[07/05/2008] Aria

Carrara, ora il sindaco deve fermare il saccheggio dei detriti delle cave

LIVORNO. All’indomani della decisione del giudice del tribunale di Massa Carrara Giovanni Bartolini sulle polveri prodotte dai camion che attarversano la città e che sono state riconosciute pericolose per la salute umana, diponendo uan serie di provvediemnti da attuare da oarte del comune, adesso per Legambiente si tratta di «impedire che la sentenza venga elusa».

Uno dei punti centrali della disposizione giuridica è che il sindaco deve autorizzare «l’asporto di scaglie di marmo e di detriti solo per quanto deriva dall’attività estrattiva corrente, escludendo lo sfruttamento dei ravaneti già consolidati fino all’apertura della strada dei marmi, con limitazione progressiva tendente allo zero nel termine di tre mesi».

Anche Assindustria concorda sul bloccare la rimozione dei ravaneti “remoti e lontani dalla cava”, ma ha subito messo le mani avanti precisando che «bisognerà distinguere quando è ne-cessario asportare scaglie e detriti per poter lavorare la cava». In linea di principio è un’argomentazione ragionevole e innocente per Legambiente, ma la sua traduzione pratica può essere molto pericolosa: secondo il Comune infatti, tutte le attuali autorizzazioni all’asportazione riguardano ravaneti la cui presenza ostacola l’attività di cava: nessun ravaneto “remoto” è soggetto ad asportazione. Dunque, incrociando il “distinguo” di Assindustria con la posizione del Comune, emerge il rischio che si stiracchi l’interpretazione della sentenza lasciando le cose assolutamente immutate.

Gli ultimi dati forniti dal comune risalgono al 2006, quando le 84 cave attive trasporta-vano a valle 5.246.673 ton, di cui l’83% rappresentato da detriti e solo il 17% da blocchi. Ma questa è solo la situazione complessiva: ben 28 cave hanno una percentuale di detriti compre-sa tra il 90 e il 100%; un terzo (il 33,6%) di tutti i detriti che attraversano Carrara proviene da queste 28 cave; 5 di esse, addirittura, hanno estratto solo detriti (nemmeno un blocco). Altre 14 cave producono l’80-90% di detriti e solo il 10-20% di blocchi.

«Ovviamente – ricorda Legambiente Carrara - questa quantità spropositata di detriti non pro-viene dalla normale attività di cava; una buona parte (per alcune cave l’intera quantità estrat-ta) deriva dall’asportazione di ravaneti situati in cava o nelle immediate adiacenze, effettuata per aprire nuovi fronti di escavazione. Non si tratta di normale attività estrattiva, ma di lavori preparatori a future attività estrattive e, come tali, da rinviarsi a strada dei marmi realizzata. Perciò noi riteniamo che da subito si debba iniziare a vietare progressivamente (e completa-mente entro tre mesi) la maggior parte di questa asportazione e dei relativi 105.000 camion».

Un altro punto della sentenza dispone che il Comune «controlli in modo efficace che le autorizzazioni concesse per le esigenze di sicurezza dell’attività d’escavazione (120 viaggi giorno) siano effettivamente utilizzate per tale fine». Va considerato che in alcune cave, per esigenze di sicurezza, sono state abbattute (anche con esplosivo) intere vette, producendo enormi quantità di detriti la cui asportazione richiede anni. Va tuttavia precisato che questi detriti, ormai abbattuti, non rappresenta-no più un pericolo; la loro asportazione non va pertanto inclusa tra le autorizzazioni “per esigenze di sicurezza”!

Torna all'archivio