[12/02/2009] Acqua

Arno: nessuna novità, mancano le risorse (193 milioni di euro!)

FIRENZE. Cambiano i governi, cambiano i segretari generali dell’autorità di Bacino, cambiano gli assessori regionali all’ambiente: ma i problemi per l’Arno sono sempre gli stessi. Non ci sono risorse per completare le opere siano esse destinate alla riduzione del rischio idraulico o al miglioramento delle acque del fiume. Le cifre emerse nel corso della giornata che la commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale ha dedicato all’Arno e che ha visto la partecipazione dell’assessore Marco Betti (nella foto), del segretario dell’Autorità di bacino Gaia Checcucci, dei sindaci e rappresentanti delle amministrazioni capofila dei progetti e del genio civile, sono impietose: servono 277 milioni 659.504 euro per gli interventi prioritari (solo) per la messa in sicurezza dell’Arno. I costi da progetto superano già i 200 milioni previsti nell’Accordo di programma del 2005, fra Ministero, Regione e Autorità di bacino. Le risorse ad oggi disponibili ammontano a 84 milioni 656.684 euro, per il 48% di provenienza statale, per il 44% regionale e per l’8% degli enti locali. Nel complesso rimane uno scoperto di oltre 193 milioni, meno i 25 milioni che per le annualità 2009 e 2010 il bilancio regionale assegna alla difesa del suolo, e che saranno utilizzati per progetti relativi all’asta dell’Arno.

«Per l’Arno non è più il tempo delle parole ma della responsabilità. Non sono più ammissibili i ritardi o le risorse insufficienti. La battaglia per la sicurezza idraulica dell’Arno è la nostra priorità – ha introdotto il presidente della commissione, Erasmo D’Angelis (Pd) – L’Arno è stato considerato dai governi nazionali come un rigagnolo ma è uno dei più grandi fiumi nazionali intorno al quale due milioni e mezzo di toscani non possono più continuare a convivere con la spada di Damocle del rischio alluvione sulla testa, tanto più che ormai i problemi sono noti e le soluzioni a portata di mano grazie all’Autorità di bacino più efficiente del Paese, alla migliore pianificazione su scala regionale, ai migliori strumenti di monitoraggio. Dal 1994 ad oggi – ha continuato D’Angelis – sono stati chiusi 30 cantieri per la sicurezza idraulica, 9 sono in corso e 31 ancora a livello di progettazione con le casse di espansione per mettere in sicurezza Firenze. Molte cose sono state fatte, ma questo è il momento di accelerare al massimo su progettazioni e cantierizzazioni». L’Autorità di bacino, ha fornito specifiche rispetto agli 84 milioni di euro disponibili: il 31% delle risorse risultano appaltate (26 milioni), il 38% sono in fase di progettazione, mentre per un altro 31% i progetti non sono ancora stati avviati. Il totale dei progetti appaltati, rapportato ai 277 milioni complessivamente necessari per la messa in sicurezza, corrisponde al 9% degli interventi.

«Il rischio alluvione dell’Arno è la seconda emergenza nazionale, dopo il Vesuvio – ha dichiarato il segretario dell’Autorità di bacino, Gaia Checcucci –La priorità è il reperimento delle risorse, ma insieme anche il coordinamento e il rispetto della pianificazione complessiva, perché la ratio è unica, e per garantire efficacia ed economicità degli interventi dobbiamo ridare vigore al percorso individuato nell’Accordo di programma, con la collaborazione di tutti gli enti coinvolti». Guarda con preoccupazione ai cambiamenti climatici e alle conseguenze locali, piogge intense e siccità prolungate, l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Marco Betti «Il riscaldamento del pianeta, che è ormai un dato oggettivo, e le straordinarie piogge che si sono abbattute sulla Toscana negli ultimi tre, quattro mesi, ci impongono di mantenere alta la guardia. L’attenzione non deve mai mancare, e la Regione sta facendo la sua parte con la messa a disposizione di ulteriori 25 milioni di euro per la difesa del suolo per le prossime due annualità» ha concluso Betti. La commissione Territorio e ambiente ha dichiarato che per la restante parte del mandato terrà “il fiato sul collo” di tutti i soggetti competenti che hanno responsabilità per far procedere la fase progettuale e di intervento, andando a verifiche trimestrali.

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