[17/12/2008] Aria

L´Europarlamento approva il pacchetto clima-energia

LIVORNO. Strasburgo ha approvato oggi nella riunione plenaria dell’europarlamento il pacchetto clima energia, che aveva avuto venerdì scorso il placet del Consiglio europeo, e dopo l´intesa preliminare raggiunta sabato tra il Consiglio, la Commissione e lo stesso Parlamento. Un appello affinché il parlamento varasse le misure concordate dai capi di Stato e di governo era stato lanciato ieri, prima dal presidente di turno dell´Ue Nicolas Sarkozy, e poi dai commissari Ue direttamente interessati al dossier, nel corso dei loro interventi in aula.

Il compromesso raggiunto dalla presidenza francese non aveva lasciato soddisfatta soprattutto la parte ambientalista del parlamento, che ha però varato (come previsto) a larghissima maggioranza il pacchetto clima composto da sei risoluzioni, accogliendo tutti gli emendamenti di compromesso col Consiglio.
Le sei direttive approvate oggi dall´assemblea di Strasburgo contengono gli strumenti per raggiungere entro il 2020 un triplice obiettivo: riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra, aumento del 20% del risparmio energetico e aumento al 20% della quota dei consumi totali coperta da energia prodotta da fonti rinnovabili.

«Il Parlamento - ha detto al termine delle operazioni di voto il presidente dell´assemblea di Strasburgo Hans Gert Poettering - ha avuto un atteggiamento di grande cooperazione con il Consiglio, ma la procedura adottata è un´eccezione». Per facilitare e mettere in sicurezza l´esito dell´esame parlamentare, la presidenza ha infatti deciso di sottoporre al voto prima di tutto gli emendamenti frutto del compromesso raggiunto tra Consiglio-Commissione e Parlamento. Una volta approvati questi emendamenti tutti gli altri sono automaticamente decaduti e il pacchetto clima e´ stato adottato.

Le direttive approvate oggi riguardano: il sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra; la ripartizione tra gli Stati membri degli sforzi per ridurre le emissioni; la cattura e lo stoccaggio geologico del CO2; l´aumento del ricorso alle energie rinnovabili. E´ stato inoltre dato il via libera alla direttiva per la riduzione delle emissioni di Co2 delle auto e per la riduzione dei gas a effetto serra derivanti dal ciclo di vita dei combustibili.

L’accordo raggiunto in Europa sul pacchetto 20-20-20 pone le basi perché il vecchio continente possa giocare un ruolo da leadership nel prossimo appuntamento di Copenaghen del dicembre 2009: un ruolo richiamato più volte durante i negoziati che hanno preceduto l’accordo di venerdì scorso dal presidente Manuel Barroso e sollecitato dal segretario dell’Onu Ban Ki Moon dal vertice di Poznam. A Copenaghen si discuterà di come affrontare il problema della lotta ai cambiamenti climatici, e quindi del Kyoto post 2012, e lo si farà con un Europa che ha assunto in maniera unilaterale impegni più stringenti di quelli previsti dal protocollo di Kyoto e con un assetto politico assai diverso dal passato negli Usa guidati da Obama convinto della necessità di invertire l’atteggiamento tenuto da Bush, in particolare riguardo al cima e alle energie rinnovabili.

«Il messaggio che oggi l’Ue lancia al mondo è quello di una volontà chiara e di un impegno serio per la lotta ai cambiamenti climatici - ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo - Un impegno che punta anche alla promozione di tecnologie e di attività economiche legate allo sviluppo sostenibile, alle energie pulite, alle fonti a basso contenuto di carbonio».

Il ministro Prestigiacomo, che pare ritrovare un - sino ad ora celato – entusiasmo nelle scelte europee, ha riconosciuto all’Unione la capacità «dopo un confronto serrato, intenso e approfondito, assumere scelte forti e unitarie». E dichiara che L’Italia raccoglie il testimone di questo impegno apprestandosi alla guida del G8 che- dice il ministro- confidiamo avrà un ruolo decisivo nella costruzione di un’intesa globale che coinvolga anche Usa, Cina, India e gli altri paesi che emettono una grande quantità di gas serra. La validità e la forza dell’impegno europeo si misureranno sulla nostra capacità di realizzare un accordo mondiale sul clima, un accordo capace di stimolare lavoro e crescita economica in tutti i paesi, consolidando e rafforzando l’Occidente e supportando in maniera finalmente incisiva e nuova i paesi emergenti e i paesi poveri nel loro giusto processo di sviluppo».

L’auspicio è che oltre al testimone l’Italia raccolga anche l’impegno di fare la sua parte e anziché remare contro – come ha fatto sino ad ora- alle misure previste dal pacchetto clima energia, cominci a dimostrare sul serio di volerle applicare. Un test ci potrà essere già da domani, quando il consiglio dei ministri dovrà decidere se andare avanti con la decisione di togliere il meccanismo incentivante sull’efficienza energetica (55% degli sgravi fiscali a chi vi investe) o se invece proseguirà su questa strada. Sapremo allora con quanta convinzione quel testimone sarà raccolto.

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