[20/03/2009] Urbanistica

Berlusconi: «l’Ue vuole il mio piano-casa». Errani: «Un decreto sarebbe incostituzionale»

LIVORNO. Berlusconi ora sogna di esportare il suo annunciatissimo piano casa in Europa, dove, almeno in quella occidentale, le nostre pratiche urbanistiche hanno sempre sollevato a dir poco perplessità: oggi ha detto ai giornalisti che «Entro lunedì forniremo il piano casa italiano alle ambasciate dei paesi europei perché la Commissione ci ha chiesto di conoscere i dettagli del provvedimento».

Di solito quando la Commissione Ue chiede informazioni e documentazione su un provvedimento è perché non ne è esattamente convinta… In realtà non si è trattato nulla di ufficiale, ma forse di conviviale: lo stesso Berlusconi ha detto che «dopo la cena al termine della prima giornata del vertice mi hanno fatto tante domande al riguardo».
Ma i colloqui post prandiali hanno convinto Tremonti ad affermare che «Il piano casa italiano è efficace non solo per la nostra realtà».

Sarebbe bello capire quali di questi governanti vorrebbero azzerare le loro politiche urbanistiche introducendo una deregulation all’italiana, non certo i francesi che hanno appena approvato un piano eco-casa che va in tutt’altra direzione.

Ma Silvio Berlusconi si illude che il suo Piano casa potrebbe essere copiato da Paesi europei che hanno davvero leggi urbanistiche e sul territorio serie e definite «Stiamo lavorando per approvare il piano casa martedì o mercoledì perché c´è molta richiesta» ha concluso Berlusconi. Quindi il 24 o 25 marzo, a detta del premier, anche se proprio oggi è stata convocata per il 25 una riunione della Conferenza delle regioni e delle province autonome sul Piano casa, con all’ordine del giorno il confronto con il governo sulle “iniziative legislative per il rilancio dell’attività edilizia e del tessuto urbanistico”.

Il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani sottolinea che «Si tratta di una seduta straordinaria che ha il fine di avviare un confronto con le Autonomie nel merito delle iniziative legislative per il rilancio dell’attività edilizia e del tessuto urbanistico. C´è un problema di strumenti: un decreto per gestire una materia concorrente tra Stato, regioni e comuni, è uno strumento improprio, secondo me non costituzionale. E questa è la prima questione di cui discuteremo. Ciò che non può funzionare è che si dia al Paese un messaggio di condono preventivo. Auspico che il governo sia pronto a fare una discussione seria e vera, nel rispetto delle competenze, con le Regioni».

Errani conferma di non aver ancora visto i contenuti del piano che Berlusconi ha illustrato ai commensali europei e «che il Governo in queste ore sta inviando alle Regioni. Nel merito se si tratta di lavorare insieme con gli strumenti giusti, legge quadro, atto di indirizzo, su come semplificare norme e procedure per dare maggiore efficacia agli strumenti urbanistici e nel rapporto con i cittadini, allora ben venga. Anche se diverse Regioni hanno già strumenti in questa direzione».

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