[10/09/2008] Comunicati

Sbilanciamoci! e le sue 100 proposte... cui prodest?

ROMA. “Loro a Cernobbio noi a Mirafiori” il titolo significativo e polemico dell’iniziativa promossa lo scorso fine settimana a Torino, dalla vasta rete di associazioni e movimenti, che si riunisce in Sbilanciamoci!. Come ogni anno è stata pensata e realizzata in alternativa a quella che organizzano i “poteri forti” a Cernobbio.
Un’edizione, quella di quest’anno, significativamente dedicata al lavoro che i pensatori riuniti sul lago hanno deciso che vada precarizzato di più e reso ancora più povero ed insicuro.

Che bilancio si può trarre di questi tre giorni passati nella splendida cascina ristrutturata del quartiere in cui ci sono gli stabilimenti della Fiat Mirafiori? Luci ed ombre. Scrivere solo dei pregi (la buona qualità delle cento proposte emerse e quella del dibattito) sarebbe consolatorio, ma anche un errore perchè nasconderebbe il limite di questo evento: la sua scarsa incisività.

Poco incisivo perché penso non realizzi che in minima parte l’obiettivo che sbilanciamoci si poneva, il più urgente di questa fase: fare emergere nelle istituzioni e soprattutto nel paese una opposizione unitaria e di massa alle scelte del governo Berlusconi.
La “solitudine” ed isolamento di Sbilanciamoci era evidente. Non tanto per la partecipazione, che pur non è stata eccelsa, ma per la mancanza di interlocutori.

A parte la Fiom, erano assenti coloro che animano le sigle, sociali e politiche, che dovrebbero dar vita ad una opposizione forte a quanto emerso a Cernobbio, che la manovra di bilancio triennale del governo Berlusconi recepisce.

Epifani, Bonanni Angeletti, Veltroni, Bersani e Di Pietro, solo per citare i nomi più significativi, hanno preferito confrontarsi nel salotto buono di Cernobbio e si sono ben guardati dal venire a misurarsi con la società civile riunita a Mirafiori.
Per quanto riguarda poi i leader più importanti di quella che è stata la Sinistra arcobaleno, hanno pensato bene di disertare entrambi gli appuntamenti.

Ancora più significativo è stato l’oscuramento a cui la tre giorni di Sbilanciamoci è stata sottoposta da parte della stampa e televisione. Oltre a questo giornale solo il Manifesto e Liberazione non li hanno relegati a piccola notiziola, ma assunti per quello che volevano e vogliono essere: la proposta di un’altra economia e di un’altra società rispetto a quella narrata a Cernobbio.

L’interrogativo che questa considerazione suscita è: la scarsa incisività di Sbilanciamoci dipende solo dall’insensibilità e subalternità di questi leader sindacali e politici o solo dall’asservimento di gran parte dei media, in poche parole l’ennesimo segnale del distacco fra la società civile e la politica o, come io credo, è il segnale di una crisi più profonda della partecipazione e delle associazioni e movimenti che la esprimono?

Le difficoltà che si incontrano nel costruire una reazione a quanto di pessimo questo governo sta facendo nella scuola, sull’energia, sul lavoro, sui diritti, sui migranti, sulle donne, segnala che c’è qualcosa di più profondo dell’insensibilità dei decisori politici e sindacali e che sarebbe consolatorio e perdente non affrontarlo pensando che se le cento buone proposte, emerse dalla tre giorni di Mirafiori, nelle prossime settimane, non diventano una visibile opposizione parlamentare e sociale, ciò dipenda solo dal “tradimento” degli altri e non anche e soprattutto dai limiti di credibilità e radicamento della rete associativa che anima l’esperienza di Sbilanciamoci.

Sarebbe importante discuterne nel trarre il bilancio della tre giorni di Torino. Non nel chiuso delle sedi delle varie associazioni, ma nelle scuole, nei territori, fra le lavoratrici e lavoratori, cioè fra coloro con cui vorremmo animare l’opposizione che serve al paese.

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