare dei pescherecci ed una migliore etichettatura del pescato.


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