[11/06/2008] Energia

Greenpeace in giacca e cravatta all’assemblea Enel (con plastico-regalo)

ROMA. Stamattina non c’erano oranghi o acrobati a rappresentare di Greenpeace all´assemblea degli azionisti dell’Enel, ma attivisti "in giacca e cravatta" che hanno consegnato un regalo a Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel: un plastico dei reattori nucleari di Mochovce distrutti dall´impatto di un aereo.

Gli ambientalisti criticano aspramente la decisione di spendere 1,9 miliardi di euro per completare i vetusti reattori nucleari sovietici a Mochovce, in Slovacchia: «Si tratta di reattori di seconda generazione anni ´70 che non hanno alcun guscio di contenimento in grado di proteggerli da un incidente grave, come in caso di attentati terroristici».

Ma i problemi ci sono anche in Italia, dove «Enel ha intenzione di arrivare a coprire il 50% della propria produzione elettrica da carbone, il combustibile con le più alte emissioni di gas serra – spiega Greenpeace - La sola conversione a carbone della centrale di Civitavecchia comporterà l´emissione in atmosfera di oltre 10 Mt di tonnellate di CO2 ogni anno, mentre il Paese dovrebbe ridurle di 100 Mt al 2012 per rispettare gli obiettivi di Kyoto».

La Fondazione culturale responsabilità etica, con il sostegno di Greenpeace e Campagna per la riforma della Banca Mondiale (Crbm) è intervenuta all’assemblea Enel per sollecitare l’attenzione degli investitori un documento di forte critica alla politica energetica di Enel pro carbone e pro nucleare.

La Crbm ha portato in assemblea un altro caso di "falsa soluzione" contro i cambiamenti climatici: il progetto di 5 grandi dighe nella Patagonia cilena, che prevedono anche la realizzazione di un corridoio largo quasi 100 metri e lungo 2.300 km attraverso la foresta temperata, per costruire un elettrodotto che porti l´elettricità verso le industrie del rame nel Nord del Cile. Un progetto che potrebbe avere enormi impatti su uno degli ultimi paradisi naturali del Paese».

Banca Etica, Greenpeace e CRBM hanno dato inizio alla prima attività in Italia di "azionariato critico" che vuole portare le campagne di denuncia delle Ong nelle ovattate sale delle riunioni degli azionisti, investitori istituzionali e vertici dei grandi gruppi industriali e nel contempo lanciare anche in Italia un meccanismo di democrazia economica, che favorisca la partecipazione degli azionisti alla vita dell´impresa.

«L’azionariato critico è una pratica corrente in molti Paesi. Con questa iniziativa ci auguriamo di dare un contributo perché anche in Italia tale forma di partecipazione possa portare a una maggiore trasparenza e a pratiche di sostenibilità tra le grandi imprese – dice Ugo Biggeri, presidente della Fondazione culturale - La decisione di interloquire con i vertici dell’Enel sulla politica energetica dell’azienda nasce da una proposta di Greenepace e Crbm, che da tempo conducono campagne di pressione sulle scelte del Gruppo. Enel è oggi il primo killer del clima in Italia con l’emissione di 56,2 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 - dati 2005 - quasi un decimo delle emissioni totali italiane in quell’anno».

Per Francesco Tedesco, responsabile campagna energia e clima di Greenpeace «Vista la gravità dei cambiamenti climatici, la strategia di Enel dovrebbe essere volta a ridurre le emissioni di gas serra, invece è vero il contrario: la maggior parte degli investimenti rimane bloccata su fonti fossili tradizionali e nucleare, solo il 18% alle rinnovabili».


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