[12/04/2006] Comunicati

Il dopo elezioni: le preoccupazioni degli ambientalisti, eletti e no

ROMA. «Con la crisi economica e dei conti pubblici le tematiche ambientali soffrono di visibilità e rischiano di essere percepite poco dalla gente e dalla politica, ma faremo in modo che non siano messe in secondo piano». All’indomani del voto il direttore di Legambiente Francesco Ferrante (nella foto), eletto al Senato nella Margherita, si mostra piuttosto preoccupato per il futuro delle politiche di sostenibilità ambientale. «Anche perché è proprio partendo dall’ambiente che si affronta la crisi italiana – continua Ferrante – e si danno risposte di modernizzazione economica e sociale. In parlamento non mancherà certamente l’impegno di chi vuole difendere l´ambiente e lavorare per un´economia sostenibile, per una concezione dell’ambiente non visto come questione marginale e vincolo, ma come occasione di sviluppo e crescita. Bisogna dire che questo è scritto anche nel programma dell’Unione, che dà all’ambiente un grande spazio: sarà compito ed impegno nostro farlo rispettare».
Francesco Ferrante poi chiude con una critica nei confronti dei Ds: «Sono molto deluso per la non elezione in Toscana di Fabrizio Vigni, che è certamente stato uno dei parlamentari più attivi, bravi e concreti sulle tematiche ambientali. Il fatto che non sia stato tutelato con una collocazione buona in lista mi sembra una cosa brutta: da queste elezioni, al di la della pattuglia dei Verdi, il mondo ambientalista esce poco rappresentato in Parlamento».

La risposta arriva dallo stesso Vigni, che nella passata legislatura è stato capogruppo Ds in Commissione ambiente a Montecitorio e che è risultato primo dei non eletti in Toscana. «Non sono assolutamente d’accordo con l’amico Ferrante, almeno per quanto mi riguarda direttamente – dice – non sono fra gli eletti per due motivi: i pessimi meccanismi di questa legge elettorale e il risultato dei Ds, che in Toscana è stato inferiore alle aspettative. Comunque continuo a pensare che non si deve essere eletti per forza, ci sono tanti altri modi per fare politica utile».
Anche per quanto riguarda la presenza ecologista in Parlamento, Fabrizio Vigni non si mostra preoccupato: «Non sappiamo ancora esattamente chi sono tutti gli eletti, ma sono sicuro che questioni urgentissime come la correzione della legge delega ambientale non saranno messe in secondo piano, anche perché sappiamo tutti perfettamente che per rimettere in moto lo sviluppo economico è necessario fare subito scelte di qualità ambientale e sostenibile».

Per Edo Ronchi, responsabile delle politiche di sostenibilità dei Ds, invece «qualche rischio c’è». «I numeri al Senato non sono abbondanti – spiega l’ex ministro – però ci sono almeno due questioni ambientali che credo non possano slittare nonostante l’urgenza di provvedimenti economici generali. Mi riferisco alla legge delega con i conflitti aperti con le regioni, per esempio sull’abolizione delle autorità di bacino. E l’altra questione improcrastinabile è il rispetto del protocollo di Kyoto: siamo molto in ritardo sulle emissioni e ci sono diverse procedure europee aperte nei nostri confronti, quindi è necessario intervenire subito».

Per quanto riguarda la presenza di parlamentari ambientalisti, Ronchi sta ancora cercando di far ordine fra i nomi: «Di sicuro per la Sinistra ecologista sono stati eletti Sergio Gentili in Emilia e Fulvia Bandoli in Lazio 2. Poi ci dovrebbero essere fra i primi dei non eletti, che potrebbero quindi essere ripescati, Fabrizio Vigni in Toscana, Walter Bellomo in Sicilia e Luigi Manconi in Piemonte. E poi ci sono comunque diversi amministratori locali, per cui ritengo che la pattuglia ecologista sia abbastanza rappresentata: capiremo qualcosa di già nelle prossime ore, anche se il quadro definitivo lo avremo quando saranno formate le commissioni ambiente delle due camere».

Torna all'archivio