[31/03/2006] Energia

Non sempre ciò che è utile va condiviso per forza

LIVORNO. L´articolo di Ruggero Giovannini è, per me, condivisibile perchè improntato al buon senso e ad una atteggiamento corretto rispetto al problema della diversficazioni delle fonti rinnovabili. Sulle considerazioni politiche non mi pronuncio perchè troppe ne abbiamo viste (tutto e il contrario di tutto) in questi anni sul piano politico.

Rimangono irrisolte, però, alcune questioni, non certo imputabili all´autore, che possono aiutarci a capire un po´ meglio ciò che sta accadendo e magari ad addirizzare la rotta (non è mai troppo tardi):

- la scelta delle piattaforme, ancorchè necessaria, avviene in un vuoto di certezze programmatiche, infatti il piano energetico della Regione Toscana che risale a due anni fa (non un secolo) parlava d´altro, mentre si mormora già di riscriverlo, di disfare quello che era stato fatto -poco e male- ma aumentando, così, il tasso di incertezza, mentre a livello nazionale c´è il buio completo;

- da un punto divista delle prospettive economiche della Toscana bisognerebbe aver discusso già, per decidere come affrontare il nodo diversificazione, anche per le soluzioni tecniche e logistiche delle piattaforme gas, se la Toscana deve essere lo sbocco a mare della Pianura Padana (il che richiederebbe un ragionamento strategico nazionale che non mi pare esistente) anche per decidere a quali condizioni nelle ragioni di scambio, o se pure, in una visione più ampia, diventare il collegamento con il centro europa, aprendo scenari ancor più complessi ma molto più interessanti (che certo una regione non può affrontare da sola). Questa discussione pubblica non c´è stata, ma la decisione è presa: da chi, come, quando, perchè? La trasparenza non pare il tratto distintivo delle decisioni in campo energetico, nemmeno in Toscana;

- comunque sia ogni scelta avrebbe dovuto avvenire sulla base di un percorso decisionale e partecipativo (VIA, VAS; siamo in Euopa e queste son decisioni di caratura europea) capace di coinvolgere tutti i soggetti compresi, e prima di tutti, i cittadini in modo tale da dare certezze del percorso e garanzie sulle scelte territoriali, tecniche e logistiche; con il doppio risultato di procedere per una decisione condivisa e di togliere spazio ai comitatli locali (che però sono una componente ineludibile e legittima delle società occidentali quando i cittadini vengono ridotti alla categoria di meri consumatori). Ma neanche questo mi pare ci sia stato.

Se questo è il modo di procedere su questioni di tale rilevanza, un qualche timore mi pare legittimo. Infine come si fa a sottostare sempre e comunque al ricatto che se una cosa è necessaria e utile (come in questo caso) se ne debba condividere per forza anche le modalità attuative (che non sono un marginale fatto tecnico) e processi decisionali non trasparenti, pena l´essere considerati nemici del "progresso" o di qualunque altra "gloriosa sorte e prospettiva"?

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