[09/02/2009] Comunicati

Australia: fuoco, cambiamento climatico e privatizzazioni

LIVORNO. Il numero delle vittime negli incendi che devastano il sud dell´Australia (mentre il nord è sconvolto dalle alluvioni) è di almeno 113. Oltre 750 le abitazioni che sono andate distrutte e 330 mila gli ettari di terra inceneriti da due settimane di alte temperature e da una siccità prolungata che hanno favorito gli incendi nelle foreste. L´Australia è di fronte ad una vera e propria catastrofe nazionale, che nessuno ormai pensa sia slegata dal cambiamento climatico, e il numero di vittime e l´entità dei danni economici e ambientali ha ormai superato quello che nel Paese viene ricordato come il "mercoledì delle ceneri" del 1983, quando nello Stato di Victoria e nel sud dell´Australia trovarono la morte 75 persone , oppure gli incendi del "venerdì nero" del 1939, quando perirono 71 australiani.

Katherine Bradstreet scrive su "Green Left": «L´ondata di caldo nell´Australia sud-orientale nel corso delle ultime settimane, è stata solo un pizzico di quello che possiamo aspettarci a livello mondiale se le temperature continueranno ad aumentare: black-out, incidenti e caos nei trasporti e nelle infrastrutture privatizzate». In effetti, in South Australia e Victoria, migliaia di case sono rimaste senza energia elettrica a causa della richiesta eccessiva di energia che ha fatto saltare la rete di distribuzione e a Melbourne le ferrovie sono andate nel caos a causa di temperature sopra i 40 gradi. E non è solo il fuoco ad uccidere: la canicola ha fatto molte vittime, tanto che l´ospedale di Adelaide è stato costretto ad aggiungere alla sala mortuaria un refrigeratore mobile per i cadaveri "in eccesso".

L´Australia si sta rendendo conto sulla propria pelle che i minimizzatori del global warming che hanno governato la grande isola per lunghi anni avevano sbagliato: secondo Green Left nell´isola continente gli effetti del global warming potrebbero aver già innescato meccanismi ingovernabili: «E´ qualcosa che peserà sul cammino della vita stessa».

Quindi possiamo dire che il cambiamento climatico è, almeno in parte responsabile di queste morti? E lo sono anche le corporazioni politiche che in Australia e altrove si sono opposte ad un cambiamento dell´economia verso la sostenibilità? Quel che è certo è che le temperature raggiunte sono un record da quando in Australia si registrano i dati. L’Australian bureau of meteorology il 4 febbraio parlava di una "eccezionale ondata di caldo" con record in diverse città .

Naturalmente eventi meteorologici estremi si sono verificati anche in passato ed anche nel caso australiano vale l´avvertimento che ´semplicemente non è possibile attribuire un qualsiasi evento inconsueto al cambiamento climatico, oppure, come si è fatto per i ghiacci dell´Artico in Italia, alla sua inesistenza. Barry Brook un climatologo dell´università di Adelaide, sostiene che «la probabilità che il cambiamento climatico sia responsabile dell´ondata di caldo ad Adelaide è molto elevata. 10 mesi fa Adelaide ha subito un´altra ondata di caldo senza precedenti: 15 giorni di fila con la temperatura massima superiore ai 35 gradi». Brook ha calcolato la possibilità di avere ad Adelaide 2 eventi meteorologici estremi così ravvicinati: «Le probabilità sono che dovrebbe avvenire solo una volta ogni 1,2 milioni di anni».

Ma sotto accusa è anche la privatizzazione delle ferrovie: tra il 28 gennaio e il 30 gennaio, sono stati cancellati più di mille treni e per un giorno anche otto linee di metropolitana, lasciando migliaia di pendolari bloccati al caldo rovente. Secondo Paul Mees, un docente in pianificazione dei trasporti del Rmit, «la privatizzazione è il colpevole. Stiamo diventando il punto di riferimento internazionale per la privatizzazione di sistemi di trasporto pubblico urbano». Melbourne è oggi l´unica capitale ad aver completamente privatizzata è sistema ferroviario metropolitano, mantenendo solo la rete delle infrastrutture che costa 80 milioni di dollari australiani all´anno di manutenzione e che nel 2009, causa caldo, arriverà a 120 milioni. In più il governo sovvenziona i privati con 345 milioni di dollari all´anno. Insomma, secondo il rapporto del 2006 "Putting the public interest back into public transport," la privatizzazione del trasporto pubblico nel Victoria costa ai contribuenti 1,2 miliardi in più che se fosse rimasto di proprietà dello Stato. E ora questo pasticcio si è dimostrato incapace di reagire alle botte del caldo e i cittadini non credono molto alla scusa "once-in-a-century" (una volta in un secolo) del caldo come unica causa del problema Il gestore privato accusa dei ritardi i macchinisti che non vogliono condurre treni senza aria condizionata, con chiusure rotte ed altre magagne dovute alla mancanza di manutenzione.

Intanto i black-out elettrici si susseguono e Jane Castle del Total environment centre, una degli autori del " Rule Change Package, una proposta per ridurre le emissioni e I costi dell´elettricità, dice che «l´attuale sistema energetico danneggia I consumatori e l´ambiente in tutta l´Australia. Il Regulators plan ha approvato 17 miliardi di spesa nel New South Wales solo per un networks per espandere la rete. Per pagare questo, i clienti di Energy Australia di Sydney e Newcastle si troveranno ad affrontare un aumento dei prezzi per la rete elettrica di oltre il 70%».

La questione che sollevano gli incendi da global warming australiani è se la privatizzazione di energia ed infrastrutture sia compatibile con la necessaria trasformazione dell´economia verso la sostenibilità. «Se la maggior parte delle aziende traggono profitto dallo status quo si chiede la Bradstreet su Green Left - possono essere autorizzate a dettare il ritmo dei cambiamenti ambientali, come fanno oggi?».

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