[03/02/2009] Parchi

Verdi: sospendete il provvedimento ammazza piccioni a Borgo San Lorenzo

BORGO SAN LORENZO (Firenze). Quella dei piccioni è diventata ormai una guerra che in Toscana ed altrove si combatte su molti fronti: i cittadini si lamentano perché questi uccelli sporcano strade e monumenti e "portano malattie", i sindaci fanno ordinanza per abbatterli, gli animalisti chiedono interventi più soft: anticoncezionali nel cibo ed utilizzo di rapaci per allontanarli. Il copione si sta ripetendo anche a Borgo San Lorenzo, il più popoloso comune del Mugello, dove il sindaco Giovanni Bettarini ha emesso un´ordinanza che prevede l´eliminazione, attraverso l´abbattimento e la cattura, del maggior numero possibile di piccioni.

Un atto che non è piaciuto proprio ai Verdi di Firenze: «Un intervento davvero molto "speciale" quello ordinato dal Sindaco visto che l´ordinanza prevede la cattura o l´abbattimento "del maggior numero possibile di piccioni", che in lingua italiana significa poter abbattere anche tutti quelli presenti sul territorio comunale». Il consigliere provinciale del Sole che ride, Luca Ragazzo, ha presentato una interrogazione urgente e dice che «Occorre sospendere l´ordinanza emessa nei giorni scorsi dal sindaco di Borgo San Lorenzo per un "intervento speciale di abbattimento dei piccioni torraioli", che prevede per il controllo della specie modalità di intervento per noi non condivisibili . L´ordinanza viene motivata, tra l´altro, facendo riferimento a richieste che il comune avrebbe ricevuto per il contenimento della popolazione dei piccioni torraioli al fine di "limitare danni alle colture", ma la sentenza n.2598 della Corte di Cassazione del 26 gennaio 2004, ha stabilito che il piccione torraiolo va incluso tra gli animali selvatici in quanto vive in stato di libertà naturale sul territorio nazionale, sicché ne è vietata la caccia o la cattura. Ciò comporta che in ogni caso eventuali misure per il controllo delle specie selvatiche ai sensi della Legge 157/1992, non rientrano nelle competenze comunali ma di quelle della provincia, e sono da attuarsi "mediante l´utilizzo di metodi ecologici" e "su parere dell´Istituto nazionale per la fauna selvatica, più volte il Tar della Toscana ha infatti annullato analoghi atti di sindaci che avevano le stesse motivazioni, rilevando che l´ordinanza urgente di abbattimento di piccioni era stata predisposta "invadendo un campo di esclusiva competenza provinciale».

Per l´esponente dei Verdi fiorentini «Un provvedimento emesso dal sindaco in qualità di autorità sanitaria può invece avvenire a seguito di motivati ed accertati rischi sanitari per la popolazione, mentre nell´ordinanza viene fatto riferimento solo ad una nota della Azienda sanitaria del gennaio 1998 ed al parere del servizio veterinario dell´Asl del marzo 1999 riguardo alla presenza di salmonella riscontrata a seguito di accertamenti su alcuni campioni di feci di piccioni: il tutto risalente quindi a ben dieci anni fa!».

Con l´interpellanza presentata in provincia I verdi chiedono di sapere: «quali siano stati i controlli sanitari eseguiti sulle popolazioni di piccioni a livello comunale successivamente a quelli del 1998, e quali esiti abbiano avuto. L´ordinanza autorizza altresì le operazioni cattura/abbattimento per un anno intero, dal 21 gennaio 2009 al 21 gennaio 2010 mentre la giurisprudenza ha chiarito che un´ordinanza "contingibile ed urgente", proprio per la sua natura e le motivazioni che debbono giustificala, non possa durare più di un breve lasso di tempo: nel caso di Borgo San Lorenzo invece l´ordinanza risulta venire addirittura rinnovata di anno in anno, a partire dal 1998 e fino ad oggi. Il decennale continuo rinnovo di questa ordinanza di abbattimento testimonia l´evidente scarsità dei risultati ottenuti».

Non si capisce però come la vicenda sia venuta alla luce solo oggi, se da 10 anni il provvedimento viene reiterato e come mai fino ad ora non siano intervenute tutte le autorità citate dai verdi come garanti della correttezza di operazioni di contenimento della fauna. Luca Ragazzo, chiede comunque che da ora in poi «le iniziative poste in essere per il controllo della specie avvengano secondo modalità incruente, alternative all´abbattimento, come ad esempio la creazione di torrette, dotate di mangime con antifecondativi, da collocare all´esterno dei centri abitati, metodo già utilizzato anche in altri comuni».

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