[23/02/2009] Comunicati

Il G8 vuole la Carta dello sviluppo economico sostenibile proposta dalla Merkel

LIVORNO. Il vertice di Berlino non passerà alla storia come quello che ha posto le basi per l’uscita definitiva dalla crisi, ma pur con tutti i suoi limiti ha fissato almeno un punto – grazie alla cancelliera tedesca Angela Merkel – che merita una sottolineatura da parte nostra: il vertice ha fatto propria l´idea di stilare una Carta dello sviluppo economico sostenibile. Proprio quella per cui la Merkel si è battuta fin dal Forum economico mondiale di Davos con la richiesta di creare un "Consiglio economico delle Nazioni Unite", sul modello de Consiglio di sicurezza in quanto strumento utile a garantire la «regolazione dei mercati, la liberalizzazione del commercio e lo sviluppo sostenibile».

Gli altri punti, come noto, sono che il Fondo monetario internazionale e il Forum per la stabilità finanziaria monitorino gli accordi di Washington sul controllo della trasparenza dei mercati; tutti i mercati, prodotti e attori sui mercati finanziari siano sottoposti ad appropriati controlli; lotta senza quartiere alla fuga dei capitali nei paradisi fiscali; richiesta alle banche di crearsi riserve finanziarie in tempi di crescita per poi affrontare future crisi; raddoppio delle risorse del Fondo monetario internazionale per consentire al Fondo stesso d´intervenire più rapidamente e incisivamente contro ogni nuova crisi.

E’ poco? E’ tanto? Basterà? Questo non è ancora dato saperlo soprattutto perché intanto questa intesa unitaria è stata trovata per affrontare uniti (pare) il G20 di Londra dove quindi bisognerà capire quale sarà il compromesso. Poi non si conoscono né metodi attraverso cui applicare queste nuove regole; né si conoscono se ci sono e quali sarebbero le sanzioni per chi non rispetta l’accordo; né chi dovrebbe controllare; né chi controlla i controllori. Ma di certo l’aver riconosciuto che in questa fase storica di crisi economica-finanziaria-sociale-ambientale «serve un nuovo ordinamento economico mondiale» è un passo avanti (quello successivo sarebbe di sposare per intero la linea Merkel sul tema) visto che in quel nuovo ordinamento ha un ruolo fondamentale lo sviluppo sostenibile che è sociale e ambientale (qualcuno non lo ha sottolineato nelle cronache dei giornali…).

La strada verso un’economia che torna a mettere “i piedi per terra” e che sia ecologica e che quindi riorienti l’industria verso produzioni meno dissipatrici di energia e di materia è ancora lunghissima, ma non si può nascondere che questa “condivisa” (almeno così pare) linea Merkel a livello di G8, che verrà portata tal quale almeno al G20 e la nuova strada intrapresa dalla Casa Bianca di Obama creino le migliori condizioni possibili, degli ultimi anni, per gettare le basi per uno sviluppo davvero sostenibile. Se questa condivisione (che significa spingere sul 20-20-20 per dirne una; su Kyoto e post Kyoto per dirne un’altra; ecc) proseguisse la sua strada, anche l’Italia che sostanzialmente sembra avere a cuore solo il nucleare e i vecchi sistemi anni 50 per rilanciare l’economia, probabilmente si adeguerà e se poi Berlusconi alla fine delle fiera dirà che lui era stato il precursore della green economy a quel punto ci si potrà pure fare una risata sopra.

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