[04/06/2008] Vivere con cura di Marinella Correggia

E=Mp elevato a enne (chiedendo scusa a Einstein!)

Evviva l’energia prodotta da mani e piedi, potenziati - alla enne - da manovelle e pedali; ecologico sostituto di quella tanta energia cinetica, termica, elettrica prodotta da macchinari a motore.

Gandhi profetizzava una civiltà fondata sull’uso appropriato e produttivo delle mani e dei piedi da parte di tutti: l’equa distribuzione del lavoro manuale come elemento fondativi dell’eguaglianza e della sobrietà, condizione di sostenibilità (Gandhi e il suo economista Kumarappa la chiamavano “permanenza”). Il mondo del Duemila vede invece non solo un grande spreco di energia fossile concentrata nei consumi di una minoranza, ma anche una iniqua distribuzione dell’uso di mani e piedi. C’è chi fa tuttora molta fatica, soprattutto nel Sud del mondo. Poi c’è chi per bruciare qualche chilo usa mani, piedi, muscoli solo in palestra. Le palestre, in piccolo, sono l’equivalente di un inceneritore: bruciano per nulla – e anzi consumando energia fossile – energia che potrebbe essere spesa a sostituire qualche motore. Cosa direbbero, a vederle, quelli che fatican molto e mangian poco. “I lavori massacranti esistono perché pesi e misure non sono egualmente distribuiti” cantava Enzo Del Re.

Pedali e manovelle sono il passato e il presente di molti, ma potrebbero diventare un futuro più equo, più sportivo e meno faticoso per tutti.

L’inno ai pedali della bici è dovuto. Ma prima dei pedali vengono i piedi. Camminare. Evviva i pedoni. Gli antichi filosofi insegnavano camminando, perché il moto (non “la” moto) fa meglio marciare anche il cervello. In paesi civili come la Scandinavia sono diffusi anche molti pedali da trasporto merci e del resto la sezione del bel sito italiano www.ilikebike.org c’è una sezione che passa in rassegna una quantità di impieghi utili dell’energia metabolica generata dalle pedalate.

Quanto alle mani…ecco i manodomestici, attrezzi del futuro. Possiamo sopprimere come inutili la gran parte degli elettrodomestici (l’unico davvero utile a ridurre la fatica è la lavatrice). Usare mani, mezzaluna, coltelli. E poi convertirci alle manovelle. Ne esistono tante, nei negozi di prodotti biologici e anche su internet. Piccoli mulini per macinare sul momento la farina del pane (durano molto a lungo e si possono comprare con altre persone). Impastatrici, molinetti per creme di semi oleosi, rompinocciole, estrattori di succhi, e il vecchio macinacaffé che serve anche per macinare semi oleosi e grani o spezie. A manovella funzionavano certe lavatrici di decenni fa, se ne trovano ancora su ebay o dai “migliori negozi di ferramenta”.

Quanto agli aggeggi elettronici che vanno a energia manuale, oltre alle note torce a pressione o a scuotimento (come gli orologi), il più simpatico è la radio a manovella (si trova su internet). Giri per 90 secondi e la ascolti per mezz’ora. Un regalo educativo, ottimo anche come premio per qualche concorso scolastico di stampo ecologista.

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