[16/03/2009] Parchi
LIVORNO. La Fao ha presentato oggi il suo ottavo rapporto sullo stato mondiale delle foreste, in cui si conclude che la crisi economica può rivelarsi, nel medio e lungo periodo, un’opportunità per il settore forestale mondiale. Le contemporanee minacce della crisi economica e del cambiamento climatico stanno infatti portando il tema della gestione delle foreste tra le priorità dell´agenda globale, ma affinché migliori lo sfruttamento delle foreste è necessario riformare le istituzioni forestali e aumentare gli investimenti in scienza e tecnologia.
Lo studio - una pubblicazione biennale dell´agenzia dell´Onu – fornisce uno sguardo globale sul settore in cui si prevede per il futuro una situazione molto diversificata, con guadagni nelle aree boschive in alcune regioni e perdite in altre. Le nazioni ai primi stadi di sviluppo, in particolare, devono far fronte a forti pressioni sulle loro foreste; al contrario, quelli che hanno già raggiunto un elevato livello di sviluppo economico sono in grado di stabilizzare o aumentare la loro superficie forestale. Mantenere quindi un equilibrio è assai impegnativo, soprattutto di fronte alle carenze istituzionali che esistono e che – secondo il rapporto-rimangono il problema principale e anche il più difficile da risolvere.
«Adattare le istituzioni forestali ai rapidi cambiamenti nell´ambiente circostante è una sfida cruciale - ha affermato Jan Heino, vice-direttore generale del dipartimento Foreste della Fao - di particolare importanza è la necessità di reinventare le agenzie forestali del settore pubblico, che sono state molto lente nell´adattarsi ai mutati bisogni degli operatori».
Nel breve termine foreste e settore forestale saranno - secondo il rapporto - fortemente colpite dalla crisi economica mondiale. La riduzione nella domanda di legna e prodotti legnosi in seguito al crollo del settore delle costruzioni e la crisi creditizia stanno infatti avendo un grave impatto negativo sugli investimenti nelle industrie così come sulla gestione delle foreste. La preoccupazione è che alcuni governi possano ridimensionare gli ambiziosi obiettivi ambientali precedentemente fissati o rimandare le decisioni politiche più importanti relative alla mitigazione e all´adattamento al cambiamento climatico, se dovessero dare priorità alla necessità di invertire il trend economico negativo. Anche iniziative come quella di ridurre le emissioni causate dalle deforestazioni e dal degrado del patrimonio forestale, che dipendono dagli aiuti finanziari internazionali, potrebbero subirne le conseguenze».
Altra preoccupazione è dovuta la fatto che in momenti di crisi come quello attuale, la contrazione dei settori economici formali possa offrire spazio all´espansione del settore informale, con la conseguenza dell’aumento del disboscamento illegale.
Ma la crisi può offrire anche opportunità: l´attenzione crescente posta sulla green economy potrebbe fornire una nuova direzione allo sviluppo del settore forestale. L´imboschimento, l´aumento degli investimenti per una gestione sostenibile delle foreste e la promozione attiva dell´uso di energia rinnovabile e di tecniche di costruzione sostenibili, potranno diventare tutte - secondo il rapporto - parti integranti di un piano di "sviluppo verde".
Riguardo alle varie regioni del pianeta, il rapporto evidenzia che in Europa il patrimonio boschivo è stimato in aumento, grazie alla diminuzione nella dipendenza dalla terra, dell´aumento dei livelli di reddito, dell´interesse nella protezione dell´ambiente, oltre che di politiche e contesti istituzionali ben congegnati e sviluppati. L´Europa conta per il 17% della superficie globale terrestre, ma possiede un quarto del patrimonio forestale mondiale, pari all´incirca ad 1 miliardo di ettari, di cui l´81% si trova in Russia.
Una andamento speculare a quello che si stima avverrà in Africa, dove le perdite boschive continueranno probabilmente con la stessa rapidità. La domanda crescente di cibo ed energia, insieme all´aumento dei loro prezzi, aggraverà- secondo il rapporto Fao- la situazione, ancor più in seguito all´apertura di nuove aree che avverrà grazie all´aumento degli investimenti in infrastrutture. Le sempre più frequenti siccità, la diminuzione delle risorse idriche e le alluvioni ostacolano, inoltre, i tentativi di fronteggiare il problema sia a livello locale sia nazionale e minano gli sforzi per una gestione sostenibile delle foreste africane.
Anche in Sud America, l´attuale trend di deforestazione non sembra destinato a diminuire nel futuro prossimo, nonostante la bassa densità di popolazione. Gli alti prezzi dei beni alimentari e dei combustibili favoriranno un aumento dei disboscamenti per far spazio all´allevamento di bestiame ed alle coltivazioni agricole per la produzione di cibo, mangime e bio-carburanti. Così come in Asia e nel Pacifico, dove vive oltre metà della popolazione mondiale (con alcune delle nazioni con le più alte densità di popolazione al mondo) la domanda di legna e prodotti legnosi è stimata in continua crescita, in linea con l´aumento della popolazione e dei redditi.
Riguardo al futuro del Nord America, questo dipenderà da quanto velocemente la regione riuscirà ad invertire l´attuale trend economico negativo e il suo impatto sulla domanda di legna e prodotti legnosi, specialmente negli Stati Uniti, afferma il rapporto. Il settore forestale dovrà anche fronteggiare le sfide del cambiamento climatico, tra cui l´aumento nella frequenza e nell´intensità degli incendi boschivi e i danni provocati da parassiti e specie invasive.